Le t-shirt al giorno d’oggi sono un linguaggio proprio come i tatuaggi, Facebook e il cibo su Instagram. Da ciò che dici di essere, o che vorresti mostrare di essere, uno più o meno si può fare l’idea di chi vorresti essere o di quanto poser effettivamente sei.
Ecco perché nell’ultimo anno del nostro pianeta forse sarebbe opportuno rappresentare ciò che la nostra (contro)cultura è in grado di esprimere a livello di immaginario (alternativo) collettivo. Per esempio attraverso l’ennesimo ed inutile decalogo, nel quale commentare alcuni archetipi di t-shirt inflazionate e logorate dai nostri luoghi comuni.
Un modo per accumulare, a seconda dei casi, consensi, osservazioni o critiche da sconosciuti il cui parere mi interessa davvero molto (poco).
E sì, insomma, non avevo nient’altro di meglio da fare.
1 – Black Flag
Un’università americana ha recentemente scoperto che la maggior parte di grafici, “creativi” e web designer indossa magliette dei Black Flag, o rivendica, in una qualche maniera, la loro appartenenza, più o meno autentica o derivativa, alla stagione punk-hardcore degli anni che furono. Un fenomeno a metà tra la rivincita dei nerd e il revival punk per gente Adobe addicted.
Vi starete chiedendo: ma perché proprio i Black Flag e non, che so, i Circle Jerks piuttosto che i Dead Kennedys o i Bad Brains? Perché il logo dei Black Flag è tanto cool quanto la mela della Apple gay per il comune senso estetico di Ryan Gosling.
Uno dice, ok, ma allora perché non la copertina di Everything Sucks dei Descendents che è ugualmente minimal, in bianco e nero e ironicamente nerd? Perché Everything Sucks non tutti lo conoscono. E poi è un album del ’96, troppo poco vintage. Ah, non esiste alcuna università americana che ha detto quello che ho detto.
2 – Joy Division – Unknown Pleasures
Credo che i Joy Division siano uno di quei rari gruppi che sono riusciti ad incidere un numero di canzoni inversamente proporzionale rispetto alla grandezza della loro leggenda postuma. Un po’ come i Minor Threat. I loro fan hanno gioco facile nell’elevare ad icona la copertina del loro primo album, che in genere è sempre meglio di quello che viene dopo. Del resto i Joy Division sono durati due album.
Perciò, per colpa di Ian Curtis, ora ci becchiamo la cover di Unknown Pleasures sulle t-shirt stinte di fighe di legno dallo spiccato senso dell’umorismo. Per non parlare delle numerosissime reinterpretazioni, disneyane e non solo.
Vale più o meno la stessa cosa del logo dei Black Flag, solo che cambia leggermente l’utenza. Senza contare che l’immagine di riferimento proviene da una grafica dell’enciclopedia astronomica di Cambridge vagamente suggestiva.
Tra l’altro, se unite il logo dei Black Flag alla cover di Unknow Pleasures vi viene fuori Terry Richardson con una modella al fianco.
3 – Sonic Youth / Dinosaur Jr / Pixies
Praticamente simboli intercambiabili per ragazzini non più ragazzini ma tuttora affetti da teen angst. Ma c’è chi può e chi non può permettersi di fare ancora finta che ci sia bisogno di proto grunge. E se J Mascis non è ridicolo è perché J Mascis è J Mascis, mente Thurston Moore almeno sembra un po’ più adulto e responsabile.
Queste magliette simboleggiano, per una certa generazione di americani, la kefiah dei liceali italiani, anche se negli Stati Uniti la sinistra adolescenziale non esiste veramente, così come una reale coscienza dell’essere di sinistra. Al contrario che da noi, dove gli hipster cresciutelli stanno ancora in fissa per i CCCP e i loro padri si commuovono ascoltando Io vagabondo dei Nomadi.
4 – La maglietta dei Ramones
La maglietta dei Ramones è un jolly, che risponde all’esigenza di fare il punk con il culo degli altri. Si tratta di un accessorio tremendamente chic, addirittura più glamour di un figlio adottato.
5 – Pink Floyd – The dark side of moon
Un album che in realtà non avete mai ascoltato. Ma non fraintendetemi, non posso avercela con voi: solo persone noiosissime potrebbero biasimarvi per questo. Tuttavia scommetto che almeno una volta vi siete abbandonati alla carezzevole idea di ostentare una simile t-shirt fingendo di indossare l’originale dei vostri genitori per fare il figlio dei figli dei fiori. Anche se in realtà vostra madre quella volta che vi ha concepiti era vergine mentre il vostro vecchio nei ’70 era in fabbrica per pagarvi un futuro da fuori corso al Dams, e manco se li cagava i Pink Floyd o i funghetti magici, perché a lui piacevano gli Equipe 84.
Questa t-shirt denota la nostalgia postmoderna di post adolescenti verso oggetti di una memoria che non può e non potrà mai essere vostra, perché cresciuti negli anni delle boy band e dei Green Day senza passare in mezzo agli Anni di Piombo e all’Aids. Ad ognuno le proprie sfighe.
6 – Facce da Aladdin Sane
David Bowie è lo zio figo dell’immaginario collettivo della gente nata negli ’80 e ’90. Se Max Pezzali si fosse colorato la faccia per una copertina dei suoi album, tra qualche lustro i nostri figli si sarebbero stampati le magliette con la sua foto per andare in disco. Ma siccome Pezzali non l’ha mai fatto, i nostri artisti indie, per non farci mancare niente, hanno inciso la compilation di cover degli 883.
Ad ogni modo la faccia di Bowie in quell’album del ’73 rimane un’immagine che continua a fare breccia nei nostri cuori, un po’ come i Kiss. Così, dopo averla vista ovunque, ci è sembrato giusto trasferire tale immagine sulle t-shirt. In questo modo si risparmiano i soldi per il make up a gente stilosamente eccentrica e gay friendly.
7 – Le magliette da finto metallaro
Perché tutti si ricordano quel periodo in cui c’avevi il compagno di classe metallaro e un po’ sfigato che ti rompeva il cazzo volendo importi la sua musica, insensatamente rumorosa o ridicolmente epica, che lui considerava tecnicamente e moralmente superiore a qualsiasi merda che amavi ascoltare al walkman in quel periodo. E allora, per la legge del contrappasso nostalgico, siete in molti ad onorare quei bei tempi andati con le t-shirt di band heavy metal che non avete mai avuto voglia di rivalutare.
Questo è il genere di t-shirt per coloro che intendono rimorchiare qualche sedicenne che ambisce a diventare Suicide Girl e che si veste con la roba del catalogo della Negative.
8 – Le magliette da finto hard & heavy rocker
Come sopra, solo in versione queer. In realtà Thin Lizzy, Def Leppard e i Guns ‘N Roses vi fanno cagare, ma forse inizia a piacervi sempre di più Freddie Mercury.
9 – Suicidal Tendencies
Tanto non ci crede nessuno che vi piacciono veramente. E che sapete andare in skate.
10 – Run DMC
E poi non siete neanche negri.
Se volete qui c’è la seconda parte.