Hendrix, dal tramonto all’alba

UNITED KINGDOM - FEBRUARY 24: Photo of Jimi HENDRIX; performing live onstage David Redfern Premium Collection (Photo by David Redfern/Redferns)

All’Hard Rock Cafè di Praga è esposto un telegramma, acquistato a un’asta nel 1995. È inviato nell’ottobre del 1969 da New York, alla Apple Records, la casa dei Beatles. Il mittente è Jimi Hendrix, il destinatario Paul McCartney. Il motivo? Trovarsi in studio nel weekend per registrare un disco, probabilmente mettendo insieme la band migliore di sempre. Hendrix avrebbe ovviamente suonato la chitarra, con niente meno che Miles Davis alla tromba, Tony Williams alla batteria e appunto, si richiedeva, la disponibilità di Sir Paul al basso. Ecco il testo

Hendrix “Questo weekend registreremo un LP insieme a New York – stop
Che ne dici di venire a suonare il basso – stop
Chiama Alan Douglas – stop
Jimi Hendrix Miles David Tony Williams”

A rispondere per la Apple sarà Peter Brown, assistente manager

“Paul McCartney è fuori Londra in vacanza
Non dovrebbe tornare prima di due settimane”

Non se ne farà nulla, oltre tutto è forse il periodo peggiore per i rapporti tra i Beatles, e ognuno pensa alle proprie cose, spesso lontano da Londra e dalla Apple.


Il rapporto tra Jimi e Paul era iniziato già qualche anno prima.

Jimi suona da qualche tempo nel circuito della black music americana ma non viene notato più di tanto. L’occhio lungo ce l’avrà Chas Chandler, bassista degli Animals, una sera in un locale del Village. Grazie a lui Hendrix lascia gli Stati Uniti per trasferirsi a Londra che è nel pieno della sua creatività, e ci metterà poco a conquistare la capitale inglese col suo blues-rock psichedelico. Andrà in affitto nella casa di Ringo Starr, vicino a Montagu Square, quella in cui in seguito furono arrestati john e Yoko. Il ’67 è l’anno della consacrazione e ci sono alcuni avvenimenti, a distanza di poco l’uno dall’altro, che ne sottolineano l’ascesa.

Intorno alla metà di maggio, esce Are you Experienced?, il debutto discografico della Jimi Hendrix Experience, il suo trio con Mitch Mitchell alla batteria, uno dei migliori di sempre, e Noel Redding al basso. Il primo giorno di giugno arriva nei negozi Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Qualche giorno dopo, esattamente il 4 di giugno, al Saville Theatre di Londra, Hendrix è pronto a salire sul palco, quando viene a sapere che in sala sono presenti anche Paul McCartney e George Harrison, e così decide un cambio in scaletta, e prepara la cover più veloce di sempre, omaggiando in apertura i Fab Four, proprio con la prima traccia del disco che dà il nome all’album. Ciò significa anche che Jimi aveva colto la vena psichedelica di quel disco, tanto da conoscerlo e suonarlo cosi bene dopo soli tre giorni dall’uscita. Paul è entusiasta di questo omaggio, e farà in modo che Hendrix partecipi qualche settimana dopo al Festival di Monterey, pronto a riprendersi anche la sua America. Lo farà in un modo che passerà alla storia.

Il 18 di Giugno in California, a presentare quella storica esibizione c’è lo Stones Brian Jones. Tutto è pronto e Jimi non delude, facendo conoscere, anche lì, brani come Hey Joe e Purple Haze, che da qualche settimana spopolano in Gran Bretagna, poi graffia con Foxy Lady, prima di omaggiare Dylan con Like a Rolling Stone e B.B. King con Rock me baby. Sarebbe già molto, ma questa serata deve restare nella storia, e così si accelera. Wild Thing è un trip psichedelico senza regole, con la chitarra suonata e percossa, cavalcata e accarezzata, con il resto della band che lo sostiene in tutto. Decide di dare il colpo di grazia a quella chitarra ormai esausta e stesa sulle tavole del palco. Si avvicina, e con benzina e accendino le dà fuoco, mandando in estasi un pubblico ormai totalmente nelle sue mani. I Mama’s & Papa’s, in scaletta dopo di lui, saggiamente rimandano di una mezz’ora l’esibizione, per non essere distrutti dal paragone. Ma intanto la storia è fatta, e un altro momento così intenso non si avrà probabilmente fino al mattino del terzo giorno di Woodstock, quando la sua chitarra fenderà l’aria ferma dell’alba, intonando l’inno americano, incluso il suono delle bombe sganciate sul Vietnam.

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