a cura di Pablo Lamoureux
Qualche giorno fa il mio amico Giulio mi manda un messaggio nel quale mi chiede se sono interessato a buttare giù “due parole” a proposito del nuovo disco di Mecna, Lungomare Paranoia. Ovviamente il mio amico Giulio ha un motivo ben preciso per inviare a me quel messaggio.
Quel motivo, e lo scrivo semplicemente per mettere tutte le carte in tavola prima di cominciare a parlare del disco (so che siete qui per quello), è che il mio amico Giulio è perfettamente a conoscenza della mia lunga e tumultuosa relazione sentimentale con la musica di Corrado Grilli (in arte Mecna).
Badate, non si parla di quel solito rapporto di coppia alla boy-meets-girl dove va tutto bene finchè va tutto male, è più quel tipo di relazione che hai con la tua ex a cui non riesci a non pensare e della quale hai sistematicamente bisogno di sapere se senza di te sta meglio. E questo perché Mecna ha una capacità di scrivere testi (e di scegliere la musica che li accompagna) che ti fa dire frasi come “cazzo, ma questo qua pensa tutto quello che penso io” oppure “cazzo, finalmente qualcuno che mi capisce” , e scoprire di avere delle cose in comune con qualcuno ti fa sentire unico, come se mentre ascoltavamo per la prima volta canzoni come Le cose buone o 31/07 avessimo l’impressione di essere tutti un po’ Mecna, e la convinzione che in fondo anche Mecna era un po’ tutti noi.
Quindi , quando leggo il contenuto del messaggio del mio amico Giulio, mi convinco che non posso lasciarmi sfuggire l’ occasione di fare lo stalker e di dare un’ occhiata a come se la passa la mia ex, la musica di Mecna, e rispondo al messaggio con un dolce e francamente eccitato “Ma certo zì”.
Allora inizio subito ad ascoltare e riascoltare Lungomare su Spotify, al quale avevo dato un superficiale ascolto il giorno dell’uscita ma senza sentire quello che Corrado voleva trasmettermi questa volta, forse perché avevo paura di ricadere il quella relazione, e mi sono reso conto, nello scorrere della tracklist, che c è qualcosa di diverso. E non nel senso di cambiamento che intendeva Ghemon nell’ ormai lontano 2009 nella sua Qualcosa di Diverso ma in un senso inspiegabilmente cupo.
È risaputo che il rapper foggiano ha un modo tutto suo di raccontarci i “cazzi suoi” e che spesso parla con una secca e spietata acidità di quanto è falsa la scena nell’era dei social, dei fan irrispettosi e dell’egocentrismo (seppur cavalcando l’ onda di questa stessa scena di cui è ormai una parte fondamentale) ma per quanto siamo abituati a un Mecna che ci parla direttamente e che capisce i momenti di sofferenza e insicurezza che abbiamo tutti, cercando di mantenere una limitata positività, non ci eravamo mai trovati di fronte a un Mecna così scetticamente maturo, così self-conscious e così ultracritico non solo con gli altri ma soprattutto con se stesso.
Non ho capito se restare uguali
È meglio di sentirsi dire quanto siamo diversi
E in questo mondo in cui ci mandiamo messaggi
Non ci capiamo per un cazzo se ci pensi
Da Infinito
Ora, una persona normale con un discutibile senso morale si chiederebbe “Ma che cosa gli sarà mai successo a Corrado che è diventato così triste poveretto?”
La verità (e anche la risposta alla domanda “E allora una persona con un senso morale meno discutibile cosa si chiederebbe?” che si stanno ponendo alcuni lettori) è che non bisogna chiederselo, perché quello che ha voluto condividere con noi è tutto nel disco, se prestate attenzione, mentre se ci sono cose che ha voluto tenere per sè, sono semplicemente cazzi suoi.
Perché Mecna, come tutti i rapper, artisti, attori etc. del mondo che la massa dei follower idolatrizza come fossero supereroi (su questo punto tornerò più avanti), sono semplicemente persone che indossano maschere necessarie a distinguere la loro vita on-screen da quella reale.
In questo disco quindi Mecna si è tolto la maschera da Mecna e si è liberato da qualsiasi limitazione esterna per mostrarci che è arrivato il momento di fare il disco di Corrado Grilli, l’eclettico grafico pubblicitario con uno spiccato buongusto di cui avevamo tanto sentire parlare nei suoi dischi precedenti.
Prendiamo ad esempio canzoni come Fatto Così o Tipo Ok dal suo Disco Inverno e Faresti Con Me o Taxi dal secondo lavoro Laska : hanno tutte ritornelli orecchiabili e temi leggeri, sempre mantenendo l’ aspetto amaro che lo contraddistingue.
Queste tracce sono la quintessenza della maschera, della paranoia che se non fai la canzoncina leggera e anche un pochino pop il disco non vende, che se non ti adegui a quello che fanno tutti gli altri rischi di diventare un reietto, e penso sia proprio quella la Paranoia che Corrado (non Mecna) ha deciso di inserire nel titolo del suo terzo lavoro.
Comunque apposto senti non mi lamento
Ho fatto quello che volevo e sto stringendo i denti
Ora che devi avere i soldi per farli contenti
Ora che fare gavetta è fare in-store nei centri
[…]
Dove non sono più Mecna ma Corrado
Dove sono? Sono il migliore o solo il più bravo
Se ad ogni disco c’è l’ansia che non vendiamo
Quanto costa farsi fare a pezzi e stringersi la mano
Per beccarsi in giro questi e fingere il contrario?”
Da Vieni Via
La maggior parte dei lettori ormai si starà chiedendo “Ma quindi cosa c’entra Mecna con Superman?”
State calmi.
Ve lo spiego subito:
Come ho già detto prima, ogni artista è un supereroe, e ogni supereroe ha uno o più superpoteri (tranne Batman, che ha solo i soldi); quelli di Mecna sono sicuramente la sua spropositata conoscenza musicale, il suo talento nel saper essere sempre due passi avanti agli altri e il suo già citato spiccatissimo buongusto, sia nella scelta delle strumentali che nei suoi bellissimi (e internazionalissimi) lavori grafici.
E come quelli di Superman questi poteri comportano (oltre che grandi responsabilità, come disse lo Zio Ben) anche una sicurezza pericolosa, quasi sfacciata, e nonostante la Kryptonite di Mecna differisce completamente da quella del supereroe DC Comics, è proprio quella sicurezza che ha portato una fetta dei suoi ascoltatori, la più scettica, a trovare i suoi testi insopportabili.
Superman è uno dei supereroi più forti, ma anche uno dei più criticati dai fan.
Mi piace chiamarla Sindrome di Superman (Ha-ha).
Ma a Clark Kent e Corrado Grilli non importa, continuano a crescere facendo quello che sanno fare meglio (Nel caso di Mecna, trasmetterci le sue emozioni in modo chiaro e reale) e lo fanno nel miglior modo in cui potrebbero farlo: il loro.
Superman è anche il nome della mia canzone preferita di Lungomare, ho passato le ore dedicate alla stesura di questo articolo canticchiandone le parole ascoltandola praticamente in repeat, e mi ha dato ispirazione per scrivere queste “due parole”.