L’artista che scoprì un suo quadro sulla copertina di un libro della Fazi

Lo scorso ottobre è arrivata nelle librerie la nuova edizione di un libro di Jakob Wassermann, Il caso Maurizius, per Fazi Editore. Naturalmente la Fazi ha promosso l’uscita del romanzo sulla sua pagina Facebook, “una delle più appassionate denunce dell’ingiustizia e delle crudeltà borghesi che il secolo ci abbia lasciato“. Tuttavia quello che rapiva immediatamente l’occhio era la copertina della ristampa, la scelta di illustrare un libro del 1928 con quel dipinto dall’aria un po’ bohémien sembrava proprio azzeccata. Così, sulla pagina, alcune persone chiedevano chi fosse l’autore del quadro, e il social media manager della casa editrice rispondeva Aaron Westerberg Fine Art, taggando la pagina dell’artista. Quel dipinto sembrava venire da un altro mondo, eppure era di un artista nostro contemporaneo: con un po’ di stupore cliccai sulla pagina di Westerberg e iniziai a seguirlo. Chissà se come me anche altri sono stati guidati dalla Fazi a seguire i lavori dell’artista, reindirizzati poi a scoprire Il caso Westerberg.

Aaron Westerberg è un artista californiano, ha fatto mostre in giro per tutti gli Stati Uniti, e ha pubblicato i suoi lavori su diverse riviste nazionali e internazionali. Quando è uscito il romanzo della Fazi nelle librerie con uno dei suoi quadri in copertina lo scorso ottobre, lui non ne sapeva ancora nulla. Tuttavia nell’era dell’interconnessione in rete, e dell’iper-visibilità, è davvero difficile nascondere qualcosa, tantomeno l’uscita di un libro in cerca di promozione. Così lo scorso Dicembre Aaron scopre che uno dei suoi lavori è la copertina di un romanzo distribuito in Italia: una sua amica su Instagram vede il libro in un negozio italiano e gli manda una fotografia.

Il dipinto di Aaron Westerberg

A questo punto Aaron, attonito, contatta la Fazi Editore per chiedere spiegazioni. “Ho contattato la Fazi e mi hanno detto che avrebbero messo il mio nome sul libro, lo hanno fatto ma io ho chiesto i credit anche in forma di tag sui social media e un compenso, perché mi hanno rubato l’immagine. Non mi hanno mai chiesto di usarla. E’ stato stampato in Ottobre e l’ho scoperto solo a Dicembre”.

Il dipinto in questione è il ritratto di un amico di Aaron, e ha una straordinaria somiglianza con alcuni dei suoi auto-ritratti. La fotografia del quadro si trova sul sito di Westerberg, ma gira anche sul web, Google Images e su alcuni tumblr, non sempre accompagnata dai credit dell’artista. Anche se non è assolutamente difficile in questo tipo di mondo, nell’era della ricerca per immagini su Google, risalire al nome dell’autore di un quadro, soprattutto quando stai per stampare un libro e lanciarlo in promozione non sarebbe una cattiva idea cercare più informazioni sulla copertina che hai scelto.

Non sapendo cos’altro fare Aaron decide di denunciare pubblicamente su Facebook la vicenda. “Sono un artista e faccio questo per vivere“, ci dice. “Ho contattato la Fazi diverse volte e loro hanno smesso di rispondermi, così non mi crediteranno il lavoro e non mi daranno nessun compenso. Tutto questo fa rabbia“. La sua storia si lega a doppio taglio a quella del copyright in rete, alla velocità con cui le immagini si diffondono sul web. “Questo tipo di furto non è accettabile“, commenta amaramente. L’artista si è rivolto anche ad Amazon, che distribuisce il romanzo, raccontando la sua storia all’azienda di Jeff Bezos. Alcuni dei suoi fan hanno deciso autonomamente di supportare Westerberg denunciando la storia nello spazio recensioni del libro in vendita su Amazon, o direttamente sulla pagina Facebook della Fazi.

La domanda che ci facciamo, a partire da questa vicenda, è come mai la Fazi – dopo essere stata contattata diverse volte dall’artista – abbia deciso di ignorare le sue richieste. “Mi è già accaduto qualcosa del genere, una compagnia cinese stampava i miei lavori e li vendeva tramite Amazon“, non è la prima volta che a Westerberg capita di venire a conoscenza di compagnie che vendono merci usando i suoi disegni senza la sua autorizzazione. Oltre la questione puramente legale (pubblicare un’immagine su Facebook vuol dire cedere i diritti a Mark Zuckerberg?), ci interessa l’aspetto morale della questione.

Una casa editrice che crede nella cultura e nella sua diffusione dovrebbe supportare gli artisti e l’arte in generale, ammettere gli errori e non ignorare le richieste dell’artista, autore del quadro che hai deciso di mettere in copertina sul libro che stai vendendo (nelle librerie e su Amazon) senza un po’ di attenzione nella ricerca delle informazioni prima della fase di stampa. Con un piccolo reminder per tutti noi, le storie sotterranee oggi vengono sempre alla luce.


UPDATE II: A seguito di tutto, la Fazi e l’autore del quadro si sono accordati privatamente per un compenso. Sotto potete leggere la risposta della casa editrice a Westerberg.

UPDATE: La casa editrice Fazi ha risposto con un comunicato su Facebook ad alcune delle domande che ci facevamo qui sopra, riportando la sua versione dei fatti. I crediti dell’immagine sono riportati correttamente all’interno del libro (come era stato riferito anche da Westerberg), e per quanto riguarda il compenso all’artista, Fazi risponde così: “abbiamo intavolato una trattativa con l’artista per il pagamento dei diritti. Non abbiamo MAI comunicato di non volerlo pagare. La trattativa si è protratta per più di un mese perché, tra festività natalizie e problemi di coordinamento interno, non abbiamo avuto modo di affrontare a dovere la questione. Ci eravamo accordati per risolvere il problema nella prossima riunione”. Qui sotto trovate l’intero comunicato della Fazi Editore.

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