Il caso Philip Roth: scrivere è frustrazione

Pare ormai un caso internazionale il ritiro dalla scrittura di Philip Roth, tanto che le copertine dei giornali si sprecano, e si moltiplicano le interviste, gli estratti, le recensioni, quasi come se Philip in realtà fosse morto. In un’intervista sul New York Times a cura di Charles McGrath, Roth si racconta e mette a nudo, parla del recente ritiro dalle scene letterarie, e ammette di aver comprato un iPhone, perchè è un aggeggio che serve a leggere.

Probabilmente il problema di fondo, ammette, è di non sentirsi più all’altezza di se stesso: ”scrivere è frustrazione, una frustrazione quotidiana”, e come nel baseball fallisci due volte su tre. Nonostante questa misteriosa e profetica frase, “I do not believe the novel is dying, I said the readership is dying out”, Roth non sembra convinto della morte del romanzo nella contemporaneità, e fa qualche nome: Don De Lillo, Johnatan Franzen, Denis Johnson.

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