Elena Ferrante parlava ne La figlia oscura della lettura come «il suo modo di acquietarsi», l’unico insieme alla scrittura. Dal potente effetto calmante per molti di noi, la lettura nasce come attività singola, solitaria, un momento di riflessione profonda, ma racchiude in essa anche la potenza della condivisione delle parole, la meraviglia dello scambio di opinioni. Incontrarsi e scontrarsi attraverso i libri. È l’insieme di tutto questo che muove il fenomeno dilagante e in continua espansione dei gruppi di lettura, i quali nonostante la pandemia hanno saputo trarre il meglio dalla digitalizzazione forzata e portato un po’ di luce nel buio dell’isolamento.
A tal proposito, abbiamo avuto il piacere di incontrare virtualmente le fondatrici e coordinatrici di tre gruppi di lettura (solitamente in presenza, ma attualmente online) e di chiacchierare con loro: abbiamo conosciuto Acquatica, fondato da Beatrice Carvisiglia e Giulia Recchioni tra Roma e Milano; Lettori in Libertà, gruppo di lettura della libreria Libertà di Torre a Torre Annunziata, coordinato da Marina Bisogno e Ilaria Lanzieri, in collaborazione con Fabio Cannavale titolare della libreria; Tutta colpa di Paul di Clara Marziali, Federica Lanzoni e Chiara Cardone, a Roma. Ringraziamo Beatrice, Giulia, Marina e Clara che ci hanno aperto le porte dei loro gruppi di lettura: ci hanno detto tante cose, ma soprattutto il perché vale la pena conoscere e partecipare a progetti come questi. A loro, la parola e la voce.
Raccontami la genesi del gruppo di lettura: come si chiama e perché questo nome, com’è nato.
Acquatica: «Ci siamo conosciute in un corso di editoria e abbiamo cominciato a frequentare vari gruppi di lettura a Roma, tutti diversi tra loro – da quello in casa editrice a quello focalizzato sulla letteratura dell’Est. Tra un aperitivo e l’altro abbiamo cominciato a pensare di creare uno spazio nostro per parlare di libri e condividere la nostra passione. Arrivata l’estate, ci siamo decise: è nato così Acquatica. L’acqua è notoriamente simbolo di profondità, emozione e intuizione, aspetti chiave per immergersi in un romanzo. Per questa ragione la nostra illustrazione (opera di Francesca Rago, su ig @male.di.miele) rappresenta una sirena, creatura di fantasia che secondo il mito racconta e affascina con le sue storie».
Lettori in Libertà: «Prima di raccontare del gruppo di lettura della libreria e biobar Libertà di Torre Annunziata, città dell’area metropolitana di Napoli, bisogna dire che io sono stata una ragazzina senza una libreria vicino casa e ricordo benissimo quanto ne soffrissi. Questo significa che a Torre Annunziata, a parte cartolibrerie (mio nonno ne aveva una), non c’è mai stata una libreria indipendente come la intendiamo oggi. La libreria Libertà è per questo un patrimonio da difendere, lo dico ogni volta che mi capita di parlarne. I gestori della libreria si sono inventati un format che si chiama Lettori in Libertà e comprende sia delle pillole video settimanali in cui ciascun frequentatore della libreria si mette in gioco consigliando un libro, che il gruppo di lettura. Sono le due facce di uno stesso progetto di condivisione e partecipazione. Il gruppo di lettura, in particolare, è nato da una chiacchierata tra me e Fabio Cannavale, titolare della libreria. Siamo partiti da qualche mese. Fabio ha dato a me e ad una mia cara amica, Ilaria, carta bianca per l’organizzazione, ma noi ci teniamo che lui sia al corrente di come ci muoviamo, ecc».
Tutta colpa di Paul: «Un weekend di ottobre del 2018 la mia amica Federica è venuta a trovarmi a Milano. Il sabato mattina ci siamo trovate a Verso, una delle librerie indipendenti più belle e attive di Milano ed entrambe stavamo finendo Invisibile, uno dei titoli di Paul Auster. Qualche mese dopo quel weekend, mi sono trasferita a Roma e nel treno di ritorno pensavo a un modo per reintegrarmi nella città e tra una pagina e l’altra ho avuto un’illuminazione: perché non creare un gruppo di lettura? Io e Federica, oltre ad essere amiche dai tempi dell’università, eravamo anche grandi lettrici. Il collegamento nella mia testa è stato immediato. Però sentivo che mancava un pezzo a questo duo. Erano anche i primi tempi della diffusione del bookstagram e io seguivo quotidianamente @Sorrideredibrutto aka Chiara, una ragazza dolcissima di Roma, che parlava di libri come un incanto. L’ho contattata, senza conoscerla, e le ho proposto di imbarcarsi nel progetto. La sua risposta pronta è stato un sì. Ci siamo incontrate tutte e tre e in un’ora di chiacchiere, caffè e the, abbiamo organizzato tutto: la modalità del gruppo, come diffonderne la notizia, che tipo di libri scegliere. Il nome? Io e Federica ci siamo guardate e subito abbiamo pensato a un qualche collegamento con Paul Auster, che era stato appunto uno degli ultimi libri letti insieme ad averci affascinato. Di chi è stata la colpa, quindi? Di Paul, appunto! Il nostro gruppo di lettura si chiama Tutta colpa di Paul. (Ci tengo a dire che la mia idea del gruppo di lettura, in quel viaggio di ritorno a Roma, l’ho avuta anche grazie a un gruppo di lettura storico di Milano che si chiama Lasciate stare Oscar Wilde, gestito da Chiara Villa, che per me oltre ad essere una spalla e una consigliera in fatto di gruppi di lettura, è stata anche una persona di grande ispirazione!)».
Le librerie Libertà e Verso
Qual è il processo dietro la scelta del libro da leggere?
A: «Il nostro è un lavoro di accurata selezione di testi pubblicati da case editrici indipendenti, realtà spesso meno note ma ricche di originalità. Leggiamo prevalentemente donne, esordienti e non, sempre nell’ottica di valorizzare voci creative e fuori dal principale circuito editoriale. Questo ragionamento per noi è importante perché crediamo che ogni progetto culturale, anche piccolo, abbia la possibilità di veicolare messaggi rilevanti. Acquistare un determinato libro rispetto a un altro è una scelta che ha un impatto sul mercato editoriale e sul modo di ragionare sul libro, su chi lo scrive e su cosa vuole rappresentare. Per esempio, recentemente abbiamo letto Le divoratrici di Lara Williams, edito Blackie edizioni, e Mandibula di Monica Ojeda, pubblicato da Polidoro Editore. Ogni mese scegliamo un tema e stiliamo una lista di libri tra cui votare. Naturalmente, i temi possono essere dei più disparati: abbiamo parlato di infatuazione così come di corpo, questo mese invece ci dedichiamo al concetto di sperimentazione».
LiL: «Ogni volta si propongono quattro titoli diversi, si spazia tra generi, epoche, geografie. Ad esempio: quattro titoli di classici della letteratura, quattro titoli di romanzi recenti di scrittori o scrittrici contemporanei, e così via. Si apre una votazione tra i componenti del gruppo che resta aperta per alcuni giorni, il libro che riceve più voti è quello che il gruppo adotta. Dopo circa un mese ci si incontra per parlarne, visto il periodo ci stiamo incontrando su meet».
TcdP: «Ogni mese cerchiamo di darci una tematica oppure un parametro molto generale sotto cui far ricadere la scelta. Per esempio, a febbraio proponiamo sempre un libro che ci conduca a riflettere sul tema della Memoria o sulla storia relativa al periodo della Seconda Guerra Mondiale; nel mese di marzo proponiamo solo libri scritti da autrici; oppure proponiamo titoli di libri minori di scrittori di successo, libri che altrimenti nessuno leggerebbe o in pochi leggerebbero. Non abbiamo una linea strategica che seguiamo in modo rigido e preventivato, quando è il momento di scegliere la lettura del mese, io Chiara e Federica ci confrontiamo su quello che vorremmo approfondire e far approfondire – mi viene in mente che a seguito dell’uccisione di George Floyd lo scorso anno, avevamo proposto dei titoli sulla tematica del razzismo e abbiamo letto tutti insieme La prossima volta il fuoco di James Baldwin. Ecco, dipende, sia dai fatti che viviamo, dal contesto, o da quello che in generale pensiamo possa essere un arricchimento per tutti. Di base, pensiamo che la lettura e soprattutto la lettura condivisa, dove segue sempre un dibattito e un confronto, siano uno dei migliori veicoli verso una maggiore consapevolezza del passato, della storia, e della vita che stiamo vivendo. Cerchiamo quindi di essere molto sensibili e di avere un nervo sempre scoperto nei confronti dell’attualità. Scegliamo un po’ in base al cuore e un po’ in base a questo nostro desiderio di instaurare confronti costruttivi. Una volta scelta la tematica, proponiamo quindi tre titoli al nostro gruppo (su Telegram e sul profilo Instagram) e tramite un sondaggio viene scelto a maggioranza il libro del mese definitivo tra le nostre tre proposte».
Come si mantiene un dibattito libero e creativo?
A: «Acquatica è uno spazio aperto, e noi teniamo molto alla piena espressione da parte di tutti i partecipanti, che possono dire la propria sapendo di trovarsi in un contesto sicuro e non giudicante. Ovviamente capita di imbattersi in libri più scomodi, che dividono le opinioni e alimentano un dibattito più acceso. Crediamo però che la divergenza di punti di vista sia un valore aggiunto. Infatti spesso accade che si parta con un’idea precisa a inizio incontro e si arrivi alla fine con nuove prospettive sul romanzo e sulle questioni che pone».
LiL: «Il dibattito libero e creativo è la premessa, nessuno deve sentirsi escluso. Proviamo a condividere le nostre impressioni sul testo, anche ironizzando, a confrontare le nostre interpretazioni, l’idea che ci siamo fatti di un personaggio, dell’uso del linguaggio. È uno scambio di visioni».
TcdP: «Lasciando da parte i pregiudizi e accettando il fatto che ogni persona ha la propria sensibilità, la propria interpretazione, quindi il proprio pensiero. In un concetto: seminando libertà. Non è semplice sentir parlare male di un libro che hai amato, che ti ha lasciato qualcosa, non è semplice all’inizio condividere uno spazio con persone che possono avere un’idea totalmente opposta alla tua, ma in questo c’è un momento di crescita incredibile e indimenticabile. Grazie al gruppo di lettura si impara ad avere una visione meno parziale delle cose, si impara a guardare l’altra faccia della medaglia, si fanno dei collegamenti che non avresti altrimenti fatto, si inizia a vedere il mondo con tante paia di occhi che non sono solo i tuoi e questa è una risorsa che tutti dobbiamo permetterci. Alla base quindi ci deve essere il rispetto per tutti i partecipanti, anche nelle controversie, anche per chi alza la mano e dice che il libro non è stato bello né interessante e per chi dice che l’autrice o l’autore non sono stati all’altezza. Ma è davvero pazzesco come si arriva all’appuntamento mensile con un’idea e si esce dalla serata e dalla discussione con la stessa idea ma leggermente modificata. Tutti abbiamo un processo evolutivo all’interno del gruppo di lettura, proprio perché l’altro ci dà una visione che stabilizza o destabilizza a seconda del caso, e che in generale aumenta il bagaglio. Ne usciamo migliori, più liberi, e con la sensazione di aver dato spazio alle idee di tutti. Racchiuderei tutto con una sola parola che è accoglienza».
Occupy Austin reading group
In che modo si differenzia l’esperienza collettiva di condivisione di un libro rispetto alla lettura individuale?
A: «La lettura è generalmente una passione considerata solitaria. Noi stesse, lettrici forti fin da bambine, dai gusti molto definiti, siamo cresciute coltivando un rapporto prettamente individuale con il libro. Tuttavia, quello che un gruppo di lettura può dare è lo scambio di visioni e di esperienze. Leggere in gruppo è uno strumento utile a mettersi in discussione e uscire da ciò che già si conosce, esplorando testi spesso lontani dai propri gusti personali. Noi stesse stiamo spaziando molto, e forse grazie ad Acquatica riusciamo talora a uscire dalla nostra “comfort zone letteraria”, fatta solo di romanzi ritagliati sulle nostre inclinazioni».
LiL: «L’atto di leggere resta individuale anche nel gruppo. Il corpo a corpo con la parola scritta, l’immersione del lettore nel testo non cambia. Cambia il dopo, quando giunge il momento di girare l’ultima pagina e riporre il testo. La condivisione della propria esperienza di lettura in un gruppo può condurre anche lontano dalle proprie interpretazioni e credo che per un lettore curioso e non autoreferenziale questo sia il massimo. Ci si accorge, pian piano, che chiacchierare di letteratura, di narrativa, dà accesso ad uno scambio umano intimo, io lo trovo un processo affascinante, in questo tempo pandemico scalda il cuore».
TcdP: «La lettura individuale è un’esperienza isolata e personalissima, si legge per tanti e svariati motivi, e ognuno è colpito da fattori differenti: chi ama una buona scrittura, chi ama trovare sempre una trama coerente, chi è attaccato a un determinato autore o periodo storico o genere, chi ama trovare molti personaggi, e così via. Ognuno ha la sua motivazione che lo spinge alla lettura, e anche quando si dice che la lettura è passione, in realtà non è mai solo una passione, proprio perché leggere è già interpretazione di una realtà diversa dalla nostra – il solo fatto di avere a che fare con un’autrice o un autore e le parole stampate su un libro non ci lascia scampo al pensiero che non siamo più soli, siamo insieme a qualcun altro, che in qualche modo ci cambia, seppure in modo impercettibile. Leggere in un gruppo di lettura significa rinunciare alla totalità della tua singola esperienza e spogliarti delle tue emozioni: metti in campo la tua interpretazione e ti attivi affinché l’altro possa raccontarti la sua; soprattutto, grazie al pensiero dell’altro, quasi sempre diverso, anche tu fai un passo ulteriore, ti fai nuove domande, ti poni nuovi quesiti, riesci a trovare un punto di vista che solo grazie al confronto si solleva dentro di te. L’esperienza collettiva è determinante, è prosperità culturale e sociale, è una fortuna di cui noi non vogliamo più fare a meno. Leggiamo in gruppo perché i dibattiti e le discussioni aprono sempre nuovi scenari, ne usciamo sempre con più vita, con più chiarezza, con più consapevolezza. Quando una serata finisce io sento dentro un fuoco gentile, quello che scalda senza pericoli, che ti fa essere felice di aver creato qualcosa che non può far altro che unire e fare del bene».