Che questo ottobre sia particolarmente caldo non è una grande novità, basti vedere i selfie al mare che girano incontrastati, le foglie che faticano a cadere dagli alberi, e assaggiare una parmigiana di melenzane per capire che l’estate non se ne vuole proprio andare. E così il 17 Ottobre Roma è ancora calda e afosa, e dentro l’Init il sudore ti si incolla alla pelle fin da subito (dall’apertura dell’elettronica dell’irlandese Wife), figuriamoci se poi c’è anche il delirio di un concerto dei Liars di mezzo. Trattasi tra l’altro di una serata in cui Roma è piena di eventi, in particolare di concerti. A pochi metri dall’Init, al Circolo degli Artisti, ci sono i Cold Cave. E subito dopo nella notte Piramide si divide tra chi va a vedere John Talabot e chi fa la fila in discoteca per un dj-set di Apparat.
Partono subito forti i Liars a Roma: Angus Andrew arriva sul palco con uno strano impermeabile arancione, col cappuccio che copre il volto, e i capelli biondi davanti agli occhi. Mette in chiaro da subito Angus, accompagnato alla batteria e alle tastiere da Aaron Hemphill e Julian Gross, che ci troviamo di fronte a un’esperienza violenta, che suoneranno forte e scandiranno la percussione dei suoni. Che all’elettronica mescoleranno il rock, che ai suoni duri accompagneranno il controcanto soffice della voce di Angus. E si parte con Pro Anti Anti che subito si presenta come un mantra urlato al pubblico. È subito chiaro che suderemo, tanto che all’inizio il pubblico sembra conservare le forze per esplodere nel grande mess. E se l’ultimo album dei Liars si chiama Mess ci sarà pure una ragione ben precisa: l’arte di saper fare casino. L’arte di simulare esplosioni di confusione.
Se fino a WIXIW i Liars erano inconfondibili per una certa matematicità dei suoni, con il nuovo album si sono come liberati ed esplodono sul serio in un grande casino. Il palco dell’Init è leggermente rialzato, cosa che consente di godere meglio del live: soprattutto sottopalco la batteria batte forte, così forte da far risaltare una Mask Maker intensa ed elettrica. E se avevamo nostalgia dei vecchi pezzi c’è spazio anche per roba come No. 1 Against the Rush, che sembra far fibrillare le orecchie.
Ma l’esplosione delle danze e del giubilo in sala arriva quando intonano il verso di Mess on a mission, vero mantra indiscusso che conferma la qualità di un progetto originale come quello dei Liars. Il live non è dei più lunghi ma è intenso e sudato, e c’è anche il tempo di un bis che fa riprendere fiato. Subito dopo, tocca bere un lungo sorso d’acqua fresca dalle caraffe che gentilmente il locale offre al pubblico lasciandole sul bancone del bar.