Prenditi una pausa: dai drammi, dalla vita, dal logorio urbano, e anche dalla felicità se è il caso. Dai un ascolto al nuovo album di Indian Wells, Pause. Fai un giro del mondo da Lipsia alle notti di New York City, lasciati cullare dai respiri soffici di questa elettronica soffusa, perditi. E per finire ritrovati, tutto intero o a pezzettini. Di Indian Wells vi avevamo già parlato: producer cosentino che dopo Night Drops torna ora con questo disco per la Bad Panda Records. Lo abbiamo sentito misurarsi con il tennistronic agli esordi, e lo ritroviamo oggi maturato con questo LP che ci fa render conto di quanto sia oggi un prodotto di alta scuola l’elettronica made in Italy. L’elettronica come soundtrack di un’intera generazione.
I singoli che man mano hanno anticipato l’uscita dell’album ci hanno rapito fin dagli attacchi. Che terra è quell’Alcantara che ci delizia coi suoi suoni che portano già altrove?, e raccontano un’immersione profonda e melodica che ricorda in un qualche senso il Gold Panda di Marriage. E che dire degli scoscesi saliscendi di Mountains, che seguono le rotte di suoni che ripercorrono davvero piccoli movimenti di salite e ridiscese, mentre i suoni crescono man mano che si va sempre più su in fondo al pezzo. Indian Wells è davvero pronto al grande salto che molto presto lo farà passare da opener di live di producer internazionali come Derwin Schlecker a vero e proprio headliner che monopolizza l’attenzione del pubblico.
I suoi suoni sono completi, basta farsi rapire da Changes, e tornare punto a capo in un’eterna riproduzione del disco. Quando l’elettronica diventa droga, vuol dire che si è commesso un reato: quello di aver composto ottima musica. E come son belle le New York Nights che attraversiamo durante tutto il viaggio ideale che ci porta a fare da Cosenza all’universo intero Indian Wells. Un album così lo desideravamo proprio. E siano lodate le voci soffuse che ci cullano e fanno andar via e restare. Onirico.
Qui lo stream dell’album per l’ascolto.