Dopo l’attacco al Bataclan di Parigi del 2015, l’industria della musica e quella legata all’organizzazione dei concerti aveva ripensato le proprie misure di sicurezza ai live. Per esempio ai tempi Live Nation aveva annunciato misure eccezionali per prevenire situazioni di pericolo ai concerti. Tuttavia c’era già chi, all’epoca, si era dimostrato piuttosto scettico, come David T. Viecelli, agente di Arcade Fire e St. Vincent: “non è possibile proteggerci contro questo genere di situazione se qualcuno si presenta con dei kalashnikov alla porta“, aveva detto.
La riflessione sul come garantire più sicurezza per i concerti e i grandi eventi in generale è tornata di attualità dopo l’attentato di Manchester, che ha colpito l’Arena la sera del concerto di Ariana Grande. Anche in Italia ci si è interrogati in proposito alle porte dei grandi concerti dal vivo, come quelli previsti a Milano allo stadio San Siro.
Tuttavia il New York Times, partendo proprio dai fatti di Manchester, racconta di come sia difficile e veramente complicato garantire la massima sicurezza per un evento o un grande live. L’attentatore di Manchester, Salman Abedi (che a quanto pare fa parte di una rete), si è infatti fatto esplodere nel foyer [mappa sopra], appena fuori dall’Arena, dove i controlli di sicurezza non c’erano. Impensabile controllare tutti i passaggi dove si concentrano le persone.
Un’altra riflessione del NYTimes è quella sul gioco tra gatto e topo tra le intelligence e gli attentatori. In un’intervista a Russ Simons del Venue Solutions Group, si mette in chiaro questo gioco: ogni mossa che va in direzione della sicurezza è analizzata dall’avversario, e apre a nuove mosse di rimando. Per questa ragione le strategie per mettere in sicurezza i concerti non sono molto pubblicizzate. Il dibattito è complicato, ma non serve spaventarsi in proposito. Il numero di concerti che ci sono al giorno nel mondo è impressionante, e per la maggior parte dei casi l’unico danno che portano in dote è un fischio fastidioso alle orecchie al mattino dopo.
Naturalmente è un dibattito che non interessa solo i concerti, ma ogni grande evento che è occasione di aggregazione e incontro di persone. Per ora non possiamo che augurarci che non si ripeta, e salutare le vittime di Manchester.