13 giugno 1995: Alanis Morissette pubblica all’età di ventuno anni il suo terzo album, Jagged Little Pill, che avrebbe avuto un successo impressionante.
Ad oggi, ha venduto oltre 33 milioni di copie in tutto il mondo e conta cose di poco conto come cinque Grammy Awards (tra cui Best Rock Album, Best Female Vocal Performance, Best Rock Song per You Oughta Know e Album Of The Year), ben otto Dischi di platino (anche in Inghilterra e Stati Uniti), un Disco d’oro in Polonia, uno di diamante in Canada, il possesso delle classifiche internazionali per settimane e l’inclusione tra gli album più significativi di sempre in molti paesi.
Sono trascorsi esattamente vent’anni dall’incisione di Jagged Little Pill e credo che valga ancora la pena parlarne. Ma non sono le coppe e le medaglie vinte a renderlo interessante, né i lyrics che hanno voluto il Parental Advisory in copertina.
La Morissette ha dato inizio, tutto sommato in maniera spontanea, a una ormai ben consolidata scuola di musiciste o cantanti che, con stili leggermente diversi, hanno l’obiettivo di raccontare emozioni e problemi prettamente femminili, quando non solo adolescenziali. Donne come Natalie Imbruglia, Nelly Furtado, Pink, Avril Lavigne e molte altre fino ad arrivare all’acclamatissima Taylor Swift si sono tutte ispirate, in maniera più o meno diretta, alla personalità e al sound di Alanis Morissette.
Per chi ha sentito qualcosa di ognuna di loro (difficile non averlo fatto), è piuttosto semplice accorgersi del divario che le separa. E proprio a questo volevo arrivare: nonostante sia stata inclusa da molti nella suddetta scuola, credo che la cantante canadese sia invece riuscita a ritagliarsi un personalissimo spazio di produzione artistica che non risponde ai canoni creati da MTV&co., ma solo alle proprie esigenze. Dopotutto, non abbiamo mai visto Alanis agitarsi in un video con i capelli rosa, le calze a rete e il trucco colato ai limiti dell’imbarazzante.
Il suo merito sta dunque nel aver messo le fondamenta a un filone che non avrebbe alcun senso se ci si dimenticasse di lei. E mentre le altre hanno cercato di definire i propri personaggi attraverso caratterizzazioni ben più effimere di quanto non credessero loro stesse, la Morissette appare ancora come si mostrava vent’anni fa, acqua e sapone, con i capelli lunghi e decisamente del suo colore.
Come è stato suggerito da qualcuno, forse quella di Jagged Little Pill è stata l’ennesima costruzione di mercato per fare un bel po’ di soldi, ma se l’album è riuscito ad entrare di diritto nella storia musicale del suo decennio e, volendo esagerare, del suo secolo non si può dire che non sia stato fatto comunque un buon lavoro. Per altri avrà sempre un retrogusto eccessivamente pop per essere incluso nella grande famiglia del Rock con la R, eppure sono convinta che proprio il carattere ibrido che lo distingue costituisca il suo punto di forza e lo renda un disco allo stesso tempo largamente apprezzato e importante, quando le due qualità non sempre coincidono.