Husky Rescue – The Long Lost Friend

Gli Husky Rescue sono un trio ambient pop di Helsinki nato nel 2002 e con numerosi album all’attivo. La loro musica si caratterizza per atmosfere di elegante elettronica unita agli eterei vocalizzi di una voce femminile. Rispetto al suo predecessore, Ship of Light, The Long Lost Friend mostra di risentire dei cambi di line up attuati dopo il 2010. E se dal punto di vista canoro la svedese Johanna Kalén non ha nulla da invidiare alla precedente cantante Reeta-Leena Vestman, sono invece proprio le novelle scelte stilistiche del frontman Marko Nyberg a lasciare perplessi. Se nel 2010 lo spazio lasciato alla ritmica ed alla dimensione più pop delle melodie era decisamente ampio, con l’ep Deep Forest Green del 2012 prima e ora con questo nuovo lavoro la band finnica sembra aver decisamente optato per un genere ambient intimistico e ricco d’atmosfera (di cui già la chiusura a cappella di Skin of Snow ci aveva dato un assaggio), ma povero di melodie travolgenti o sostenute. Un cambio di corso denotato persino dall’impostazione della track list, formata da pochi brani mediamente lunghi e caratterizzati al loro interno da variazioni di ritmo assai scarne. Ma entriamo nel vivo del disco. L’apertura, affidata a  Restless Feet, è un tappeto di archi ed arpeggi su cui si dipana la voce calda e sensuale della Kalén in un ritornello insistente e basato sulla sovrapposizione; segue subito Under Friendly Fire, le cui basi etnicheggianti mi hanno ricordato la sciamanica Bat for Lashes di The Haunted Man. Proprio nelle ritmiche di questo secondo brano si ritrova una traccia di quella verve contenuta ad esempio in singoli come Sound of Love, sebbene raffinata da scelte sonore più eleganti ma al contempo più lente. Il pizzicato ed il crescendo d’archi dell’intro di River hanno quel gusto da soundtrack che riappare spesso nell’opera, e che è senza dubbio dovuto alla passione di Nyberg per il cinema; per il resto il brano prosegue in sordina, con pochi inserti vocali, e approda, circa a metà, ad un giro di piano, poi ripreso dalle voci, davvero squisito, che vale tutti e cinque i minuti della traccia. Colors e June sono costruite entrambe sui cupi suoni dei synth e su parti liriche sussurrate con delicatezza ma mai centrali nella dinamica del brano, quasi la voce fosse uno strumento destinato a rimanere in disparte per buona parte del tempo, per poi emergere con forza solo in determinati momenti. Mountains Only Know porta una ventata di positività con il suo pizzicato, e dei ritmi più incisivi che flirtano sapientemente col giro di basso e con la voce spensierata di Johanna (in questo brano molto vicina alla Kate Nash di Made of Bricks), dando al brano una patina a tratti quasi bedroom pop. Nella title track si palesano le aspirazioni più propriamente elettroniche del progetto, attraverso un agglomerato di dissonanze troppo forzato che risulta poco convincente e armonico. Infine chiude il disco Tree House con sette minuti di atmosfere dreamy molto azzeccate; si assiste anche in chiusura al parziale recupero della dimensione pop dei lavori precedenti, ma arricchita e resa più elegante, a testimonianza del fatto che il nuovo corso non è dimentico dello ben più “leggere” radici.

In conclusione The Long Lost Friend è un disco diverso, molto diverso da quello a cui gli Husky Rescue ci avevano abituati, e va apprezzato nella sua nuova veste. Va apprezzato nelle lente ed elaborate melodie ambient e nella loro capacità di tessere atmosfere calde ed avvolgenti, ma anche i più nostalgici potranno consolarsi sugli slanci di brani come Under Friendly Fire o Tree House. In ogni caso l’ep del 2012 resta il chiaro riferimento della cifra stilistica che Nyberg e i suoi hanno deciso di intraprendere.

El Camino, 2013

Tracklist:

  1. Restless Feet
  2. Under Friendly Fire
  3. River
  4. Colors
  5. June
  6. Mountains Only Know
  7. The Long Lost Friend
  8. Tree House
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