C’era ancora una cosa da fare prima di andare a Parigi a consacrarsi come scrittore. Ma di Parigi, pensò, meglio non parlarne subito agli altri della band. Il garage è pronto, allestito come un vero studio di registrazione, i suoni sanno di blues, quello dell’anima, quello che da sempre per sonorità, per visceralità, piaceva a tutti loro. C’è anche il bassista di Elvis a dare una mano. Per il “Re Lucertola”, c’era da registrare ancora un disco, c’era da incidere L.A. Woman, l’ultima creatura dei Doors, prima di traslocare a Parigi, prima di lasciare l’America e tre mesi dopo, purtroppo anche il mondo.
L.A. Woman è l’ultima cena, è il ritorno alle origini, è il blues che si riprende l’anima della band, è il rifugio sicuro in cui darsi appuntamento per l’ultimo saluto. Dal 1967 al 1971, Manzarek, Densmore, Krieger e Morrison, hanno rivoltato l’America. Jim, sul palco, ha cambiato per sempre la figura e la funzione del frontman in una rock band, e l’ha fatto senza nessuno sforzo, senza nessuna strategia studiata a tavolino. La sua idea di non avere regole l’ha portata sul palco, stabilendo un inedito rapporto col suo pubblico, pronto a seguirlo in qualsiasi eccesso della sua performance. Un’irriverenza e un atteggiamento da cui, senza mai riconoscerlo troppo, il punk prenderà a piene mani.
L’America sempre più impelagata nella guerra in Vietnam, alle prese con un crescente movimento pacifista e di protesta, che, si andava saldando con la lotta e le rivendicazioni per i diritti civili degli afroamericani, metteva Jim Morrison sotto i riflettori soprattutto dell’FBI, a causa della sua “istigazione” a ribellarsi, a non essere schiavi, a non farsi dire cosa fare dagli altri, che era parte delle sue performance live. La Polizia sul palco pronta a interrompere il concerto e portarsi via Morrison è una delle immagini simbolo di quegli anni. Succederà proprio a Los Angeles, trascinato via a forza e arrestato, davanti a 14mila persone.
Ma questo non era il problema principale di Jim, la sua aspirazione era di dedicarsi totalmente alla scrittura, alla poesia, e dunque lasciare la musica e i Doors. Si arriva in questo modo all’ultimo atto. In questo disco incredibile c’è tutto, un tributo al blues di Johnny Lee Hooker (Crawling King Snake) , un singolo come Love Her Madly, per gran parte opera di Robby Krieger, un capolavoro epocale (Riders on the Storm), un reading musicale e WASP (Texas Radio and The Big Beat), un omaggio alla sua Polonia da parte di Ray Manzarek (Hyacinth House). E poi L. A. Woman, il saluto alla Los Angeles notturna e disperata degli eccessi, dove il basso di Jerry Scheff sembra averne colto il battito cardiaco. Si respirava aria di capolavoro mentre si chiudevano le tracce.
Jim non aspetta neanche l’uscita del disco, finita l’ultima session di registrazione saluta tutti e parte alla volta di Parigi con Pam. Proprio lei, tre mesi dopo, lo troverà, senza vita, al risveglio, riverso nella vasca da bagno.