Illogicità di un attentato

È inutile che vi dica cosa è successo. Ieri mattina l’esplosione l’abbiamo sentita tutti, anche in Val d’Aosta i passanti hanno girato la testa in direzione di Brindisi. Una sensazione che, in scala, è paragonabile a quella dell’11 settembre. Un sentimento collettivo di indignazione si è mosso e tutta l’Italia, per una volta, mi è sembrata davvero la mia nazione, quella che vorrei.

Al di là di quelli che sono stati i fatti (leggibili ovunque), secondo me sono fondamentali le varie reazioni o dichiarazioni che fanno proprio riflettere sulla natura dell’illogicità e incomprensibilità di un attentato del genere. Non c’è un intellettuale o un giornalista o un chiunque che siano d’accordo. Leggere le dichiarazioni di queste teste è un utile metodo per capire che nessuno ci sta capendo niente

Per primo ho intenzione di menzionare Saviano che dice via twitter che “molti concordano che sia stata la sacra corona unita” (molti chi poi, boh), parole prive di valore e fondamento paragonate a quelle del procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta che sottolinea:  «Potrebbe non essere una organizzazione mafiosa» e il ministro dell’interno cancellieri rincara la dose:  «è una tipologia di attentato non consueto, non tipico dei messaggi di mafia» – Saviano annullato.

Il migliore sembra essere Beppe Grillo che non perde occasione (anche di fronte al morto) per fare propaganda prendendo la parola per tutti gli italiani: «gli italiani lo pensano e io lo dico: da tempo ci si aspettava una bomba come questa, era nell’aria come prima di un temporale». L’inizio della frase è addirittura di mussoliniana memoria e parlando per me vi dico che una bomba in una scuola no, quella proprio non me l’aspettavo. Equitalia si, scuola no.

Inutile riportarvi chi si è mantenuto cauto nelle dichiarazioni (Vendola, D’Alema e molti altri nella passerella delle dichiarazioni di solidarietà). Una frase di Lerner, apparsa sul suo blog, invece mi ha colpito molto e ve la riporto pari pari: «La storia italiana purtroppo ci insegna che nei momenti cruciali, quando si prefigura una transizione e si manifesta un potenziale vuoto di potere, scatta una strategia della tensione in cui si rivela la connivenza fra la criminalità organizzata e i suoi infiltrati nelle istituzioni». Quindi il buon Gad è a favore della strategia della tensione figlia di Piazza Fontana (inquietante, direbbe Gasparri).

Vi ho riportato alcune dichiarazioni, quelle degne di nota (ce ne sarebbero molte altre in realtà, dalle dichiarazioni dei 99posse a quelle del preside della stessa scuola) per riportare un dato: nessuno riesce a dare una spiegazione all’insensatezza e alla durezza del colpo inflitto a Brindisi. Un colpo dato ad innocenti che non avrebbe giovato a nessuno ne a mafie ne a… boh… un “loro” generico semi-complottista.

Sono d’accordo con Don Ciotti (stavolta) quando dice che bisogna aspettare le indagini per sapere qualcosa ma a volte nemmeno quelle bastano. Spero  di sapere davvero cosa è successo perché (come si è visto) siamo tutti confusi e c’è davvero bisogno di un po’ di sana verità per questo schifo che è successo stamane alle 07:45.

P.S.: È bello vedere le piazze italiane riempirsi per chiedersi il perché di tutto questo e per portare solidarietà a Brindisi. Lo è davvero.

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