Secondo appuntamento di gennaio, e già tanta ciccia, tante anticipazioni, tante voci. Eccola qua.
Dj Koze, Ada – Unbelievable
Una melodia classica, struggente, metà Wrecking Ball metà Club Silencio, cantata da Ada, intellegibile solo nel ritornello, perché per il resto del pezzo Koze si diverte a looparla, tagliuzzarla, e servirla su un tappeto di stab e fruscii. Qualcosa di lynchiano.
Lucrecia Dalt, David Sylvain – cosa rara
Qualcosa di wannabe lynchiano. Finché Dalt ci mesmerizza con il suo, ormai familiare ma sempre vagamente minaccioso mix di ballad ispanofona e scheletrismo, siamo rapiti. Peccato per il vecchio Sylvain, poco incisivo.
Lou-Adriane Cassidy, N NAO – TDF
Dallo spagnolo al francese, québécois per la precisione, per questa artista che ci ricorda, nel mix fra gusto pop, passione per le stratificazioni e per lo shapeshifting, una vecchia conoscenza di questa rubrica, Saya Gray. Stimolante divagazione (hyper-chamber)pop.
Lust For Youth, Croatian Amor – Dummy
Ma torniamo alla malinconia, che ci piace tanto. Synth-pop estivo, ma di fine estate, il primo giorno che esci di casa e, improvvisamente, inaspettatamente, serve un giacchetto. Vegyn, John Glacier i nomi che vengono in mente. Assolutamente sì.
Vanessa Amara – There’s more to this than what you…
Titolo chilometrico che infatti lasciamo a metà. Il duo di Copenaghen confeziona un disco tutto di sample di musica gospel e r&b sagomati e adagiati su un tappeto glorioso e gioioso di organo ed elettronica. Bliss.
Quiet Light – Bronco
Lei, giovanissima artista texana, è difficile da rintracciare altrove. Parliamo sempre di sample e loop, ma qui usati in modo del tutto diverso. Non picchi dopaminergici ma confortevole brusìo di sottofondo. Una collabo fra Laurie Anderson e Tim Hecker, casa e chiesa.
Per questa volta ci fermiamo qui. Intanto, mettete like alla playlist qui sotto, e a presto!