Da Wes Anderson e Jarvis Cocker ci aspettavamo una collaborazione di questo tipo da tempo. I due avevano già lavorato insieme nella pellicola d’animazione Fantastic Mr. Fox, per cui Cocker, oltre ad aver prestato voce e sembianze ad un personaggio, aveva composto il brano country Petey’s Song. Questa volta però, l’ex leader dei Pulp e il regista più originale del cinema contemporaneo, hanno realizzato qualcosa di ancor più intrigante: dietro allo pseudonimo di Tip-Top, Cocker ha pubblicato Chansons d’Ennui, un album in accompagnamento al nuovo film di Anderson, The French Dispatch.
Il progetto, che prevedeva inizialmente soltanto una cover del brano Aline, si è esteso ad altre undici reinterpretazioni di canzoni prodotte in Francia tra il 1960 e il 1970. Tra le cover – selezionate da Anderson e Cocker – ci sono pezzi resi celebri da Brigitte Bardot (Contact), Max Berlin (Elle et Moi) e Nino Ferrer (Looking For You che diventa Amour, Je Te Cherche).
Jarvis possiede certamente il physique du rôle per diventare Tip-Top, popstar fittizia di cui in The French Dispatch ascoltiamo la hit Aline; c’è qualcosa nella sua figura che lo fa essere più che credibile nelle vesti di un cantante d’Oltralpe degli anni ‘60. Cocker non è il primo musicista di lingua inglese ad avvicinarsi alla canzone francese: prima di lui c’erano stati Scott Walker, che aveva più volte reinterpretato Jacques Brel, Iggy Pop con l’album Préliminaires, e più recentemente, i Last Shadow Puppets, che nell’EP The Dream Synopsis riproponevano Les Cactus di Jacques Dutronc. Anche in Chansons d’Ennui ritroviamo un pezzo di Dutronc, l’elettrica Les Gens Sont Fous, Les Temps Sont Flous, che Cocker rivisita in una chiave vicinissima all’originale, rendendola però ancora più irriverente.
Dans Ma Chambre, interpretata in originale da Dalida, e resa famosa dai Walker Brothers con il titolo In My Room, è un assaggio dell’atmosfera cinematografica che caratterizza l’album. Ogni brano di Chansons d’Ennui sembra evocare un certo tipo di cinema francese a cui si ispira The French Dispatch; la presenza della cover di Mao Mao, composta da Claude Channes per la colonna sonora de La Chinoise, è l’ennesimo tributo di Anderson al cinema di Jean-Luc Godard.
In molti riconosceranno l’inconfondibile melodia di Paroles Paroles, resa popolare in Italia da Mina e dall’attore Alberto Lupo, e interpretata in Francia da Dalida e Alain Delon. Qui, ad accompagnare Cocker è Laetitia Sadier degli Stereolab; l’incontro tra le due voci crea un’alchimia che sostiene il confronto con le versioni già conosciute.
In un omaggio alla tradizione musicale francese non potevano mancare le canzoni di Françoise Hardy e Serge Gainsbourg. Anderson aveva già mostrato ammirazione per la Hardy includendo la sua Les Temps de l’Amour in una scena di Moonrise Kingdom; il brano scelto questa volta è la malinconica Mon Amie La Rose, che qui diventa un duetto tra Cocker e la musicista Serafina Steer. L’insidiosa Requiem Pour Un Con, scritta da Serge Gainsbourg per il film Le Pacha, mantiene la coolness dell’originale, con quel ritmo che è al tempo stesso seducente e minaccioso. Aline, in chiusura all’album, portata al successo da Christophe nel 1966, è una sorta di versione beat di Unchained Melody destinata a non tramontare mai.
Se nella sua filmografia Wes Anderson ci aveva abituati a colonne sonore che non si limitavano ad un ruolo comprimario, ma diventavano parte integrante del film, qui il regista va oltre, creando un personaggio, Tip-Top, e un album fittizio che è ora un progetto reale. Un gioco brillante, frutto della genialità di Anderson, che soltanto Jarvis Cocker, con quel suo francese sfacciato dalla cadenza British, poteva interpretare.