Certo il passaggio cruciale che non lo ha aiutato a ristabilire un feeling con un pubblico più vasto e con la critica stile “il sesso si fa ma non si deve raccontare nè tantomeno far vedere al cinema e in tv” è stato la direzione di un lavoro che per comodità chiameremo film ma offendiamo oltre 100 anni di Cinema a ritenerlo tale: si, è proprio quel Bambola con la Valeriona Marini e la sua mortadella e l’anguilla adorata che in molti hanno riferito sia stato l’unico essere vivente ad averla mai sopportata. Ma dopo averlo citato per dovere di cronaca accantoniamo questa bruttissima pagina della carriera del fu Bigas…già, perchè il regista spagnolo non è più tra noi ed era giusto togliersi subito dalle scatole ciò che di peggio aveva fatto nella sua vita per poi parlare tranquilli dei suoi meriti.
Bigas Luna apparteneva alla scuola dei registi che amano essere lontani dagli stereotipi e l’etichetta di maestro del Cinema erotico gli è andata sempre un pò stretta per una ricerca sfrenata del racconto dell’animo umano e di alcune sfaccettature ben precise, che più delle perversioni riguardassero le anomalie di molti tabù di una società che evolveva più concettualmente che praticamente.
Con Tinto Brass è stato uno di quegli autori che ha reso possibile esplorare attraverso il sesso la psicologia degli individui, le scelte di vita in molti casi condizionate dalla sessualità: quando si parla di sesso per i film di Bigas Luna parliamo di erotismo lontano anni luce dalla pornografia per quell’intenzione da subito chiara per il regista di voler stimolare la mente associando il racconto di una storia alle fantasie più recondite e naturali.
Se L’età di Lulù per molti è il suo capolavoro io considero Prosciutto Prosciutto e Uova d’oro lavori migliori perchè simbolici e anche meglio recitati: L’età di Lulù, tratto dal romanzo scandalo di Almudena Grandes, delinea il percorso di un’educazione sentimental-erotica di un’adolescente che sfocia in una ninfomania quasi di protesta a ciò che le era stato inculcato e la protagonista è Francesca Neri, forse troppo acerba, forse poco espressiva, comunque non molto coinvolgente a mio parere.
Prosciutto Prosciutto è un dramma sentimentale reso erotico da tre attrici straordinariamente sensuali ma sopratutto bravissime come Stefania Sandrelli, Anna Galiena e una giovanissima Penelope Cruz: l’incrocio passionale che coinvolge le donne ruota attorno ad un uomo che partito per essere colui che appianerà la situazione facendo innamorare la più giovane delle tre diventa l’ago della bilancia nelle esistenze di tutti i personaggi di un classico melodramma da lotta di classe che spiega come l’amore sia incontrollabile e per nulla razionale alla faccia della differenza di ceti sociali.
Ad interpretare l’uomo che sconvolge i meccanismi emotivi in Prosciutto Prosciutto è un certo Javier Bardem che sarà protagonista nel successivo Uova d’Oro con Alessandro Gassman: questo film, che si ispira all’opera di Salvador Dalì, è una straordinaria parabola sulle ambizioni figlie dell’ego smisurato e del totale menefreghismo sulle emozioni di chi ci circonda e il disegno dei personaggi fatto da Luna è davvero meticoloso con una carrellata di caratteri emblematici della società contemporanea malata del “tutto e subito”. Oltre ai due protagonisti Uova d’Oro vede tra gli interpreti Benicio del Toro e Maria de Medeiros.
Tra il poetico e il feticista è La Teta y La luna in cui si narra il rapporto morboso di un bambino verso il seno materno, ossessione sprigionata dalla gelosia dopo la nascita del fratellino e cresciuta con il passare degli anni e la conoscenza delle donne, in un classico vortice da complesso di Edipo. Se L’immagine del desiderio può considerarsi l’ultimo vero film di un certo pregio di Bigas Luna grazie alla simbologia metaforica del romanzo da cui è tratto, La cameriera del Titanic, Son de Mar è l’ultimo lavoro in ordine di tempo ma talmente poco consistente cinematograficamente da essere ricordato solo per alcune affascinanti scene erotiche. Tra i due Luna girò Volaverunt sulla vita della Duchessa d’Alba, con un fascino visivo per la storia in costume e con un minimo interesse suscitato dal mistero che avvolge la sua morte.
Il regista spagnolo aveva esordito dietro la macchina da presa negli anni ’70 con la trasposizione del romanzo Tatuaggio di Manuel Vazquez Montalban, enfatizzando il lato oscuro dell’opera per esplorare un argomento tabù come l’incesto; la caratteristica dello scandagliare in maniera piuttosto cruda argomenti spinosi e border-line (limite) condizionerà tutta la prima fase della carriera di Luna che girerà La Chiamavano Bilbao su un assassino ossessionato sessualmente da una donna fino ad arrivare a violentarla per poi ucciderla, e poi Caniche che al limite del paradosso parla della morbosità dell’amore nei confronti degli animali tanto da sfociare in zoofilia.
Prima della crescita tecnico-narrativa definitiva che arriverà con L’età di Lulù, Bigas Luna si avventura con Lola in una rivisitazione moderna della Lolita di Kubrick rendendo la protagonista operaia e decisamente più consapevole e meno svampita della minorenne mitizzata dal romanzo di Nabokov, anche se l’evoluzione delle fasi finali delle opere (cinematografiche) viaggiano su binari piuttosto paralleli.
Va segnalata una pellicola sperimentale che Luna girò nell’87 e che per i cultori del genere horror è diventata un piccolo cult: Angoscia viene raccontato come un incubo che colpisce una ragazza successivamente alla visione di un film al cinema e da quel momento la sua ossessione, la sua angoscia diventa talmente asfissiante da portarla a vivere in prima persona la trama dell’opera appena vista in un mix devastante tra finzione e realtà che accompagna gli spettatori ad un incredibile finale.
Bigas Luna oltre ad essere un innovatore del cosiddetto Cinema erotico è stato un grande regista per attori: con lui gli interpreti hanno trovato valvole di sfogo ed esaltazioni delle proprie doti che sono state fondamentali per la nascita di eccezionali star come Penelope Cruz e Javier Bardem, così come dello stesso Benicio del Toro o della portoghese Maria de Medeiros, ed è sicuramente merito suo la scoperta di Francesca Neri grazie a L’età di Lulù.
Prima di morire il regista spagnolo, nonostante una grave malattia, ha lavorato ad una trasposizione di Mecanoscrito del secundo origen di Manuel de Pedrolo: i familiari di Bigas Luna hanno fatto sapere che il film verrà ultimato e come desiderato dal regista sarà dedicato al suo nipotino.