Sono passate da poco le 21.30, fa ancora piuttosto caldo per essere il 31 di agosto e la tanta gente arrivata al Carroponte di Milano non aiuta. Già, c’è tanta gente e, onestamente, non me lo aspettavo. Biglietti non esattamente popolari e un weekend che vede la città ancora piuttosto spopolata pensavo influissero maggiormente. Dicevo, sono da poco passate le 21.30 quando sul palco appare, per la prima volta in Italia, Jorja Smith. Capisco fin dalle prime note perché le mie previsioni di scarsa affluenza erano sbagliate. Semplice. Il pubblico la ama e per nulla al mondo poteva perdersi la prima volta in Italia della cantautrice britannica.
Jorja fa capire immediatamente quale sarà il tono della serata: intimo, intenso e profondamente personale. La cantante, lunghi capelli biondi e frangia, in un vestito blu accesso stabilisce da subito una forte connessione con il pubblico grazie a “Try me” apertura anche dell’ultimo disco “Falling or Flying”.
La scaletta abbraccia tutta la sua carriera mixando abilmente i brani più noti del suo repertorio con le tracce del suo ultimo album. Si susseguono le famose “Blue Lights”, “On My Mind” e “Teenage Fantasy”, che accendono un pubblico che canta insieme a lei ogni singola parola. Ma sono pezzi come “Little Things” e “Go Go Go” in cui Jorja ha davvero brillato, dimostrando una maturità artistica che cresce di anno in anno. Le nuove canzoni, arricchite da arrangiamenti elettronici e ritmi coinvolgenti, hanno mostrato un’evoluzione stilistica, pur mantenendo intatta l’essenza soul e R&B che la caratterizza.
Il suo modo di stare sul palco, cavalcando uno dei trend dell’estate, lo definirei Very Demure. Jorja rimane al centro della scena per quasi tutto il tempo, si concede poco spazio oltre al microfono ma è il suo modo per creare una connessione unica con il pubblico che, ricambia, con un calore e un affetto davvero intenso.
A voler trovare un difetto al live la scaletta ha privilegiato, indugiando forse troppo, nella prima parte i pezzi più lenti e intimi del repertorio lasciando per il finale ritmi e sonorità capaci di far scatenare il pubblico. Come risvegliati dopo un lungo sonno, prima di tornare a casa. Una sorta di seduta ipnotica in cui Jorja ci ha cullati nel suo mondo, con la sua voce delicata e poi, ci ha accompagnati di nuovo verso la realtà caotica.
Sicuramente un live che resterà impresso nella memoria di chi ha avuto la fortuna di parteciparvi. Jorja Smith ha dimostrato ancora una volta di essere una delle voci più interessanti e talentuose della scena musicale contemporanea, capace di combinare testi profondi, una voce straordinaria e una presenza scenica magnetica. Abbinato a una live band davvero impressionante.
Non resta che aspettare con ansia il suo prossimo ritorno in Italia.
Scaletta
Try Me
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Blue Lights
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Addicted
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Feelings (J Hus)
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Greatest Gift
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Broken is the man
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She Feels
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Where Did I Go?
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falling or flying
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GO GO GO
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Burn
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The One
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Backwards
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February 3rd
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Don’t Watch Me Cry
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Come Over
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High
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Teenage Fantasy
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Be Honest
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On My Mind
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Little Things
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What if my heart beats faster?