Verdena – Wow

Voto: 7/10

Wow è un disco dei Verdena e questa, che può sembrare una banalità, è invece una delle feature più importanti di questo loro ultimo lavoro. Riassumendo: i Verdena ora sorridono un po’. Un sorriso allucinato, si intenda, non si può che prendere Wow con le pinze e alla lontana!

Cominciamo da fuori: l’ aspetto più esterno che va analizzato di Wow è l’ aspettativa che il trio aveva creato: 4 anni di silenzio dopo quel fenomeno di Requiem si sono fatti sentire e anche pesantemente. Disco doppio, 27 brani, e dovevano anche essere di più, così come doveva essere diversa la composizione ma, con l’ ingresso di Omid Jazi alle tastiere, ci dice Alberto Ferrari che va cambiato il pensiero di base della musica.

C’è da fargli i complimenti o no? Non si sa! Se c’è una cosa certa è che forse non esiste gruppo in Italia più visceralmente spontaneo e assolutamente meno cerebrale; i soli che potevano fare un disco doppio progressivissimo e affermare innocentemente di non avere nulla di programmato sono e resteranno sempre loro.

Parlando di musica Wow non è un disco facile, non si può giudicare al primo ascolto, va capito, ci si va immersi per non farsi illudere dall’atmosfera di superficie che appiattisce tutti i pezzi ad un’unica tonalità emotiva che già era, meno trascendentale, nella metà meno scarnificata di Requiem.

Sonorità ampie, otturanti, pesanti e spunti melodici che ci fanno un po’ dimenticare le sfuriate alla Don Calisto e ci fanno invece ricordare i 60’ psych e pop ( pure i Queen e gli ABBA e Battisti). Per il resto c’è da perdersi per chi a voglia, puoi scavare e trovare e scavare ancora e trovare fossili: citazioni messe lì apparentemente dalla natura stessa dei Verdena, dalla loro mancanza di dipendenza artistica superficiale.

Wow riprende poco, riscopre un nulla di quello che erano i primi lavori del gruppo bergamasco ma porta una firma inconfondibilmente marchiata a fuoco fatta di presenze e di atmosfere umorali. Sconsigliato, nonostante le vendite esorbitanti per un gruppo alternativo, a tutti coloro che non hanno voglia di sporcarsi le mani di luce malata per trovare buone perle.

Emilio Gianotti

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