Le fotografie sono a cura di Alise Blandini
Viviamo nell’era in cui si può fare tutto online, guardare la tv, trovare compagnia, studiare all’università, scopare, fare la spesa. Ci vogliono 0,39 secondi per ottenere 2 milioni e 140 mila risposte se chiediamo che tempo fa stasera a Ferrara. È il 13 giugno 2018, sono le 20 e a quanto pare sopra Ferrara si sta scatenando un uragano. Prendo il mio impermeabile color panna, accendo la macchina e metto American Dream degli LCD Soundsystem per ripassare un po’ prima del secondo appuntamento targato Ferrara Sotto Le Stelle.
Non facciamo in tempo a entrare (maledetti orari italiani!) che la band americana è già sul palco e apre l’attesissimo live con You Wanted a Hit. Il pubblico, che visto da lontano ricorda un quadro espressionista tedesco per via delle pennellate di colori accesi create dagli impermeabili, sembra ancora intimorito dalla possibile pioggia e accoglie James Murphy un po’ timidamente. Ovviamente tutti gli spettatori sono stati vittime come me dell’attacco di terrorismo meterologico che alcuni siti di previsioni del tempo avevano programmato per quella sera.
Succede un fatto curioso, mi accorgo quasi subito che il pubblico è abbastanza in là con l’età, incluso il sottoscritto per intenderci. Per una volta infatti non ho sentito l’esigenza di dire a nessuno la classica battuta “non ho più l’età” o “siamo diventati vecchi per ste cose”, in fondo mi sentivo a mio agio a non vedere ragazzetti appena maggiorenni saltare come il bacon nella padella di Chef Rubio. Ma bastano le prime note di synth di Tribulations per riportarci indietro nel tempo, più precisamente all’estate del 2005. Spariscono gli impermeabili e con loro quello stress che dopo i 30 anni ti inchioda i piedi a terra e ti fa sentire più pesante di una statua di bronzo. Ora ballano tutti, ovviamente senza esagerare troppo, qualcuno più spavaldo alza addirittura un braccio al cielo (e io che pensavo che fare attività fisica dopo una certa età non servisse a nulla). Get Innocuous! e Tonite, con le loro sonorità rave, fanno partire definitivamente la festa e riaccendono nelle lente memorie del pubblico qualche vago ricordo dei tempi passati. Le sostanze collezionate negli anni riemergono, le pupille si dilatano e gli occhiali da sole iniziano a proteggere gli occhi dalle luci accecanti che sul palco tinteggiano la band di blu e di rosso.
James Murphy si trasforma in uno sciamano che controlla gli spettatori con il suo potere ipnotico. Gli sguardi, filtrati dalle lenti polarizzate, sono catturati dal suo carisma, le orecchie ascoltano i suoi testi e, improvvisamente, ci troviamo davanti a uno spettacolo di trasformismo. In pezzi come Home, Dance Yourself Clean e Yr City’s Sucker sembra infatti di vedere lo show di un giovane David Byrne con i Talking Heads. Dopo la travolgente How Do You Sleep il cantante saluta il pubblico per qualche minuto per andare in bagno, in fondo anche lui ha una certa età. La pausa diventa uno dei momenti più divertenti del concerto. James Murphy con il suo solito fare ironico e provocatorio, uscendo dal palco fa partire le canzoni demo di una delle tastiere di Nancy Whang e lascia per una decina di minuti le orecchie del pubblico in balia di can can, mazurke e tanghi in versione midi, chiudendo con una superlativa versione di Per Elisa interpretata dal maestro Yamaha. La band torna sul palco con un pubblico ancora più caldo e chiude il concerto con le bellissime versioni di Oh Baby e All My Friends.
Mentre torno verso la macchina faccio un’altra domanda a Google: “Come sono gli LCD Soundsystem dal vivo?”. In 0,47 secondi trovo 32 mila e 600 risultati e nessuna risposta alla mia domanda. Seconda fregatura del giorno, dopo le previsioni meteo sbagliate anche questo. La risposta toccherà darla a me: gli LCD Soundsystem sono una delle poche band che dal vivo riescono a unire l’elettronica e il rock creando una simbiosi perfetta. Suoni caldi e puliti, ancora più che nei lavori in studio, specialmente quelli dei primi anni. Sono una delle poche band che ha saputo migliorare con il tempo, raffinando la propria musica, senza perdere l’energia giovanile e sono tra i pochi che sono riusciti a far ricredere i più sul valore delle reunion. Infatti, di solito basta la notizia del ritorno sulle scene dopo anni di inattività di una band che amavi per farti rizzare i capelli. Perché sai che li andrai a sentire, ma sai anche che la magia è finita da tempo e quasi certamente sarà una delusione. Ecco, con gli LCD Soundsystem non è andata così, James Murphy è riuscito a fare la magia. Ora uccidetemi pure, ma per me American Dream è il loro capolavoro, e il live del Ferrara Sotto Le Stelle non può che confermarlo.