La rivincita del nerd

In questi giorni convulsi mi sono imbattuta in due pezzi che mettono in chiaro una volta per tutte le grandi trasformazioni di questo mondo da qualche anno a questa parte: uno è un articolo su Linkiesta dal titolo ‘‘Le spese folli del nerd dopo che ha fatto i miliardi” (che racconta, per esempio, di come Sean Parker – inventore di Napster, e nel team Facebook – abbia speso 10 milioni di dollari per un matrimonio in stile Il signore degli anelli); il secondo è un pezzo uscito sul New Yorker, ”The revenge of the Nerds”, che marca l’influenza dei nerd nel mondo degli affari, ovvero di come sia cresciuta la loro importanza nell’economia mondiale oggi. E’ in questo momento che ho iniziato a chiedermi se il mondo si stia nerdizzando, se sia solo una questione di moda del momento, o se infine sia vero che il nuovo concetto di creativo del nuovo tipo di società in cui siamo invischiati sia quello del nerd creativo. Ma bisogna entrare nel novero della terminologia spicciola per capire anzitutto cos’è un nerd, e cosa è diventato.

1. Cos’è un Nerd prima maniera:

Mi è capitato di discorrere al pub del processo di trasformazione del nerd nel mondo d’oggi con qualcuno che si dichiarava fieramente nerd di prima maniera, nel senso reale del termine, e che mi spiegava le differenze di sfumature col geek (fissato di tecnologia). Ben prima che gli occhiali da nerd diventassero alla moda, e alcuni telefilm sdoganassero una tendenza, un nerd era genericamente associato con alcune caratteristiche abbastanza sfigate, ovvero era un termine utilizzato in maniera negativa: secchione, noioso, fissato, monomaniaco, giocatore di ruolo, e di giochi da pc, outsider sociale, e via dicendo. Negli anni Novanta io ero dall’altro lato della barricata, ovvero mi astenevo dal partecipare a qualsivoglia riunione per giochi di ruolo e affini. Ma io sono sempre in ritardo con i tempi giusti, e dunque i nerd alla fine mi hanno scalzato via. E sono diventati i veri creativi di questo mondo. Non più gli scrittori e gli artisti, che oggi sono alle dipendenze di qualche nerd per il più delle volte. Oppure sono scrittori nerd, che scrivono per i nerd: basti sfogliare le tendenze del mercato editoriale. E’ diventato, questo pubblico, così un trend, da assumere l’aspetto di un vero e proprio genere. Tanto più che nascono addirittura riviste di settore, mentre io resto perplessa al bancone del bar. Ma com’è accaduto tutto questo?

2. Le grande nerdizzazione:

C’è una cosa che separa me e il nerd prima maniera dall’opinione riguardo la trasformazione finale, quella che ha creato la categoria dei novellini nerd, ovvero i wannabe-nerd, che oggi si spalmano la bocca di grandi argomenti, tipo le due bambine che ho sentito una volta in treno affrontare una lunga discussione sull’importanza del 3g. Per me quello che ha aperto le porte alla nerdizzazione del mondo è Facebook, perchè è con Facebook che chiunque ha iniziato veramente a smanettare coi pc, e a trovare alla moda piccoli vezzi da nerd, man mano portando a credere che Zuckerberg sia un fico, un cool prima specie, e che se non l’abbiamo capito subito è solo perchè ogni tanto ci sbagliamo, ma cazzo ha inventato Facebook, un social network creativo, che ci fa esprimere individualmente al 100%, ci permette di comunicare. Il mio è un punto di visto rozzamente comunicativo, insomma. L’altro mi rispondeva che era invece tutta colpa della tecnologia Apple, che aveva creato i nuovi mostri tecnologici, che un i-Phone non fa niente di migliore di un altro smartphone, e che ha fatto diventare tutti tecnologici. Io ho detto, ”secondo a me alla gente della tecnologia non gliene frega niente, è solo che vuole stare su Facebook anche per strada”.

Ma mi rendo conto che la mia opinione old-school sia perfettamente limitata, quindi la conclusione è che Zuckerberg e Jobs siano complici della nerdizzazione del mondo, e della trasformazione in positivo del termine. E quindi anche della geekizzazione. E visto che io sto scrivendo un articolo del genere, devo ammettere la mia sconfitta, e decretare la rivincita del nerd.

3. Nerd chic / Geek chic

A un certo momento hanno tutti iniziato a leggere Wired, online. E’ nato addirittura un magazine di genere, che mi ha fatto strabuzzare gli occhi. Il mondo stava diventando loro, mentre io perdevo tempo leggendo libri di carta, e non era più possibile, perchè loro stavano iniziando a dirmi COME dovevo leggere i libri che leggevo, e dovevo arrendermi prima o poi alle trasformazioni. Non erano solo i Nerd prima maniera ad indicarmi i trend, ma anche i Nerd Chic di seconda generazione: compra questo, fai quest’altro. I nuovi creativi erano in agguato, con gli occhiali da nerd sopra il naso, a indicare le strade battute per la ricchezza vera. Non era più semplicemente una questione comunicativa, o tecnologica, ma una battaglia culturale, che incoronava Zuckerberg e faceva disperdere le parole qui e là. Anche un musicista oggi deve passare per canali totalmente diversi, Forbes ha incoronato Daniel Ek (l’inventore di Spotify) come l’uomo più importante del mercato musicale mondiale.

Forse è una rivoluzione simile a quella che ha portato al ribaltamento del concetto estetico di corpo femminile nella storia, ovvero il ribaltamento del concetto di ciò che è cool o di tendenza, il ribaltamento del concetto di creatività, che è sempre più legata a un codice. O forse non è cambiato niente, è solo un’impressione ottica in un mondo feroce che sta solo sfruttando i nerd per farsi i cazzi suoi.

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