L’autunno è arrivato senza che ce ne rendessimo conto: un giorno di pioggia, uno di sole e l’estate ha chiuso i battenti. Durante le fasi di transizione siamo involontariamente portati a chiederci cosa ci riserverà il futuro, quali ostacoli incontreremo, se saremo in grado di superarli e nella migliore delle ipotesi se avremo la capacità di tagliare i traguardi che ci siamo prefissati. Domande comuni che riempiono la vita di ciascuno e che possono muovere concretamente il mondo. L’ultimo album dei Low, Double Negative, nasce proprio dagli interrogativi che ci poniamo ogni giorno e dall’esigenza di capire il presente nel quale siamo immersi senza venire, però, sommersi.
È utile reagire con negatività a qualcosa di negativo o sarebbe preferibile percorrere una strada differente? Questa domanda riassume il vero significato del disco, una raccolta sperimentale per la formazione di Alan Sparhawk che si è avvalsa nuovamente dell’aiuto del giovane produttore BJ Burton per rintracciare le sonorità più adatte per questo lavoro. Dopo venticinque anni di carriera, i padri spirituali dello slowcore sono ancora in grado di stupire, lanciando sul mercato uno degli album più interessanti di quest’anno.
Con la curiosità che ha accompagnato quest’uscita, raggiungiamo i Low al Teatro Dal Verme di Milano, dove si esibiscono per la loro unica data italiana. Ad aprirli c’è la cantautrice Nadine Khouri che al centro del palco, con il suo vestito chiaro, i capelli corvini e una chitarra rossa tra le mani, incanta il pubblico appena giunto a teatro con la sua voce di velluto. Dopo una breve pausa in cui realizziamo che la stagione autunnale dei concerti è stata aperta, arrivano tra di noi Alan Sparhawk, Mimi Parker e Steve Garrington.
Fin dai primi riverberi di Quorum è chiaro che non dimenticheremo facilmente questa serata. I Low dal vivo raggiungono vette emotive che le cuffie non sono in grado di trasmettere. Non capiterà mai, infatti, durante i loro concerti di sentirli rifare una canzone perfettamente uguale a quella della registrazione in studio. Per alcuni gruppi non è un vanto, ma per il trio di Duluth rappresenta un pregio che li colloca direttamente nell’Olimpo delle migliori esibizioni live.
Violenza e delicatezza sono gli ingredienti principali di questo show caldo e avvolgente, interrotto soltanto dai sospiri di chi vorrebbe che l’alchimia non finisse mai e dagli applausi assordanti che accompagnano la fine di ogni pezzo. I Low eseguono uno dopo l’altro i pezzi di Double Negative inserendo dei vecchi brani del loro repertorio come No Comprende, Lies o Spanish Translation. Perfetti nei dettagli, posati e grati nei confronti del pubblico che ha riempito la sala del teatro.
Ci potrebbero essere molte parole per descrivere queste due ore passate in compagnia dei Low, ma istintivamente non si può che dire che si è trattata di un’esibizione toccante. Toccante perché non solo ci siamo entusiasmati di fronte alla loro bravura e alla loro capacità empatica, ma soprattutto perché, anche una volta usciti da teatro per tutta la notte e fino alle prime luci dell’alba, abbiamo continuato a sentirci sotto il loro incantesimo.
SCALETTA
Quorum
No Comprende
Plastic Cup
The Innocents
Tempest
Always Up
Dragonfly
Do You Know How to Waltz?
Lazy
Always Trying to Work It Out
Poor Sucker
Rome (Always in the Dark)
Fly
Spanish Translation
Nothing but Heart
Holy Ghost
Lies
Dancing and Fire
Disarray
ENCORE
Will the Night
Murderer
Fotografie di Alise Blandini