Importante milestone per questa playlist, siamo alla decima puntata. Forse non a caso i primi caldi, le gitarelle, le bonheur. Questa settimana andiamo di ariosità, ritmi sfrangiati, esperimenti liquidi. Una puntata elementale.
Paul Mahoux – Tohu Bohu An Rinceoir
Tohu Bohu è un’espressione biblica che significa grossomodo caos, mentre rinceoir è parola irlandese dal significato di ballerin*. Un titolo translinguistico per un pezzo strumentale che mischia percussioni house, strati di chitarra slide country blues e tracce vocali fantasma. Fare urbex in qualche discoteca abbandonata.
Bianca Scout – Chances
Questa è quando si va a fare urbex e cala la notte, e l’eeriness frammista a inquietudine prende il sopravvento. Tracce vocali mandate al contrario, ogni tanto qualche frammento di beat jungle o dub, poi cala il silenzio, solo qualche nota di pianoforte. Se la serata più intensa della tua vita fosse un carillon, sarebbe questo pezzo.
Saya Gray – 2 2 BOOTLEG
Di solito per parlare di pezzi pop composti da più movimenti o segmenti si usa il termine operetta, diciamo da Good Vibrations in giù. Tutte le canzoni di QWERTY II, nuovo disco di Saya Gray rispondono a questa grammatica segmentale. Nel pezzo ogni movimento è un capolavoro di melodie weird ma immediatamente familiari, una fuga zoppicante verso la canzone perfetta.
Sunna Margret – Figure
Una figura è qualcosa di reale che racchiude, anticipa e prefigura qualcos’altro (chiedere ad Auerbach). Allora seguendo questo trip la canzone è una prefigurazione di un pop totalmente libero da vincoli armonici e/o algoritmici e/o di genere, un flusso quasi casuale di rapporti (voce/percussioni/armonia) che si formano e si disfano continuamente, in modo liquido, inafferrabile. Attendiamo.
Reyna Tropical – Lo Siento
Qui i rapporti, quelli ancestrali con la propria terra, il Messico, sono fondamentali per Fabi Reyna, chitarrista incredibile ma non solo, fondatrice di She Shreds Media, piattaforma dedicata a figure musicali femminili dimenticate. Questo pezzo richiama il chitarrismo congolese ma allo stesso tempo la progressione è di quell’indie primaverile che spezza il cuore. In modo buono intendiamoci.
Kopy – Hole Hole
Nuovo album, Heart Fresh, per la dj e producer giapponese. Composto con una strumentazione ultra-minimale, questo pezzo di quasi solo beat che cambia di continuo bpm, senza dare punti di riferimento, conserva qualche vaga memoria latinoamericana, cubana stando a Boomkat. Stare meglio con molto meno.
Ed è tutto per questa settimana! Una delle migliori tra queste prime dieci. Seguite la playlist qui sotto, ci sentiamo la prossima!