MK Velsorf, Aase Nielsen – Prelude
Per l’etichetta di Laurel Halo, un disco che si immagina colonna sonora di una Los Angeles noir ma con un’inestinguibile punta di incomprensibilità. Michael Mann plus Strade Perdute. Basinksy plus ML Buch. Musica per subconscio.
N NAO – Pleine Lune
Dopo Lou-Anne Cassidy la scorsa puntata, un’altra artista dal Québec che tenta di spostare un po’ i confini del pop post-Brat. Qui troviamo arpeggi trance da sfondo a una dolce melodia con l’autotune, che man mano si contorce smette di essere linguaggio per diventare puro suono. Ululato.
Klein – Role of Fear
A proposito di contorsioni e ululati. Se per Patti Smith la chitarra di Tom Verlain era il suono di mille uccelli, quella di Klein, protagonista di questo agghiacciante brano, è il suono di una psiche di vetro in frantumi dopo una caduta libera, ogni nota un frammento che si stacca e vaga in cerca di trascendenza.
venturing – We Don’t Exist
Per placarci, tornare al conosciuto, al familiare. Disco shoegaze nell’accezione Gen Z, e cioè indie pop vagamente slacker, lo-fi il giusto, irresistibile sicuramente. Un viaggio poco prima dell’alba, la macchina ghiacciata che si accende, per andare a scuola o per saltarla e andarsene lontano.
Jako Maron – 1 Piton 3 Filaos
Chiudiamo con un triplo carpiato back to the unfamiliar. Precisamente nell’isola di Réunion, colonia francese dove si parla un creolo che, stando ai titoli di questo disco uscito per la sempre interessante Nyege Nyege Tapes, ha una musicalità commovente. Qui la forma musicale tradizionale, Maloya, viene incorporata in una techno minimalista e minacciosa. Drone island.
Per questa puntata è tutto, alla prossima! Intanto per rimanere aggiornati, mettete like alla playlist qua sotto!