Le porte del Lingotto si sono aperte ufficialmente, l’affluenza di pubblico e già torrenziale e si immaginano numeri in crescita. Il Salone del Libro, internazionale probabilmente come mai prima d’ora, secondo le volontà del suo direttore Nicola Lagioia (che abbiamo intervistato qui), giunge trionfalmente alla sua edizione 2018. Il battesimo lo ha dato mercoledì sera Paolo Cognetti, ultimo premio Strega, con un intenso reading nella sala Duomo delle Officine Grandi Riparazioni, attingendo da Thoureau e da altre letture arboree chiudendo con alcune strofe di De André, e lo spettacolo di Fabrizio Gifuni che ha riletto alcune lettere di Aldo Moro.
E poi, giovedì mattina, c’è stato il taglio del nastro di rito e la parola è passata direttamente da Lagioia allo scrittore spagnolo Javier Cercas, invitato a tenere una lectio magistralis dedicata all’Europa e all’identità europea, tema importante di questo Salone: rievocando l’articolo in cui il Financial Time si era chiesto se il sogno europeo è morto, Cercas ci ha invitato a considerare che in pericolo, a seguito della crisi economica, c’è forse il sogno di chi vedeva nell’Europa unita un grosso mercato, mentre è l’ora di costruire una narrativa comune fatta degli scrittori che l’Unione Europea ha prodotto e ha messo in contatto, come il Salone fa oggi, citando una lunga lista di scrittori che ha origine da Dante e finisce con Erri de Luca.
L’edizione 2018 del Salone del Libro – SalTo18, com’è noto dagli addetti ai lavori, anche mediante hashtag #salto18 – nasce sotto una duplice congiunzione astrale di cui rendere conto: il cinquantesimo decennale del maggio francese, nel ’68, da cui il tema dell’edizione, intitolata alla Francia, ma anche il quarantesimo anniversario dalla pagina più tragica della storia nazionale, quel 1978 che spegneva qualsiasi illusione rivoluzionaria mediante l’uccisione di Aldo Moro: apice dello stragismo e del terrorismo che rappresentano, secondo lo storico John Foot, la “memoria scissa” dell’Italia, quel momento di rimozione, di black-out, che ha caratterizzato la politica nazionale fino a oggi. Trovare un equilibrio tra le belle bandiere e gli anni di piombo: una bella responsabilità.
Anche questo, se vogliamo, rientra nella politica inclusiva su cui è nato il Salone di quest’anno – riunire tutti gli editori, ma anche tutti gli elementi della filiera del libro, da chi lo scrive a chi lo legge – arrivando a costruire perfino un padiglione estemporaneo apposito per i trenta editori che erano rimasti fuori: ripartire dalla democrazia, dalla possibilità che tutti possano dire la loro. É un salone che nasce con aspettative altissime, in un clima molto diverso da quello dello scorso anno, che invece rappresentava un tentativo di ripartire da zero in un percorso discendente e dalla necessità di rivendicare la centralità di Torino come città del libro italiana, difendendosi dal tentativo di Milano di strappargliela.
Ma come fare a scegliere tra i 1500 eventi disponibili sul sito del Salone, e muoversi all’interno di quel programma impossibile da sfogliare? Noi dell’Indiependente abbiamo selezionato dieci incontri imperdibili per il fine settimana, che sarà il momento di maggiore affluenza. Cinque nomi sono scelti tra quelli più presenti e più altisonanti, celebrati dalla stampa e per cui c’è grande aspettativa:
1. Edgar Morin, teorico del Maggio francese e del Sessantotto e giunto alla tenera età di 96 anni, ci aspetta in dialogo con Mauro Ceruti in Sala Azzurra, domenica 13 maggio alle ore 11
2. Eduard Limonov, poeta, romanziere, intellettuale e rivoluzionario, uscito direttamente dal best-seller di Carrère e per la prima volta in vent’anni dalla Russia, ci aspetta sabato 12 maggio alle ore 12 in Sala Gialla
Limonov e Sandro Teti alla tomba di Pasolini. #Limonov #ZonaIndustriale #TourLimononMay18 pic.twitter.com/6XQloIUvTG
— Sandro Teti Editore (@sandrotetied) 7 maggio 2018
3. Herta Müller, premio Nobel per la letteratura, in dialogo con Andrea Bajani riceve il Premio Mondello in Sala Azzurra domenica 13 maggio, alle ore 17
4. Alice Sebold, autrice di Amabili resti, torna diciotto anni dopo a raccontare la sua esperienza di stupro mai attuale come in quest’anno di abusi e denunce hollywoodiane, sabato 12 maggio alle 12, in Sala Azzurra
5. Javier Marias, una delle penne più celebri tra la letteratura iberica contemporanea, presenta il suo nuovo libro Berta Isla sabato 12 maggio alle 16.00, in Sala Azzurra.
Gli altri cinque nomi li abbiamo cercati tra quelli meno in evidenza, e selezionati secondo il gusto della redazione, provando a dare dei punti di riferimento “indiependenti”:
1. Paolo Giordano, vincitore dello Strega con la sua opera prima La solitudine dei numeri primi, presenta insieme a Manuel Agnelli il suo nuovo libro Divorare il cielo sabato 12 maggio alle 18.30 in Sala Gialla
2. Alessandro Baronciani e Davide Toffolo si raccontano nella duplice esperienza di fumettisti e musicisti al Bookstock Village, domenica 13 alle 15.30
3. Veronica Raimo presenta il suo romanzo Miden sabato 12 alle 10.30 allo Spazio Incontri
4. Jessa Crispin illustra al pubblico perché non è femminista, presentando il suo nuovo libro a riguardo, sabato 12 maggio alle 12.30
5. Christian Raimo ricorda David Foster Wallace nel decennale della sua scomparsa venerdì 11 maggio alle 17.30 nello Spazio Incontri, a seguito della lectio magistralis tenuta giovedì.
Poi ovviamente ci sarebbero anche gli eventi del Salone Off… Ma quella è un’altra storia che preferiamo esploriate da soli. Tutti pronti, allora, per un grande week-end di libri!