Tra le nuove proposte dell’indie italiano c’è Postino, un cantautore fiorentino atterrato sul web il 16 marzo scorso con il video di Blu, la sua prima canzone diventata immediatamente virale. Le cifre raccontano la portata del fenomeno: 72.300 ascolti su YouTube e 142.700 su Spotify. I suoi testi affondano le radici nel cantautorato italiano ispirandosi per esempio a Dalla, Battiato, Fabi e trattano tematiche esistenziali come in Anna ha vent’anni o in Miope, a traiettorie it-pop e sonorità della scena indie-pop italiana e straniera come il sound elettronico fatto di assoli di synth in Blu, Come le balene e Quando non parli o l’utilizzo di chitarre prepotentemente riverberate in Quella scatola. Il 6 luglio scorso è uscito Latte di soia, il suo disco di esordio e attualmente è in giro per l’Italia per raccontare il suo progetto. Questa sera per Indi(e)Avolato e The Goodness Factory sarà in concerto a Torino nel cortile di OFF TOPIC per un live intimo al tramonto. In attesa di vederlo dal vivo ci siamo fatti raccontare qualcosa in più su di lui.
Quando hai capito che saresti diventato un cantautore?
Perché lo sono già diventato?
In giro ci sono tanti progetti che si nascondono dietro a maschere, da Liberato a Myss Keta per citare i più famosi. Anche tu fino a poco tempo fa ti celavi dietro a una busta con un cuore disegnato sopra. Marketing o qualcosa di più?
Inizialmente mi sono nascosto a causa della mia timidezza. Dato che non ho un carattere a cui piace stare al centro dell’attenzione, non amavo mostrarmi in pubblico. Poi sul discorso di non apparire ci ho giocato anche io, ma non so quanto possa essere definita un’operazione di marketing. La parte romantica di questa storia è che quando arriva dal niente una canzone in giro per il web di un tizio sconosciuto di un’etichetta sconosciuta, o la canzone piace davvero e inizia a viaggiare da sola o il tizio rimane sconosciuto e l’etichetta sconosciuta. Non c’è nessuna montatura, nessun motivo secondario per cui la gente dovrebbe ascoltare la tua canzone, la sente perché forse si ritrova in quelle parole. Postino, prima di essere un “personaggio”, è solo una parola accanto a un titolo e questo è quello che ripaga lo sforzo di credere in qualcosa.
“Postino: sono tutte quelle parole che normalmente rimbalzano in camera tra i muri”, in questa frase sono racchiuse la tua musica e il tuo percorso. Quanto ha inciso sulle tue canzoni l’ambiente in cui sei cresciuto?
Sono le esperienze che tutti facciamo, tutti i i giorni, nella quotidianità. Sicuramente i rapporti interpersonali, le relazioni che iniziano e che finiscono sono gli eventi che creano più turbamento nello stato d’animo, però anche il percorso universitario segna l’inizio e la fine di un periodo liminale che porta con sè esperienze per alcuni versi del tutto nuove. Quello che ti accade mentre vivi dà forma a quello che sarai domani per cui è probabile che l’andamento emotivo un po’ sinusoidale degli ultimi anni si sia tradotto in quest’album e ne abbia accompagnato l’uscita.
Dopo aver superato il quarto di secolo è più facile uscire dalla propria camera o rimane ancora un passo difficile da compiere? Quando si diventa adulti davvero nel 2018?
Non ne ho idea. Probabilmente quando impariamo a convivere con le nostre insicurezze, a fare i conti con i nostri disturbi mentali senza evitarli, quando ci prendiamo la responsabilità di essere come siamo facendo si che i nostri limiti non siano limiti anche per gli altri, o più semplicemente come dice Niccolò Fabi l’essere adulti “è sapere e potere rinunciare alla perfezione”.
Nessuno conosceva la tua identità, ma il tuo primo singolo Blu è arrivato in pochissimo tempo nella classifica top 50 Viral Italia. Ti saresti aspettato un successo tale?
È sempre meglio non esagerare con le aspettative per poi non restarne delusi. Nel mio caso, dato che tutto il progetto è nato un po’ dal niente, non mi ero posto grandi mete da raggiungere. Per inciso, nella mia ignoranza, quando Blu è entrata in Top 50 Viral di Spotify, quella classifica non la conoscevo nemmeno.
Ascoltando Blu ho pensato a Blue Monday dei New Order, soprattutto quando canti “In questa notte di lunedì, Roma è vuota e sono pieno di voglia di andarmene via da qui, nascondermi in questo cd”. Che cos’è per te la tristezza?
La tristezza è un sentimento che fa parte di tutti noi e per quanto mi riguarda le emozioni negative rispetto a quelle positive hanno il potere di suscitare la creazione di qualcosa di bello. Dalla malinconia, dai momenti no, nasce sempre qualcosa di luminoso che altrimenti non sarebbe mai venuto alla luce.
Latte di soia è un disco terapeutico, 8 brani nati durante i sei anni del tuo percorso universitario, il regalo che ti sei fatto al conseguimento della laurea. Quali sono state le sensazioni che hai provato quando hai stretto tra le dita il tuo cd?
Banalmente potrei risponderti che queste canzoni per me sono state terapeutiche e probabilmente è così. Fanno parte di me e non potrei privarmi nè di una nè dell’altra, adesso la cosa difficile per quanto mi riguarda è riuscire a farle coesistere nella mia vita a livello di impegni.
Fai una radiografia del tuo album. Quali sono i temi che rimangono impressi sulla pellicola fotografica e qual è la canzone illuminata dai raggi x a cui sei più affezionato?
Il disco cerca di esorcizzare quegli attimi vuoti che sono conseguenze di cambiamenti emotivi in relazione a temi come l’amore, le mancanze, la voglia di evasione, il conformismo quotidiano. Non sono affezionato a nessun pezzo in particolare, l’intero disco rappresenta l’intenzione del disco.
Edoardo Bennato cantava Sono solo canzonette, quanto ha bisogno di prodotti orecchiabili e facilmente intonabili il pubblico? Le canzoni indie sono le nuove canzonette?
Il merito che va dato all’indie-pop è quello di aver portato una ventata di freschezza in mezzo ad un pop di plastica che ormai non diceva più niente alla gente. Essendo all’interno del pop è quasi fisiologico che un brano sia orecchiabile, mentre sul fatto di definirle “canzonette” non saprei, a questa domanda dovrebbe rispondere il pubblico che le ascolta.
Dove potremo incontrarti quest’estate?
Mi trovate qui:
– 19 luglio: Torino, Off Topic
– 21 luglio: Talamone (GR), FonteBahìa Fest
– 28 luglio: Calafuria (LI), Baciami Festival
– 24 agosto: Milano, Magnolia
– 26 agosto: Empoli (FI), Beat Festival
– 1 settembre: Cavriglia (AR), Walden Festival
Per ascoltarlo in cuffia, invece: