Interviste

Intervista ai Canova | Waiting for Bleech Festival

Il Bleech Festival vi sta aspettando al Parco della Cavallerizza di Piacenza da oggi fino al 3 Settembre. La rassegna organizzata dall’associazione Propaganda 1984 e dedicata alla musica indipendente italiana e alle più gustose proposte di street food  (a proposito: qui puoi vincere due kit drink & merch per il festival) promette benissimo anche per quest’edizione. Abbiamo raggiunto i Canova, che saranno ospiti del festival stasera, per un’intervista alle porte del loro live. Buona lettura.

Stasera sarete tra gli ospiti della terza edizione del Bleech Festival, la
rassegna musicale che si svolge al Parco della Cavallerizza di Piacenza. Avete mai
suonato in questa città o c’è qualche ricordo che vi lega al capoluogo emiliano?

A Piacenza non ci abbiamo mai suonato, al Bleech sarà la prima occasione per conoscere la città.

Esprimete un desiderio: che cosa vorreste assaggiare appena arrivati a Piacenza?

Del buon Gutturnio fresco.

Facendo un bilancio del vostro percorso artistico, dagli esordi alla pubblicazione
del vostro primo album Avete ragione tutti fino ad arrivare a quest’estate
caldissima e densa di tappe in giro per l’Italia, quali sono stati i momenti migliori
e quali, invece, i peggiori?

Sono state tante, tante date e la verità è che siamo molto confusi su tutto quello
che è successo, quindi aspettiamo la fine di questo tour per ricordarci qualcosa.

Canzoni come Vita Sociale e Portovenere hanno superato il milione di ascolti su
Spotify, Expo e Brexit raccontano perfettamente il momento sociale e storico che
stiamo vivendo, mentre Threesome è tra i tormentoni estivi di quest’anno. Vi
sareste mai aspettati di finire nel frullatore del successo?

‘Successo’ forse non è la parola adatta, ma sicuramente è andata molto, molto
bene. Nessuno può aspettarsi qualcosa del genere quando pubblica un disco di canzoni,
forse ci spera ma non è così facile che le situazioni vadano come vorresti. Quindi siamo
molto soddisfatti di tutto e rifaremmo tutto allo stesso modo.

Il vostro rapporto con i social network vi permette di dialogare direttamente con
le persone che vi seguono. C’è qualche canzone del vostro repertorio che è stata
scritta grazie al contributo del pubblico?

No ancora no, e non crediamo che accadrà. Le canzoni le viviamo come un evento intimo non per forza collegate a un discorso commerciale. Tra la
scrittura e la pubblicazione ci sono molti aspetti in mezzo che non sono spesso
compatibili.

La scelta di chiamarsi Canova implica un approccio costante all’estetica del bello. Qual è il vostro rapporto con l’arte e quanto influenza la musica e i testi delle vostre canzoni?

Siamo molto appassionati d’arte e forse questo nome non è casuale. Ma la scelta
allora ricadde molto sulla fonetica e sulla sua forza visiva.

Se in un’altra vita poteste rinascere pittori o scultori, di quale corrente vi
piacerebbe essere esponenti e perché?

Forse del realismo americano; è una corrente artistica che potrebbe essere
accomunata ai testi delle nostre canzoni che sono strettamente legati al contesto
sociale che viviamo, trattato con semplicità ma efficacemente. Ci vengono in mente
Rockwell e Hopper per esempio.

La canzone che riscrivereste nello stesso modo e quella che, invece,
correggereste o addirittura cancellereste.

Come detto prima, siamo molto soddisfatti di tutto. Abbiamo registrato il disco in
6 giorni e questo non ci ha permesso di stare molto attenti ai dettagli o a rifare
alcune cose. Però crediamo che questa è stata una delle sue forze, quindi anche
oggi lo registreremmo in 6 giorni, forse 7 dai.

Tra i gruppi e i cantautori della scena italiana ce n’è qualcuno che secondo voi
non è ancora stato notato dal pubblico e della critica, ma che meriterebbe una
porzione di notorietà?

Oggi tutti hanno delle vetrine per mostrarsi, grazie ai social. Il tutto sta ad
arrivare davvero alle persone che ci stanno dietro. Questa cosa comunque non è
facile per niente, e un musicista non dev’essere un esperto di marketing.
Quest’anno ci sono piaciuti tanto gli esordi di Colombre e Giorgio Poi.

Immaginate di essere in grado di viaggiare nel tempo. C’è un festival o un
concerto di un artista a cui avreste voluto partecipare?

Eee troppi concerti. I Beatles, Elvis, i Doors, ma abbiamo sempre avuto il mito di
Woodstock quindi saremmo stati volentieri in quel fango.

A fine settembre terminerà il vostro tour estivo, quali programmi avete per
l’autunno?

Stiamo già programmando delle cose che accadranno quando questo tour sarà
finito. Manca poco.

Ilaria Del Boca

Viaggi, musica, arte, guai, un bacio, un bel vestito, una poesia - che ti sazino il cuore io non l'ho detto mai, ma il tempo passa in loro compagnia.

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Ilaria Del Boca

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