I 10 videoclip più inflazionati condivisi su Facebook

Se non sai come dirlo fallo con un video. Dire cosa? E che cazzo ne so. Del resto non ha molta importanza.

Eppure dietro a certe scelte forse si celano degli intimi retroscena, ricchi di emotività. State tranquilli, in questo momento ci sono migliaia di addetti marketing, cool hunters e sociologi che stanno studiando quello che condividete nei social network. È un po’ come essere dal ginecologo ma solo con dei divaricatori invisibili. Dal ginecologo o dal medico per una colonscopia.

Insomma, l’avete capito: postare video musicali su Facebook è un linguaggio immateriale proprio come i tatuaggi, il cibo su Instagram e bla bla bla, cose che ho già detto qui. E siccome in questi tempi amiamo parlare per stereotipi e archetipi potrebbe essere utile stilare un elenco di videoclip musicali solitamente pubblicati, apprezzati e inflazionati dalla massa.

Lo so, le liste sono di per sé inflazionate, odiose e non accontentano mai nessuno. Ma a noi dell’Indiependente potete concederci questa licenza poetica.


Pixies – Where is my mind

Magari è domenica sera. Un cazzo da fare e siete soli. Vi sentite confusi e spaesati, state passando un periodo un po’ così in questo straniante mondo di merda. Preoccupazioni, paranoie, qualche rimorso e un pizzico di nostalgia per non si sa bene cosa. E mentre v’è dolce naufragar in questo mare vi chiedete: ma “dov’è finita la mia testa?”, malgrado non avete ancora preso del Lorazepam o semplicemente un Moment. La vostra testa? Ma che cazzo se ne frega.

Tuttavia è apprezzabile il vostro gesto di aver preferito i Pixies a Bob Marley per far intendere al mondo quanto buona è la vostra cazzo di erba.

Joy Division – Love will tear us apart

Avvertite l’anima sprofondare in uno stato di emorragico abbandono. Vi sentite spente, vuote, inutili e la consapevolezza di tutto ciò vi provoca voluttuose vertigini. Avete gli occhi gonfi e il cervello marinato nello spleen. Può capitare di confondere il mal di vivere con i sintomi premestruali.Come se non bastasse ieri sera l’avete visto assieme a un’altra e la cosa vi ha ferito, anche se siete state voi a mollarlo. Forse perché lei era davvero carina, e la cosa ti ha un po’ ferita. In più devi studiarti duecento pagine di Teorie e Tecnica di Pedagogia Musicale per l’appello che è tra due settimane. Lo so, è dura la vita al primo anno del Dams.

E mentre cerchi di non rimuginare troppo, attendi i “mi piace” dei vostri amici sfigati che vi commentano sotto cose del tipo “questo è un bellissimo pezzo!!!” e “<3 <3 <3”.

La cosa vi può sembrare patetica ma un po’ vi tira su di morale. Eppure esistono molti altri modi per recuperare autostima. Ad esempio se siete sufficientemente cesse e tatuate c’è sempre il burlesque. Oppure avete mai provato l’eroina?

Un video qualsiasi dei Sigur Rós

Un video vale l’altro, tanto dei Sigur Rós non c’è un cazzo da capire. Basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare, come in una fellatio di Kate Upton.

I Sigur Rós rappresentano uno dei santini politicamente corretti dell’immaginario collettivo da esibire a persone sensibili. E poi, voglio dire, sono islandesi. Per questo li avete appena condivisi su Facebook, ve li ha fatti scoprire una vostra amica/compagna di volontariato. Del resto i Mogwai forse manco li conoscete.

Se foste ragazzine un po’ freak, con le ascelle non depilate, forse eravate indecise tra loro e Vinicio Capossela, oppure i Noir Désir, se non fosse che Capossela no, non lo potete pubblicare – avete già postato Che cossè l’amor giusto l’altro giorno – e che il cantante dei Noir Désir è un maschilista dimmerda perché ha ammazzato la moglie a suon di botte.

Mentre invece il cantante dei Sigur Rós, Jónsi, è gay. E pure cieco da un occhio.

L’avete letto ieri su Wikipedia.

Johnny Cash – Hurt

Ok, avevi bisogno di tirarti su il morale con qualche facile “mi piace”. Tranquillo, per questa ragione Facebook ha reso l’icona delle notifiche il nostro personale ego-clitoride. Per indurci a pubblicare bella musica e vecchi moribondi che ti aiutino a capire quanto in realtà faccia cagare Trent Reznor, che vecchio e moribondo non è. Dì la verità: eri indeciso tra questo pezzo e qualcosa dei Radiohead. Che però sono un po’ troppo anni ’90 ed è possibile che per motivi anagrafici le squinzie con le quali ti messaggi di tanto in tanto non li conoscano bene, come certi finti classici di Johnny Cash.

Lo Stato Sociale – Mi sono rotto il cazzo

Ma va? E se è inutile porre dei distinguo allora questo è il pezzo giusto per esprimere in modo del tutto inedito ed estremamente alternativo la vostra insofferenza verso il mondo. Anche se hai più di 17 anni. Che poi gli Offlaga, anche loro, hanno rotto il cazzo da un pezzo.

Trucebaldazzi

Trucebaldazzi fa ancora ridere quelli a cui piace un casino Zelig.

I Misfits ad Halloween

I Misfits ad Halloween sono come le visite dei presidenti USA alle truppe in Afghanistan a Natale.

Impressioni di settembre a settembre

Pezzo che mette tutti d’accordo, compagni militanti e fasci romantici, amici con pretese intellettuali e gli amici di vostro padre. È da ferragosto che avevate programmato di pubblicare Impressioni di settembre sotto settembre. Questo per dire che estate di merda avete passato.

Friday I’m in love il venerdì

La canzone che pubblicate prima di uscire il venerdì, quasi a voler annunciare un’altra serata dimmerda. Tranquilli. La sublime arte dei fotografi dei locali nel far sembrare una serata con quaranta persone una festa della madonna malgrado il locale schifoso con entrata gratis esibendo la tessera all’ingresso potrà salvarvi la faccia, grazie all’album di immagini photoshoppate e appositamente pubblicate su Facebook il sabato pomeriggio per lasciarvi taggare ogni singolo deficiente che alla festa ha fatto finta di essersi divertito.

Sunday morning la domenica mattina

Sunday morning è la prova del nove per capire se sei davvero così sfigato come sembri. Stai per uscire perché ti devi trovare con gli altri per il brunch della domenica. Ti senti in forze e immotivatamente vispo e felice. Questo fa di te una solare testa di cazzo, non solo per via del brunch, ma perché non te ne puoi andare di casa senza aver prima augurato il buongiorno ai tuoi contatti di Facebook con i Velvet Underground.

E così esci e raggiungi gli amici al vostro baretto per sto cazzo di brunch, perché domenica è il giorno del brunch. Qualcuno sta già bevendo un succo d’arancia mentre è impegnato a sorridere in modo esagerato all’amico che gli snocciola aneddoti insignificanti sulla serata di ieri. Ti guardi in giro e capisci che i migliori non ci sono, perché sono ancora a letto. Ieri sera hanno spaccato di brutto, loro, non come voi che fate finta di raccontarvela con i Rayban che vi nascondono gli occhi che luccicano di falso entusiasmo da poser.

Loro sono tornati a casa sporchi e sanguinanti. Probabilmente mentre tu e i tuoi amici siete davanti ad insalatone, toast e acqua minerale, loro stanno vomitando bile, perché l’alcol, quello, l’hanno espulso nel cesso della disco, per strada o nella volante della polizia. Assieme agli stuzzichi innaffiati di MDMA e aperitivo di molte, troppe, ore prima.

La cosa ti crea degli intimi sensi di colpa e di insoddisfazione. E mano a mano che passa il tempo, le voci dei tuoi amici si fanno sempre più ovattate, ti senti progressivamente più sfigato e depresso e ti penti di essere uscito. Loro propongono qualche film da andare a vedere nel pome, dopo la passeggiata in centro, così, tanto per tirare avanti fino all’aperitivo. Ma tu no, declini l’invito e la minaccia di un’agghiacciante pizza da qualcuno.

A casa ceni in solitaria. Ti metti in divano, davanti alla tele, lì, in pigiama. Ti fai schifo da solo mentre fumi una sigaretta o una canna con il portatile tra le gambe.Domani comincia un’altra settimana di merda. Controlli il cellulare: nessun messaggio.

A quel punto posti i Pixies. Where is my mind.

P.S. Lo so, da questa lista manca un sacco di altra gente, dagli Smiths a Metal Carter, però non potevo linkarli tutti. E poi non so che cazzo di amici avete voi su Facebook.

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