65mila frames dipinti ad olio da 125 artisti, per sei anni di lavoro continuo, Loving Vincent si appresta ad essere una delle opere cinematografiche più significative di questi ultimi anni. Come si legge nella sinossi, l’intento di Dorota Kobiela (The Flying Machine, Little Postman, Chopin’s Drawings) e Hugh Welchman (premio Oscar nel 2006 per Pierino e il lupo) era quello di:
portare l’opera di Vincent van Gogh in un’esplorazione della vita complicata e della morte controversa di uno dei più celebri artisti della storia. Disegnato a partire da ricerche minuziose e ispirato dai capolavori, i soggetti e 800 lettere personali di van Gogh, [il film] cattura il mondo di van Gogh in un’esperienza cinematografica come nessun altro prima.
Tramite l’uso di soggettive, e continui cambi di punti di vista, il tentativo è quello di recuperare l’anima complessa di un autore il cui enigma non è mai stato del tutto svelato. Loving Vincent uscirà negli Stati Uniti questo settembre, sfruttando al massimo le potenzialità dell’Imax e delle nuove tecnologie cinematografiche. Immagini che ricordano il Linklater di A Scanner Darkly e Waking Life ma decisamente più indirizzate verso la restituzione dell’estetica estrema dell’autore olandese, insieme alla sua complessità psicologica che, già dal trailer, non può che ipnotizzare.
Il film potrà contare, inoltre, su un’importante cast di doppiatori, tra cui Chris O’Dowd, Saorise Ronan, Jerome Flynn, Helen McCrory e Aiden Turner, oltre alla colonna sonora del collaboratore di Darren Aronofsky, Clint Mansell.