Il comitato direttivo avrebbe dovuto annunciarla a Libri come – festival letterario di Roma –, ma, causa coronavirus, la dozzina dello Strega è stata proclamata sul sito del premio. Si tratta dei dodici che si contenderanno prima un posto in cinquina – che verrà annunciata a giugno – e poi il titolo di vincitore della settantaquattresima edizione.
I big editoriali ci sono tutti. Da Mondadori a Einaudi, da Bompiani a Feltrinelli – manca solo Rizzoli, ormai in stato vegetativo da diversi anni –, con loro, però, è bello vedere anche molte case editrici indipendenti che negli ultimi anni hanno saputo dimostrare il proprio valore, da La nave di Teseo a Fandango, da NN a SEM.
Per quel che riguarda gli scrittori e le scrittrici in gara, si potrebbe quasi fare un parallelo con quanto appena accennato. Accanto a nomi di narratori e narratrici molto noti, infatti, ne troviamo altri appena affacciatisi – o quasi – sul mondo della narrativa. Da una parte Sandro Veronesi, Gianrico Carofiglio e Valeria Parrella, dall’altra Marta Barone, Jonathan Bazzi e Alessio Forgione. Insomma, è una dozzina variegata e molto ben assortita quella di quest’anno.
Con due titoli a testa, Einaudi e Bompiani – in questo caso entrambe donne, tra l’altro: bella cosa – tengono il timone della nave, gli altri colossi editoriali, Mondadori e Feltrinelli, si attestano a un solo titolo ciascuno. I nomi da tenere d’occhio, ad ogni modo, sono tre e sono i tre che dai più – sottoscritto compreso – vengono indicati come i più probabili vincitori.
Silvia Ballestra, La nuova stagione – Bompiani
Nata sotto il segno del compianto Pier Vittorio Tondelli, Ballestra ha esordito nel 1991 dando inizio a una carriera da scrittrice interessantissima e molto originale. In questo suo ultimo romanzo narra la storia di due sorelle e del loro legame con la terra d’origine, un viaggio tra vecchi ricordi e in un’Italia che tanto ha da raccontare. La scrittrice marchigiana ha alle spalle molti successi editoriali e quest’ultimo è un libro parecchio intimo e originale, ma la la sua casa editrice è la vincitrice della scorsa edizione – con M. Il figlio del secolo, di Antonio Scurati – ed è poco probabile che riesca a spuntarla di nuovo; dovesse esserci un posto libero in finale per Bompiani, forse non andrebbe a lei.
Marta Barone, Città sommersa – Bompiani
Barone quest’anno ha esordito con un libro bellissimo, destinato a rimanere e a far parlare molto – e positivamente, ne sono certo – di sé. Non è nuova alla narrativa. Traduttrice per Rizzoli, Bompiani e Mondadori, qualche anno fa ha pubblicato due libri per ragazzi. In questa sua nuova storia c’è tutto. Ci sono gli anni Settanta e c’è una Torino magnetica e molto densa, fuochi in cui brucia una scrittura brillante ed elegantissima. Come per Ballestra, però, le probabilità che Bompiani riesca a salire sul podio del vincitore sono basse, ma un posto in cinquina per Barone dovrebbe esserci.
Jonathan Bazzi, Febbre – Fandango
Febbre, il romanzo autobiografico di Jonathan Bazzi, è stato uno dei casi editoriali dell’anno. È la storia dell’autore dall’infanzia a Rozzano alla scoperta di essere positivo all’HIV. Giovanissimo e del tutto estraneo al mondo editoriale, ha scritto un libro molto apprezzato sia dalla critica, sia dal pubblico. Ha vinto il premio Bagutta Opera Prima ed è il libro dell’anno per Fahrenheit. Presentato al premio da Teresa Ciabatti, che l’ha preso sotto la sua ala protettiva, Bazzi ha un discreto seguito di lettori e la critica l’ha acclamato – e giustamente, aggiungerei – a più riprese. Dubito però che Fandango riesca a spingere Bazzi fino alla cinquina – per quanto lo speri vivamente –.
Gianrico Carofiglio, La misura del tempo – Einaudi
Fortemente ben voluto in casa Einaudi e soprattutto tra le stanze della Stile Libero di Paolo Repetti – collana che negli anni ha sia acquisito molto potere, sia dimostrato di essere capace di coniugare bene un ottimo livello letterario a un certo successo di pubblico – è campione di vendite ormai da molti anni e con questo romanzo è rimasto in classifica per diverse settimane – lo è tuttora –. Scelta più ovvia della casa editrice, sfidante pericoloso e narratore di grande profitto. È il primo dei possibili vincitori.
Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano – Feltrinelli
Gian Arturo Ferrari ai più è sconosciuto, ma nell’ambiente editoriale è un gigante senza rivali: diversi anni con Paolo Boringhieri, poi a Rizzoli e infine alla guida del gruppo Mondadori; potente come pochi, insomma. Al suo esordio narrativo ha già conquistato la critica e per lui si parla con sicurezza di un posto tra i primi tre. È il secondo dei possibili vincitori.
Alessio Forgione, Giovanissimi – NN
Forgione è una sorta di ragazzo prodigio. Ha esordito nel 2018 con Napoli non amour, sempre per NN, con cui ha vinto il premio Berto e si è guadagnato un certo plauso dalla critica. È lui la vera sorpresa di questa dozzina, nessuno – o quasi – si aspettava che NN sarebbe stata capace di spingere il proprio autore – molto, molto valido e sicuramente all’inizio di una splendida carriera – fino alla dozzina. È poco probabile che riesca a spingersi oltre, ma è già una bella ventata di freschezza.
Giuseppe Lupo, Breve storia del mio silenzio – Marsilio
Professore universitario, saggista e scrittore, Lupo ha pubblicato fin dal suo esordio con Marsilio, finendo spesso tra i finalisti di diversi premi importanti – dal Campiello al Viareggio e al Mondello –. È passato un po’ in sordina, questo romanzo, eppure Lupo, maestro di stile, ha messo su un gran bel libro. È poco probabile che riuscirà a giungere alla cinquina, Marsilio parrebbe poco fortunata, in tal senso.
Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza – Mondadori
Romano, già vincitore del premio Volponi e del premio John Fante opera prima, Mencarelli è principalmente un poeta e si è affacciato sul mondo della narrativa solo nel 2018, quando ha esordito con Mondadori. Ciò che sorprende è che la casa editrice di Segrate, nonostante avesse proposto nomi ben più alti e conosciuti – come quello di Bernardini, già in lista l’anno scorso – abbia deciso di puntare su di lui. Com’è prassi, per Mencarelli e la sua casa editrice il posto in cinquina è libero e in attesa.
Valeria Parrella, Almarina – Einaudi
Seconda einaudiana in concorso, Parrella è una scrittrice di lungo corso – sebbene sia ancora giovanissima –. Già candidata allo Strega nel lontano 2005, quando riuscì a giungere fino alla cinquina, negli ultimi anni si è creata un pubblico affezionato e trasversale, che va dalla critica più severa ai lettori più deboli. Merito di una scrittura elaborata ma mai complessa e di storie originali e cariche di una forza empatica molto potente. Aldilà dell’indubbia bellezza, sia stilistica sia tematica, del romanzo, però, dovrà vedersela con l’altro purosangue della scuderia Einaudi.
Remo Rapino, Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio – minimum fax
Altra sorpresa è la presenza di Rapino. Poeta, insegnante di filosofia nei licei, in passato ha pubblicato solo antologie di racconti e poesie. Che sia finito in dozzina, e tra l’altro con minimum fax che già da un po’ pareva incapace di trovare il proprio posto al premio, è quantomeno incredibile. Pure nel suo caso, però, pare difficile un posto in cinquina.
Sandro Veronesi, Il colibrì – La nave di Teseo
Sandro Veronesi non ha bisogno di presentazioni, è uno degli scrittori più celebrati e amati degli ultimi vent’anni e quest’anno è tornato con un romanzo che ha – a merito, questo è indubbio – allineato critica e pubblico. Romanzo dell’anno per la Lettura del Corriere e per diverse settimane in classifica, quello di Veronesi potrebbe essere il libro vincitore; secondo Strega per l’autore, già strappato con Caos Calmo. D’altra parte non è un segreto che La nave di Teseo, alla cui direzione sta Elisabetta Sgarbi, sia a caccia già da qualche tempo del suo primo Strega; e lo scorso anno ci si è avvicinata con lo splendido romanzo di Claudia Durastanti, La straniera. Veronesi è il terzo dei possibili vincitori e a giudizio di molti – sottoscritto compreso – il più probabile.
Gian Mario Villalta, L’apprendista – SEM
Terzo poeta in concorso – stupefacente la presenza massiccia di poeti quest’anno – è Villalta, che ha esordito nel 2000 con Transeuropea con una raccolta di racconti per poi spostarsi rapidamente a Mondadori e approdare a SEM. È la terza grande sorpresa di quest’anno, nessuno si aspettava né Villalta, né SEM.