Che la nudità sia un ottimo veicolo pubblicitario non è, tutto sommato, questa gran novità. Cosa meglio di un po’ di pudenda spiattellate in mondo visione all’indomani di una uscita discografica?
Ora, è vero, a metà marzo uscirà Post Pop Depression, il disco che sua maestà Iggy Pop ha fatto niente popò di meno che con Josh Homme, ma quando si parla dell’iguana del Michigan, la nudità non può esser ridotta ad un semplice argomento per languori visivi. Non si può dimenticare infatti quanto l’utilizzo della performance come parte integrante della sua arte, sia stato un elemento fondamentale nell’ascesa del padrino del punk e quanto Iggy abbia dato a quella che a tutti gli effetti può esser considerata arte performativa. E la nudità in questo ha avuto spesso un ruolo centrale. Nudità sfrontata e provocatoria, che nulla aveva a che vedere con quella proposta dai naturisti hippies; un atto di rottura profonda, al pari dei suoi testi licenziosi e per questo parte integrante della storia del rock e della cultura americana stessa.
In onore a questo la New York Academy of Art ha deciso di esporre alla sua Life Class la nudità di Iggy Pop. Gli artisti nei locali del Brooklyn Museum si sono ritrovati a tu per tu con Iggy che ha posato nudo per loro. I ritratti prodotti verranno poi esposti nello stesso museo e poi in una mostra itinerante dal titolo Iggy Pop Life Class.
Sebbene in concomitanza del lancio promozionale del disco, la cosa quindi non appare affatto una forzatura per uno a cui bastano un paio di bicchieri…
“I enjoy a glass of red Bordeaux, if I have two, I’ll get loopy and start talking about my penis.“