Negli ultimi giorni è stato scoperchiato un nuovo vaso di Pandora sui gruppi chiusi, che prolificano in piattaforme online e di messaggistica come Telegram, in cui migliaia di uomini si trovano per scambiare foto di ragazze ignare, ma anche di mogli, ex, sorelle. La necessità in questi casi è quella di esporsi, criticare aspramente, ma anche fissare le parole necessarie per una trattazione opportuna del problema; che non guardi ai casi come isolati ma come figli di una precisa cultura. Soprattutto quando si tratta di fenomeni di questo tipo, in cui l’eccitazione non è tanta vincolata ai corpi e al sesso ritratto nel materiale diffuso in modo non consensuale, ma al potere e all’abuso dello stesso. Molte donne per fortuna ne hanno già parlato, e ne stanno ancora parlando, con lucidità e cura.
Il femminismo non mette di certo al bando pratiche sessuali o rigetta corpi, ma spinge a concentrarsi su una parola, quasi un valore, che dovrebbe essere alla base di ogni tipo interazione tra gli individui: il consenso. Titolo anche del romanzo d’esordio di Saskia Vogel, scrittrice e traduttrice statunitense, e al cui interno è riportata una frase cardine del modo in cui dovremmo intendere la sessualità:
Potevamo giocare al potere, esplorare i ruoli che non ci erano ancora permessi al di fuori di quelle quattro mura, ma perché quello spazio fosse sacro, doveva essere considerato sacro da tutti noi.
Consenso – pubblicato da Safarà nella traduzione di Alice Intelisano e di cui è possibile ascoltare anche l’audiolibro – vede Echo, la protagonista, nel confronto col proprio passato e la scomparsa del padre, che l’ha spinta in uno stato di apatia. Una sera incontra Orly, che scopre essere una dominatrice, e con lei anche il mondo del BDSM. Con la penna di Saskia Vogel si fa quindi un viaggio intimo, tra cambi di punto di vista e narrazioni, nell’esplorazione della sessualità, nella decodificazione della propria ma anche nella scoperta della variabili che può assumere e di cui bisogna avere cura e rispetto. Il ritorno al corpo, alla comprensione dei suoi bisogni ma anche dei suoi limiti, è per Echo un passaggio fondamentale dalle sua emancipazione dal dolore – o forse semplicemente un modo per affrontarlo da una prospettiva diversa.
Con l’autrice abbiamo deciso di creare un glossario, un elenco di parole-chiave che fluiscono con naturalezza dalla sua materia narrativa, che siano quindi una lente sul suo romanzo, ma anche dei contenitori sicuri da custodire e riempire di nuovo significato.
- Acqua: un corpo, il luogo in cui vanno i corpi, un’onda lunga di emozioni, il grande ignoto, la sorgente.
- Bellezza: un’etica di piacere o possesso.
- Condivisione: ciò grazie a cui tutti otteniamo qualcosa in più rispetto a ciò che avevamo prima.
- Consenso: un accordo che significa che possiamo essere liberi quando siamo insieme.
- Corpo: vedi “acqua”.
- Desiderio: il nucleo caldo del nostro essere, una forza vitale.
- Dolore: il modo in cui i nostri corpi e le nostre menti ci comunicano che qualcosa non è al suo posto, che può essere sopportato, che può essere un nostro insegnante.
- Famiglia: le persone a cui mostriamo amore e delle quali ci prendiamo cura.
- Fantasia: uno strumento che usiamo per esplorare noi stessi e il mondo, potenziale trasformativo.
- Femminilità/Mascolinità: polarità con cui giocare, estetiche e modi di essere culturalmente e socialmente definiti.
- Fiducia: la base per una buona relazione e per la pace e il benessere nel mondo.
- Guarigione: un processo attivo in cui affrontiamo le nostre ferite e ci assicuriamo di non replicarle sugli altri.
- Inadeguatezza: la sensazione di non essere abbastanza; è meglio abbandonarla presto.
- Libertà/Liberazione: uno stato dell’essere in cui siamo tutti in grado di vivere con dignità.
- Limiti: i confini che riconosciamo in noi stessi e che comunichiamo agli altri in modo da poter vivere in pace e prosperare, e che gli altri dovrebbero riconoscere e rispettare.
- Natura: la dominatrice che tutti noi desideriamo (per la regista svedese Antiffa Vänsterfitta: la forza alla quale tutti noi ci inchiniamo).
- Nostalgia: il sogno di poter tornare indietro, la tristezza dell’impossibilità di questo ritorno.
- Padre/Genitore: le persone che ci hanno creato e che hanno il dovere di prendersi cura dei propri figli, una fonte di amore incondizionato costituita da esseri umani, imperfetti per natura. Fanno del loro meglio.
- Perdita: una fitta di gelo, quell’incespicare mentre ti addormenti, l’impossibilità di fare ritorno.
- Permesso: ciò di cui a volte abbiamo bisogno di dare a noi stessi o che ci venga concesso dagli altri al fine di sentire che sì, posso essere la persona che voglio essere e fare le cose che voglio fare.
- Piacere: uno stato d’essere che scaturisce dal consenso, dalla fantasia, e dalla curiosità.
- Pornografia: per la pornografa Stoya: la scrittura delle prostitute (Greco antico), oggi: mezzo di comunicazione dei sex worker. In Consenso: una prospettiva che descrive un punto di vista sul mondo che abbraccia la sua sensualità e la sua carnalità (invece di ignorarle).
- Possesso: una parola di cui faremmo bene a perdere la definizione. Niente appartiene a nessuno. Siamo semplicemente custodi e assistenti di ciò che esiste attraverso il tempo.
- Potere: una qualità e uno stato che deve essere guadagnato e non elargito perché non corrompa, una dinamica con cui giocare, una forza erotica.
- Rabbia: un dolore inespresso e non riconosciuto.
- Sangue: un orologio, una discendenza, ciò che sgorga da un cuore spezzato, ciò che sostiene la vita.
- Sesso: il mondo in cui una persona si connette con un corpo (il proprio o degli altri) o con dei corpi alla ricerca di piacere.