La grande crisi finanziaria attraverso la storia di un gruppo di spogliarelliste

Prima di incominciare a raccontare Hustlers, Le Ragazze di Wall Street nella traduzione italiana, una premessa è doverosa: non stiamo parlando di un grande film dal punto di vista puramente tecnico e in parte narrativo. Le scelte registiche possono risultare discutibili in alcuni momenti e la sceneggiatura non è di certo da annoverare tra le migliori prove di scrittura per il cinema del 2019. Tuttavia, pur con le sue evidenti lacune, Hustlers fa qualcosa di inedito: racconta la più grande crisi finanziaria del nostro millennio da un punto di vista nuovo, quello delle donne.

E non parliamo di certo di donne in carriera (esistono a Wall Street?) bensì di spogliarelliste ambiziose. La loro ambizione però non è rivolta ad una sorta di arrampicata sociale, per la quale sarebbe sufficiente accalappiare uno dei tanti riccastri di turno pronti a spendere ogni sera sui divanetti di uno strip club. Le ragazze di Hustlers hanno aspettative di vita ben diverse e, se vogliamo, paradossalmente più alte rispetto a quelle di una moglie trofeo. Vogliono essere indipendenti, non dover chiedere mai niente a nessuno, tantomeno a un marito, a un uomo. L’unico mezzo per conquistare questo status di privilegio, inutile dirlo, è il denaro. I soldi non possono comprare tutto, ma possono garantire una discreta indipendenza. E i soldi sono forse l’unico vero punto di contatto, oltre che merce di scambio, tra le due categorie in cui una delle due protagoniste, Ramona, interpretata da Jennifer Lopez, suddivide la società. “L’intero Paese è uno strip club. C’è gente che lancia i soldi e gente che balla” dice.

Il film, ispirato dalle vicende raccontate dall’articolo The Hustlers at Scores di Jessica Pressle pubblicato sulle pagine del New York Magazine nel 2015, racconta la storia di un gruppo di spogliarelliste che dopo la crisi finanziaria del 2008 si reinventa. Se prima il loro lavoro di ballerine nel night club gli permetteva di fare soldi facili grazie ai lupi di Wall Street, frequentatori abituali del locale in cui si esibivano, il 2008 segna un cambiamento epocale anche per loro. E, un po’ come tutti i lavoratori, anche loro devono ingegnarsi: scoprono il modo di truffare quelli che, oltre ad essere stati loro clienti, rappresentano la causa della crisi finanziaria. Grazie a un mix di droghe e alcol infatti le ragazze, capeggiate da Ramona e Destiny, riescono a trascinare i broker nel night club dove riescono a svuotare le loro carte di credito. Finché ovviamente qualcosa non va storto. La storia ci viene presentata attraverso il punto di vista di Destiny (Constace Wu) che, intervistata da Jennifer (Julia Stiles), racconta tutte le vicende in cui si ritrova dopo aver incominciato a lavorare al Moves, il locale dove incontra Ramona, destinata a divenire sua mentore e migliore amica. L’affetto e l’ammirazione di Destiny per Ramona, e il suo desiderio di indipendenza, sono così forti da spingerla a divenire sua complice anche nelle truffe ai danni dei broker di Wall Street.

Apparentemente la trama superficiale sembra non voler raccontare altro, eppure è difficile non cogliere il netto rifiuto delle donne protagoniste per il patriarcato che domina la società americana. Ma al contempo loro stesse sono il frutto di quel patriarcato e, conoscendone tutti i punti deboli, sanno come farlo vacillare e non si fanno scrupoli a servirsi del potere esercitato dal proprio corpo per raggiungere l’obiettivo. Ramona e le altre ragazze, non si vergognano affatto di mostrare – e usare – la carica sessuale di cui sono state armate dalla stessa società patriarcale e maschilista che infila banconote nei loro slip.

Jennifer Lopez, brillante nella sua interpretazione, che richiama i tempi di Jenny From the Block, incarna alla perfezione lo spirito femminista di cui è imperniato il film. A cinquant’anni non smette di mettersi in gioco e di mostrare fieramente il suo corpo scultoreo, e vedendola esibirsi in una memorabile prova di pole dance è impossibile non pensare alla polemica fatta scoppiare quest’estate da Madonna contro il sessismo del “music star system”. La pop star si era scagliata contro il New York Times per aver sottolineato la sua età in un articolo, sostenendo che una precisazione del genere non sarebbe mai stata fatta con un musicista uomo e in generale polemizzava contro la società odierna, accusandola di sessismo e ageism.

Nonostante la teoria di Madonna si riveli fondata in diversi casi, dopo aver visto Le ragazze di Wall Street sembrerebbe che per Jennifer Lopez il passare del tempo sia qualcosa di totalmente irrilevante: se la società e il mondo dello spettacolo vogliono dettare dei canoni entro i quali stabilire cosa si addica o meno ad una donna dagli anta in poi, è alquanto improbabile che riescano a farlo con JLo.

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