L’insostenibile pesantezza dell’hype

Stanno forse cercando di dirci che il disco è stato composto su Plutone? Non che la cosa ci stupirebbe.

Da circa un annetto a questa parte, il disco più atteso della prossima stagione è il nono lavoro dei Radiohead. Di ogni prossima stagione.

Già perchè le notizie centellinate dalla band, in un perverso gioco di dichiarazioni e smentite, si susseguono più o meno da un annetto ed ogni volta vengono sempre interpretate come un segnale occulto dell’imminente lancio del disco.

Quando, la scorsa primavera, sembrava che fossero entrati in sala per il missaggio, la band dichiarò che in realtà il disco non era stato finito di scrivere (nel frattempo Thom scriveva una traccia di 18 giorni per una esposizione di Stanley Donwood, artista già autore di praticamente tutte le copertine dei dischi dei Radiohead da The Bends); poi Phil Selway rilascia delle foto della band in studio di registrazioni dicendo che da settembre il nuovo disco sarebbe diventato la priorità della band, ma subito dopo le foto spariscono; poi, ancora, Jonny Greenwood parla ad un’emittente russa e si dirama in giro la notizia che il disco sia pronto, ma, guarda un po’, c’era stato un errore di traduzione ed in realtà non è che il disco fosse pronto pronto, piuttosto la band aveva registrato un sacco di materiale e avrebbe voluto andare in tour in primavera (poco dopo esce la bella canzone che i Radiohead avrebbero scritto per l’ultimo capitolo di 007, S.P.E.C.T.R.E.); poi ancora Brian Message che annuncia “Il nuovo album dei Radiohead che esce a giugno sarà qualcosa che non avete mai sentito”  e tutte le testate del mondo danno la cosa per vera perchè “se lo dice il loro manager…“e invece, la mattina dopo, arriva subito la smentita ufficiale perchè, il Massage, non avrebbe non sarebbe nè il manager nè avrebbe niente a che fare direttamente con il gruppo e quindi avrebbe parlato assolutamente a titolo personale;
così fino alle cartoline misteriose recapitate in questi giorni ad alcuni fan ed in fine all’annullamento degli archivi telematici riguardanti la band (social media inclusi).

In due giorni 62.000 persone hanno messo il proprio like sotto un’immagine di profilo Facebook bianca.

Ora, che questo risponda ad una strategia di marketing ben studiata (a giudicare dai consensi) che gioca con l’ansia dei fan di riascoltare i propri beniamini, è evidente e tutto sommato non c’è nulla da dire. Anche le agenzie di marketing devono lavorare.

Non voglio neanche fare la prosopopea della rinuncia ai social-media convenzionali come scelta di rottura ed alle strategie di comunicazione alternative di Yorke & co, perché non ne ho i titoli e trovo inoltre che sia un argomento terribilmente noioso.

Trovo solo, e parlo a titolo assolutamente personale, che questo flirtare con il gossip rischi di essere assolutamente controproducente.

Insomma, non siete rimasti abbastanza scottati con Random Access Memory? Sembrava dovesse uscire la rivoluzione copernicana dell’elettronica french touch, anticipato con uscite centellinate fino all’estremo, capaci di far passare in secondo piano l’uscita dischi come Trouble will find meModerat IIImages du futur,  e alla fine?
Un disco che come meriti maggiori ha avuto quello di resuscitare Giorgione Moroder e gli Chic in un colpo solo.
Vabbè, Julian Casablancas ci avrà anche fatto il figo con qualche modella del suo entourage.

E di Reflektor non ricordate nulla? Mesi di immagini su instagram in giro per il mondo con il simbolo del disco ed una data misteriosa raffigurati ovunque e poi? Un album ambizioso, ma assolutamente non all’altezza del precedente (io alla fine mi ci sono anche affezionato ma il mio rapporto con gli Arcade Fire è un’altra storia).

Insomma, chi vi scrive è il primo che sta aspettando a braccia aperte un nuovo Kid A, ma bando all’isteria da brit invasion 2.0, diamoci un contegno che di musica interessante e fruibile per fortuna ne esce continuamente.

 

P.S. Come non detto

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