In Zaire – White Sun Black Sun

Il “sole bianco” e il “sole nero”, il cosmo e l’Africa, pianeti che danzano trascinati da violente ed epilettiche ritmiche tribali in uno stratificato caleidoscopio sonoro: sono molte le anime che popolano le sette tracce di White Sun Black Sun, primo lavoro full-length degli In Zaire, anime apparentemente diverse tra loro eppure vicine, connesse, strettamente intrecciate le une alle altre.

L’esperienza cui danno vita Claudio Rocchetti, Stefano Pilia (già Massimo Volume) e i due ex G.I. Joe Riccardo Biondetti e Alessandro DeZan, ha il sapore di una enorme jam session in cui gli slanci psichedelici più visionari e distorti sposano alla perfezione i primordiali ritmi del Continente Nero, esplicitamente richiamato anche nel nome stesso della band.

Sette tracce, sette soggetti astronomici cui viene affidato il compito di travolgere l’ascoltatore tra impianti percussivi dirompenti e chitarre graffianti, che spaziano dal noise al funk alla psichedelia pura, mantenendo però sempre un’impronta compositiva ben salda.

Sun” apre le danze con sonorità dure e schemi ai limiti dell’ossessività, che culminano nella parte finale in una vera e propria raffica di colpi d’artiglieria, mentre in “Moon” le rumorose e acide digressioni chitarristiche inseguono le trame tratteggiate dai ritmi in stile afro.

Con “Mars” e “Jupiter” si placa temporaneamente la tempesta, con l’ingresso in scena di architetture sonore più dilatate al centro delle quali si va però ad interporre il funk visionario di “Mercury”, per giungere infine all’accoppiata di chiusura “Venus”-“Saturn”: trascinato gioco delle parti tra chitarra e batteria la prima; piéce dal doppio volto la seconda, con un inizio impalpabile e una seconda metà via via sempre più distorta e rumorosa, che sembra quasi concludersi in una liberatoria esplosione degli strumenti.

Un lavoro viscerale, possente, sporco di rabbia e passione, che colloca immediatamente l’eterogeneo quartetto tra le novità più interessanti degli ultimi tempi, per accuratezza ed imponenza dell’intera opera. Disponibile in vinile in edizione limitata e impreziosito dall’ottimo lavoro grafico ad opera di Fred Par Kraat, White Sun Black Sun allieterà non solo l’udito, ma anche la vista e il tatto dei più appassionati amanti del supporto fisico: un motivo in più per lasciarsi sopraffare dalla primitiva “bestia” che si cela dietro il nome In Zaire.

Tracklist:

  1. Sun
  2. Moon
  3. Mars
  4. Mercury
  5. Jupiter
  6. Venus
  7. Saturn
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