Today, we choose violence. No vabè non troppo. Sarà che abbiamo appena finito di leggere Alla ricerca dell’oblio sonoro di Harry Sword (alla buon’ora), ma questa settimana scegliamo il drone, le frequenze basse, la distorsione e i ritmi dispari. Così. Ma non solo ovviamente, ci sono anche cose carine da proporre.
Entrañas & Ene Ese – Mosquero Negro
Debutto collaborativo per i due producer ecuadoregni. Uno dei ritmi tradizionali del loro paese è il 6/8 dello yumbo; ritmo peraltro reso famoso in Italia da Rino Gaetano (scherziamo). Come fare della club music su una cadenza dispari così lontana dai 4/4 a cui siamo abituati? In questo pezzo una risposta, peraltro a bpm non molto sostenuti. In caduta libera.
Wrecked Lightship – Hex
Anche qui, un duo composto da DJ, stavolta entrambi di Bristol. Trip hop, hip hop ma soprattutto dub. Tanto dub. Questo pezzo è un fiume sotterraneo di basse frequenze, bleep e arpeggi di synth dal sapore trance. Porta contemporaneamente verso l’alto e verso il basso, è il momento in cui un aereo decolla e ci si sente schiacciati a terra.
The Body & Dis Fig – Holy Lance
Ancora più in basso, ancora peggio. Ancora, poi, una collabo, stavolta fra un duo doom metal sperimentale e un’artista industrial/electro. Musica sensuosa, dalla consistenza della cera, e la voce di Dis Fig pare infatti un qualche rituale esoterico, su una base di rumore distorto, colloso ma urticante. Come abbracciare un cactus. O mangiare un ananas con la buccia.
Al Wootton – Tone Circle
Qui siamo davanti a qualcosa di solo leggermente meno inquietante. Club music poliritmica, una cassa in levare, clap in controtempo, percussioni dappertutto. Sopra (o in mezzo, o sotto), effetti di musica concreta, Jumanji, lingue sconosciute, sussurri, pericolo imminente. Questa fa il paio con un pezzo uscito nella terza puntata.
Vegyn & John Glacier – A Dream Goes on Forever
Un attimo torniamo alla civiltà, e precisamente a Londra, a Hackney. John Glacier esce oggi con un nuovo ep ma ne avevamo già parlato un paio di settimane fa. Quindi questo pezzo in collaborazione con Vegyn, già con Frank Ocean, che di solito fa un’elettronica struggente tipo quando uscivi da scuola il sabato. Siamo dalle parti di una Futura Free dieci anni dopo, quando il sabato esci da lavoro e magari piove pure.
Saskia – 210123
Da Bristol a Londra, e ritorno. Di nuovo dalle parti del dub, della trance, della musica che evoca paesaggi equorei (parola scoperta ieri), sottomarini. Questo pezzo dell’artista giapponese è musica trance senza alcuna sovrastruttura, un semplice arpeggio di synth che viene avanti e si ritrae. Nient’altro, minimalismo puro ma evocativo al massimo grado. Il vuoto che gocciola.
E’ tutto per questa settimana, chissà la prossima se ne usciremo. Intanto, ricordatevi di seguire la playlist qua sotto!