Quattro libri con cui iniziare il nuovo anno

Smaltite le bollicine di capodanno, accumulati pandoro e panettone sul girovita, è arrivato il tempo di buttarsi a capofitto tra i libri che Babbo Natale ci ha fatto trovare sotto l’albero. Ma qualora il vecchio papà Natale vi avesse deluso portandovi il consueto, indesiderato paio di calzini, arriviamo in soccorso noi, proponendovi quattro letture, di genere diverso, per adattarsi a tutti i palati e con cui iniziare alla grande il nuovo anno e il nuovo decennio.

ROMANZO

Peter Schneider, Il saltatore del muro, La nave di Teseo

Scritto nel 1991, il libro di Scheider ha dovuto aspettare il trentennale della caduta del muro per attirare l’attenzione delle case editrici e dei lettori italiani. Ambientato in una Berlino ancora divisa in due, ci racconta della vita nelle due metà della città. O meglio delle vite nelle due metà. Il saltatore del muro è infatti una polifonia di voci e di esperienze che mette in luce somiglianze, divergenze e stranezze dei berlinesi che vivono nell’una o nell’altra parte del muro. A dividerli e unirli non è tanto la costruzione di mattoni e cemento, quanto un modo di pensare che si è sedimentato nei secoli e si è acuito alla fine del secondo conflitto mondiale, quando capitalismo e comunismo hanno rigidamente indirizzato le vite di migliaia di persone. Un romanzo profondo e autentico, fondamentale oggi più che mai perché, a trent’anni di distanza, sembra tornato necessario spiegare come muri e barriere non possano impedire lo scambio di uomini, idee e storie. Forse, il personaggio che più di tutti ha capito questo insegnamento è il signor Kabe, un quarantenne disoccupato residente a Berlino ovest che, per ben quindici volte, saltò il muro passando nel lato orientale, per poi rientrare come nulla fosse a occidente. Più volte fermato e rinchiuso in manicomio, ma sempre rilasciato perché risultato sanissimo di mente, alla domanda sul perché si incaponisse tanto a saltare il muro rispose semplicemente: “Quando nel mio appartamento c’è troppo silenzio e fuori è grigio, nebbia e non succede niente allora penso: dai, salta ancora una volta il muro!”

 

RACCONTI

Angelo Orlando Meloni, Santi, poeti e commissari tecnici, Miraggi edizioni

La bellezza del football, su cui già ci siamo soffermati su questi canali, trova in questa raccolta di sei racconti la sua espressione più pura, divertente ma al contempo amara e malinconica. Meloni si tiene sapientemente alla larga dalle grandi narrazioni della Serie A, preferendo concentrare il suo sguardo sulle realtà più piccole, e conseguentemente più intime e vere: il calcio di provincia delle leghe minori, i settori giovanili, i talenti inespressi o gli eterni sconfitti che, su uno sgangherato campetto, cercano di ritrovare un po’ di dignità. L’unico accenno ai grandi palcoscenici è nel racconto finale, Il campionato più brutto del mondo, parodistico rovesciamento della considerazione (esagerata) che si ha del calcio nel nostro paese. In uno spettacolo svuotato di autenticità da sponsor e affari, per ritrovare le emozioni vere bisogna guardare al gioco del calcio nella sua forma più sgangherata. Meloni lo fa con una scrittura insieme solidissima e mistica, ironica e triste, raccontandoci di superstizioni, aspettative e delusioni, invidie e cattiverie. E, in una moderna rivisitazione dell’odi et amo, riesce a farci ricordare perché, nonostante tutto, amiamo questo sport.

 

GIALLO

Volker Kutscher, Goldstein, Feltrinelli

Con Goldstein arriva in Italia il terzo volume della serie di gialli tedeschi ambientati a Berlino durante la Repubblica di Weimar e aventi come protagonista l’equivoco commissario Gereon Rath. Al di là della trama poliziesca (in questo capitolo, peraltro, qualitativamente superiore rispetto ai due precedenti) la bellezza del libro consiste nella descrizione, viva e puntuale, della Berlino degli anni ’30, una Babilonia di violenze, crisi e incertezze ideale per ambientarvi un poliziesco. Il commissario Rath, ambizioso e istintivo, suo malgrado legato a doppio filo alla criminalità organizzata berlinese e che non disdegna una buona tirata di coca, si trova in questa avventura a dover sorvegliare un gangster americano, Abraham Goldstein, arrivato nella capitale tedesca per motivi tutt’altro che turistici. La dilagante crisi economica e le crescenti tensioni tra nazisti e comunisti complicheranno però la faccenda, costringendo Rath a dipanare una matassa composta da molti più fili di quelli che si aspettava in origine. Un giallo avvincente e al contempo stimolante per riflettere su come, in maniera preoccupante, la presente situazione storica non si discosti molto da quella di quasi un secolo fa.

 

SAGGIO

Tommaso Braccini, Lupus in fabula, Carocci editore

C’è una principessa che ha smarrito una scarpa, un principe che la ritrova e che vuole sposare la donna a cui appartiene quella bella calzatura. C’è un orco che tiene lontani i visitatori dalla sua palude attraverso le sue flatulenze. C’è una bambina con un mantello rosso che attraversa un bosco infestato da lupi. Avete tutti pensato a Cenerentola, Shrek e Cappuccetto Rosso? Benissimo, avete sbagliato. O meglio, avete sbagliato l’ambientazione della fiaba di qualche secolo. In Lupus in fabula Tommaso Braccini, docente di Filologia classica presso l’Università di Siena, ci svela un filo rosso sconosciuto che lega le fiabe più note a racconti e storielle che circolavano già nell’antichità. Ecco allora che gli elementi base della favola di Cenerentola si ritrovano già in un racconto dell’antico Egitto, che un mostro flatulente era parte della mitologia greca, e che Cappuccetto Rosso si aggirava per i boschi della Francia già nell’Alto Medioevo. Il saggio unisce il rigore scientifico di una tesi a una scrittura agile e accattivante, ed esplora tematiche ideali per la grande divulgazione.

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