È un bel momento per i Big Thief: quest’anno la band ci ha regalato due album incredibilmente belli, usciti per 4AD. U.F.O.F. è venuto fuori a Maggio, ed è riuscito a colpirci con le sue atmosfere rarefatte: impreziosito dalla voce e dai testi di una Adrianne Lenker al massimo della forma, con vere e proprie perle canore come Cattails, il disco si è subito imposto come una delle migliori uscite della scorsa primavera e dell’intero anno. Pochi mesi dopo – e a sorpresa – i Big Thief sono tornati con Two Hands, un altro capitolo on the road di una band che sembra vivere una felice fase creativa.
James Krivchenia è il batterista dei Big Thief – lo abbiamo raggiunto al telefono per farci raccontare qualcosa in più sui due album gemelli e sulle prossime avventure di un gruppo che ormai si è imposto come una delle più belle realtà del panorama contemporaneo, e che promette di farsi sentire nelle classifiche di fine anno. Li aspettiamo in Italia in inverno per le due date del tour a Bologna (22 Febbraio, Locomotiv Club) e Milano (23 Febbraio, Magnolia).
Come mai due dischi in pochi mesi? Sono due splendidi lavori, ma mette curiosità.
Beh sì, avevamo un sacco di canzoni che erano in versione demo e suonavamo in giro, e quando pensavamo al nostro prossimo album volevamo dare alle canzoni un certo tipo di energia piuttosto che averne soltanto una certa quantità. E così siamo arrivati a questo concetto di fare due dischi dividendoli tematicamente. Probabilmente per ragioni artistiche o parzialmente soltanto, abbiamo provato a focalizzarci su ogni pezzo, a metterli a fuoco completamente.
Insomma è un periodo creativo per i Big Thief.
Sì, lo è.
Avete parlato dei due dischi come di due gemelli: U.F.O.F. quello celeste, e Two Hands quello terrestre. Ci sono differenze e connessioni tra i due album?
Diciamo che le canzoni di U.F.O.F. – anche liricamente – danno la sensazione di una musica che è più astratta e sperimentale. U.F.O.F. è una collezione di canzoni che è nata mentre stavamo scherzando con gli arrangiamenti in studio, e ognuno ci ha aggiunto sopra trame e qualcosa di diverso. Anche dal punto di vista dei testi si tratta di un gruppo di canzoni che toccano argomenti più astratti rispetto a Two Hands. Per quanto riguarda Two Hands è un disco che raccoglie canzoni più urgenti, più vicine alle persone, e ci sono anche quelle canzoni più rock che suonavamo di più dal vivo: sono canzoni che si sono formate quasi in modo naturale nei live.
Sì, Not per esempio è un bel singolo rock e Two Hands suona più rock del suo gemello.
Esatto, c’è un po’ più di rock sì.
Hai detto che Two Hands è anche un disco politico senza essere politico.
Sì, è un messaggio che sta dentro la musica. E le persone lo coglieranno se vorranno occuparsene: è nella musica.
È molto interessante come nascono le vostre canzoni. Ho letto che per esempio Adrianne Lenker ha scritto Cattails in una specie di trance alla chitarra, e tu ci hai aggiunto la parte di batteria – e tutto è nato in silenzio, senza bisogno di parlare. È il segno di una speciale sintonia tra i membri dei Big Thief?
Sì, penso proprio che ci sia una sintonia. Abbiamo trascorso un sacco di tempo insieme e questo ci ha messo messo in contatto con i nostri reciproci istinti, ci ha fatto capire a un livello basilare che tipo di musica accende l’altro e cosa invece no. E tutto viene fuori semplicemente dal passare tempo assieme.
Come hai conosciuto il resto della band?
Li ho incontrati perché mi sono occupato della produzione di Masterpiece (ndr – il disco di esordio del gruppo), e avevo un amico in comune – diciamo che frequentavamo gli stessi giri a New York. Conoscevo la musica di Adrianne, e il mio amico Andrew Sarlo che ha prodotto i primi quattro album mi ha chiesto di co-produrre Masterpiece, perché a quel tempo facevo un sacco di ingegneria del suono a New York.
Ci sono band o musicisti che vi hanno ispirato di più nel fare musica?
Ce ne sono tanti, non uno soltanto. Nel senso che credo ci siano davvero tante band differenti e un sacco di suoni da band diverse, perché abbiamo gusti molto elastici nel gruppo – del tipo che a ognuno piace musica diversa ma alla fine poi ci piace uno stesso tipo di musica. Quindi ci sono piccole cose che prendiamo da qui e là, per esempio Leonard Cohen è uno dei preferiti di Adrianne in termini di poesia nelle canzoni. Io amo Neil Young, e tutto quel genere di musica: mi piace quell’energia, nella musica rock lui è uno dei miei preferiti, con tutte le vibrazioni che riesce a comunicare.
Entrambi i dischi sono due lavori molto catartici, anche se li avete registrati in due posti diversi. Uno in una foresta nello stato di Washington e l’altro nel Sonic Ranch Studio in una location deserta. Questi due posti hanno agito in modo diverso sui sentimenti dei due dischi?
Sì, ci sono dei cambiamenti. Sapendo da prima che sarebbero usciti fuori due dischi volevamo renderli unici, e quando sei in studio reagisci davvero all’ambiente in cui ti trovi, come al suono che c’è nella stanza, all’atmosfera dove alloggi, dove dormi e cose del genere. Ci siamo divertiti molto. Ma sì, per provare sensazioni diverse in un posto che fosse in contrasto con l’altro, abbiamo scelto il Sonic Ranch per registrare – perché è molto diverso dal nord-ovest del Pacifico, molto caldo e secco.
Avete parlate di U.F.O.F. come di un disco on the road. Anche Two Hands è un disco on the road, o un no direction home album?
Sì, penso che sia un on the road album anche Two Hands. La maggior parte della musica è stata scritta mentre eravamo in tour, quindi c’è una specie di connessione con U.F.O.F. che è stato scritto praticamente nello stesso tempo. Non c’era fino a sei mesi prima quando stavamo pensando di dividere tutto in due dischi, quindi all’inizio era tutta un’unica roba che Adrianne aveva scritto mentre eravamo in tour.
La voce di Adrianne è davvero unica, in un certo senso mistica. Senti una speciale connessione nel lavorare con uno strumento così particolare come la sua voce?
Sì, assolutamente sento questa grande connessione. È interessante, perché l’altro giorno eravamo in un taxi e il tassista ci stava chiedendo cosa facevamo e dove stavamo andando, e così lo abbiamo invitato a guardare un po’ di roba dei Big Thief su YouTube, ed è stato davvero strano rivedere i vecchi video, sembravamo dei bambini e la voce di Adrianne è cambiata così tanto da allora. È bello vederla crescere, più profonda e matura.
Di recente avete presentato il nuovo album in un concerto speciale a Londra (ndr – lo raccontavamo qui). Come ha reagito il pubblico nell’ascoltarlo dal vivo prima dell’uscita?
Sì, il pubblico era entusiasta, è stato un bel live. Le persone sono sempre piuttosto entusiaste in generale. È stato un po’ strano per noi, perché non abbiamo suonato un sacco di cose ed eravamo anche un po’ impazziti con l’ultimo concerto del tour. In un certo senso non eravamo così connessi con il pubblico come avremmo potuto, ma loro si sono divertiti davvero ed erano interessati.
Qualche mese fa siete anche passati in Italia per il Beaches Brew. Vi è piaciuto il pubblico italiano?
Oh sì, è stato grandioso. Ho un amico che vive a Roma e sono andato a trovarlo il giorno dopo per passare un po’ di tempo insieme ed è stato fantastico. Mi piace suonare lì.
Tornerete il prossimo febbraio in Italia per il tour. Cosa suonerete? Entrambi i dischi?
Non so se suoneremo entrambi gli album, probabilmente no. Forse suoneremo nuove cose, e qualcosa da Two Hands e U.F.O.F. sicuramente, ma in realtà non ci interessa molto dei dischi e di cosa dovremmo suonare. Dopo che un disco è uscito ci piace suonare quello che vogliamo, e spesso si tratta di un sacco di roba nuova.
Magari avrete fatto uscire un nuovo album per febbraio.
(ride) Chissà!
Ci sono canzoni che preferisci?
Non saprei dire, perché ci sono davvero un sacco di canzoni che preferisco. Mi piace molto Not, perché è davvero divertente da suonare live anche perché canto. Aggiunge un’energia differente, e vederla dentro la set list è sempre davvero piacevole. E poi sono molto orgoglioso di com’è venuta fuori Cattails, una registrazione speciale. Mi piacciono un sacco di canzoni a dire il vero.. Mi piace molto com’è uscita fuori Forgotten Eyes nel nuovo disco per esempio.
Qualcosa che vuoi dire ai fan italiani?
Siamo davvero entusiasti di venire in Italia. Ciao!