Categories: Storie

La guerra dei puntini

C’è una differenza sostanziale tra una linea definita, tracciata su un foglio con un certo rigore e tra puntini segnati a caso, puntellati velocemente alla rinfusa, cercando di ricoprire interamente la pagina, senza un pensiero o un disegno preciso. Questi ultimi li ha tracciati una matita epilettica, sclerotica, affamata: giusto il tempo di arrivare alle elezioni per creare il potere e poi quei puntini si renderanno conto di essere in contraddizione tra loro: il puntino A non necessariamente sarà d’accordo con il puntino B ed entrambi saranno inconciliabili con il puntino Z.

C’è poi un’ulteriore contraddizione tra i “puntini occasionali” e i puntini che invece si adoperano da un po’. I secondi saranno quelli che probabilmente si sentiranno feriti, che getteranno la propria sana indignazione dietro le spalle, che romperanno le loro webcam con cui hanno creato tale struttura di potere, colpevoli solo di aver creduto fermamente in un’inedita (e millantata) forma di democrazia. I primi invece saranno gli “assopiti”, quelli che si erano svegliati un attimo, giusto il tempo di andare allo stadio e tifare una squadra invece che un’altra e probabilmente sono gli stessi che ne pagheranno tutte le conseguenze.

Ci sarà infine un’altra forma però di puntinismo: i lealisti, quelli che si ostineranno a pensare che qualunque decisione presa dal “capo” sia giusta. Quelli che crederanno ciecamente che le rivoluzioni politiche passino dallo schermo di un computer, quelli che vedono nel “liquid feedback” una nuova cabina elettorale in cui prendere decisioni attraverso referendum senza quorum, interpellando una “rete” fatta dal popolo e per il popolo. Ma chi gestirà i server? chi tirerà i fili della rete? E per quale interesse? Chi controllerà gli accessi? Ci saranno persone che sapranno chi ha votato cosa? L’anonimato nella rete non esiste.

Un’altra questione da considerare è la responsabilità della matita che ha tracciato la linea con in quali i puntini sono tanto arrabbiati. Probabilmente quella mano avrebbe dovuto mettere da parte il righello, provare a reinventarsi, cercare di tracciare delle curve, deviare dal tracciato segnato da elementi esterni, proseguire verso una strada che avrebbe potuto finalmente guardare negli occhi i puntini e dire: «È vero è anche colpa mia. Ma adesso cosa vogliamo fare?». Questa mossa non c’è stata.

La matita ha preferito seguire i diktat di una certa rappresentanza economica, ha preferito l’austerità virando pericolosamente a destra, scontando ora la rabbia e l’energia di chi non arriva a fine mese. E non è poca gente. Ogni giorno si creano 615 nuovi poveri e non è un dato trascurabile. La matita ha scelto di ignorare il precariato, la disoccupazione, il lavoro: in una sola parola si è dimenticato del welfare. Una linea troppo dritta che non ha saputo guardare a sinistra e che ora sta pagando il prezzo di una rabbia generalizzata, incanalata dalla mano che ha ricoperto il foglio di puntini.

Siamo alla fine delle chiacchiere e anche i puntini stanno cominciando a chiedersi cosa stanno facendo, ma in ogni caso sono bloccati e terrorizzati da una linea che non ha mai voluto saperne nulla. E come dargli torto in fondo? Inutile prendersela con loro, le responsabilità sono tutte di chi ha sempre cantato la propria posizione a sinistra, ma che in realtà si è addirittura dimenticato di cosa parla.

I puntini sono tutti lì, diversi tra loro, probabilmente inconciliabili, ma una cosa li unisce: guardano sorridenti la linea che è arrivata alla fine del foglio e che ora non sa dove andare.

Eugenio Maddalena

Studente magistrale del CoRiS alla Sapienza di Roma, ma anche formatore e consulente di comunicazione, è appassionato delle dinamiche che riguardano l’impatto delle nuove culture digitali all'interno della società. Scrive di comunicazione in giro per la rete e di musica qui. Nasce nel 1987, anno in cui si sono sciolti gli Smiths e sono nati i Nirvana.

Share
Published by
Eugenio Maddalena

Recent Posts

Il quarto (sorprendente?) album de i Cani: il requiem di Contessa

E forse è pure l’ultimo. Perché in queste tredici nuove tracce Contessa fa i conti…

1 ora ago

Trovare la propria patria nella lingua: “Origini” di Saša Stanišić

Questa è la storia di un bambino che, all’inizio degli anni Novanta, portava fieramente la…

4 giorni ago

post mortem: il nuovo album de I Cani

Arriva a sorpresa, nel giorno di un mese crudele, il nuovo album de I Cani:…

5 giorni ago

Cento anni di Gatsby: sogni e maledizioni di un secolo americano nelle parole di F. S. Fitzgerald

Una nuova edizione di The Great Gatsby per la collana dei Libri della spiga di…

5 giorni ago

Black Country, New Road: una complicata ricerca di identità

For the First Time, il disco di esordio dei Black Country, New Road, è venuto…

6 giorni ago

Dente e il tour di Santa Tenerezza

Dente è uno dei cantautori che seguiamo dagli esordi. Il 28 marzo è uscito il…

6 giorni ago