Dopo un lungo silenzio che sa del peso di innumerevoli aspettative, IOSONOUNCANE è tornato con DIE, il suo secondo album pubblicato lo scorso 30 marzo per Trovarobato, composto da sei tracce – esattamente la metà di quelle del precedente La macarena su Roma – che si presentano come un equilibrio perfetto tra riferimenti musicali e la spiccata originalità di Jacopo Incani.
L’armonia tra estremi già si manifesta tanto nel titolo, che si presta a doppia interpretazione, quanto nella durata dei pezzi, che oscilla fra i due e i dieci minuti, e si insinua tra l’aggressività e la delicatezza, le parti strumentali e le liriche poetiche, il sole e la burrasca, l’enfasi sulle basse frequenze, la lentezza di una marcia funebre.
È un disco che in questi anni si è evoluto fino a diventare uno scrigno che racchiude e custodisce sentimenti e ricordi attraverso suoni stratificati.
L’arrangiamento di un caro amico registrato a casa di sua nonna mentre fuori impazzava una tempesta; le linee vocali femminili intonate dalla cugina – che non sarebbero state le stesse se non fossero state registrate tra vecchie reti da pesca; quel mare onnipresente e dal carattere imprevedibile. E per un solitario e sedentario come lui, per il quale la vita in tour è quasi contro natura, non è cosa da poco portarsi dietro gli affetti.
Jacopo è soddisfatto dell’album, felice anzi, e mentre DIE raccoglie critiche entusiastiche, il 10 aprile arriva al Blah Blah di Torino per la seconda data che lo porta a suonarlo dal vivo. Nonostante la strumentazione gli abbia riservato non poche sorprese, IOSONOUNCANE ha dato dimostrazione della sua bravura performativa, già riscontrata quella volta a Ferrara sotto le stelle nel 2011, in grado di catturare l’attenzione in maniera ipnotica e trascinare dentro paesaggi sonori irrequieti e ritmiche frenetiche e incalzanti.
È imbracciando la chitarra per suonare due dei tre pezzi del primo disco targato 2010 che ancora continuano a piacergli, l’omonimo La macarena su Roma e Il corpo del reato, che conclude il live “con più problemi tecnici della storia dei problemi tecnici”, ma che non riescono ad intaccarne la bellezza.
Fotografie di Alessia Naccarato