È un Salone del Libro che prende il via tra le accese discussioni quello dell’edizione 2019, eppure ogni polemica porta con sé l’occasione per riflettere sul clima che si respira al momento nel nostro paese e su come preservarci. La presenza della casa editrice Altaforte legata a Casa Pound tra gli espositori del Salone ha sollevato un dibattito importante, che ha portato al comunicato del Direttore editoriale del Salone Nicola Lagioia, alle dimissioni di Christian Raimo dal comitato degli organizzatori (ndr. Raimo ha poi annunciato la sua partecipazione a titolo personale al Salone), e al ritiro di Wu Ming che annulla la sua partecipazione al Salone nel nome dell’anti-fascismo, seguito dalle defezioni di Carlo Ginzburg e Zerocalcare. Tutto questo non fa che sollevare fondamentali interrogativi nel clima avvelenato che ci tocca respirare negli ultimi tempi, che ha innescato un naturale dibattito sulla legittimazione di soggetti e movimenti politici lesivi delle libertà altrui e che richiamano al fascismo. Perché ci tocca respirare un clima così barbaro, dove scelte come quella di un ministro degli Interni che sceglie di pubblicare un libro proprio con una casa editrice legata a Casa Pound appaiono come un’ulteriore provocazione? Il comitato della direzione editoriale del Salone intanto ha preso le distanze dalla scelta di ospitare Altaforte: non è tra le loro competenze quella di decidere chi deve esporre. Resterà allora aperto il dibattito per le prossime edizioni sul se debba esserci o meno un filtro sui contenuti e i soggetti che espongono a una fiera, e in che modo creare un filtro del genere.
Per ora il Salone dondola verso la giornata di inaugurazione avvolto da una speciale ombra ammalata che è solo la diretta emanazione e onda lunga di quello che accade più semplicemente in tutto il paese oggi. Una cappa di cui vorremmo liberarci al più presto: c’è un’Italia che ha bisogno di creare gli anticorpi culturali a questo assurdo momento, e per riuscirci ha ancora bisogno delle proposte sane. Abbiamo l’occasione per esempio di riflettere sulle pagine di uno dei padri ispiratori di quest’edizione del Salone del Libro, Roberto Bolaño: lo scrittore cileno è riuscito a indagare il Male e offrirci una finestra sull’orrore (basti pensare alla parte dei delitti di 2666). Un Male che è probabilmente inestirpabile, e con cui l’umanità ha dovuto fare i conti ripetutamente: non è bastato sperimentare l’orrore per frenarlo, e neppure la memoria di questa forza sembra essere abbastanza.
È il Salone del Libro del centenario di Primo Levi, anche tra le sue pagine troviamo il racconto e la memoria di quanto male riusciamo a farci quando dimentichiamo di essere umani, e di come siamo insensibili alle ferite. È anche il Salone del Libro che si apre all’insegna del motto Il gioco del mondo, citazione rubata alla Rayuela di Julio Cortázar, autore a cui è epidermicamente e spiritualmente legata quest’edizione. Lo scrittore argentino ci ha sempre spinto a far emergere la magia dalla realtà, a immaginare, a giocare: e allora quello che ci piacerebbe immaginare è un mondo privo dei vagiti di chi si sente forte prevaricando con la forza i più deboli; un mondo che riesce a fare meno della rabbia che ci mette costantemente uno contro l’altro. Un mondo con i libri aperti: poesie, letteratura, racconti. Forse è questo il richiamo che avvertiamo.
E allora parliamo delle pagine, degli autori, dei luoghi e degli incontri che troveremo al Salone del Libro di Torino quest’anno. Il primo appuntamento da segnare in agenda è quello alle Officine Caos mercoledì 8 maggio alle 20.30: si tratta dell’Intervista impossibile a Leonardo Sciascia, lo scrittore siciliano scomparso trent’anni fa, che attraverso l’impegno civile e la sua visione critica ha completamente riscritto il ruolo dell’intellettuale italiano nel corso del Novecento. Giovedì 9 Maggio prende ufficialmente il via la 32° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino che trova il suo cuore pulsante all’interno dei padiglioni del Lingotto, ma che riempie tutta la città non solo di eventi, ma soprattutto di frenesia, tanto da renderla per cinque giorni la capitale mondiale dell’editoria.
Quest’anno non c’è un paese ospite, bensì una lingua: lo spagnolo. Il viaggio dall’Europa all’America Latina inizia giovedì alle 11 in Sala Oro con la lezione di Fernando Savater sull’identità culturale europea e continua alle 18 dello stesso giorno (e nella stessa sala) con un omaggio di Fabrizio Gifuni a Julio Cortázar, mentre la mattina successiva (in Sala Rossa alle 11.30) Neri Marcorè riporterà in vita Gabriel Garcia Marquez attraverso un reading. Tra gli ospiti più attesi ci sono, invece, Luis Sepulveda ed Enrique Vila-Matas.
Sono molte anche le librerie che ospiteranno gli incontri del ricco programma di Salone OFF. Segnaliamo l’appuntamento di giovedì 9 maggio alle 19.30 presso la Libreria Trebisonda di Via Sant’Anselmo 22 con la scrittrice cilena Nona Fernández che, dopo Mapocho e La dimensione oscura pubblicati in Italia da Gran Vìa, torna a mescolare frammenti di memorie personali alla tragedia della dittatura militare cilena nel romanzo Fuenzalida. Rimaniamo in America Latina, questa volta viaggiando alla scoperta della Patagonia con la presentazione alla Libreria del Golem di Via Rossini 21 (venerdì 10 alle 19) di Ultima Esperanza di Paolo Ferruccio Cuniberti pubblicato da Edicola Ediciones. La Libreria Pantaleon di Via Grassi 14 porterà in mezzo ai propri scaffali Valerio Aiolli che, con il suo Nero Ananas pubblicato da Voland, è uno dei dodici autori candidati al Premio Strega di quest’anno.
Negli spazi del Lingotto si rompe il ghiaccio giovedì mattina con tre incontri a noi vicini, tra legami letterari, musica e ideali. Prima del già citato omaggio a Cortázar, alle 13:30 Offlaga Disco Pax #1 – #138 al Caffè Letterario, dove Enrico Fontanelli – storico membro del gruppo di culto della scena indipendente italiana – presenta la mostra e il catalogo dell’opera grafica dedicata al gruppo: flyer, manifesti, locandine dei concerti per rivivere insieme un decennio di carriera. Subito dopo, alle 14:30 arrivano Tutte le ragazze avanti! in Sala Atlantide: Giusi Marchetta, curatrice dell’omonimo volume per add editore (di cui vi abbiamo parlato qui) siede al tavolo delle ragazze in un dialogo aperto sul perché sia importante parlare di femminismo e violenza di genere agli adolescenti.
Venerdì 10 alle 14:30 (Sala Ciano), nel percorso di incontri dedicati ai Ferri del Mestiere e L’AutoreInvisibile, I ferri del mestiere: tradurre gli afroamericani: Martina Testa, Monica Pareschi e Martino Gozzi – noti e affermati traduttori – si confrontano sul loro lavoro alle prese con una letteratura sempre più fertile. Pareschi è d’altronde la traduttrice italiana di Jesmyn Ward e del suo ultimissimo Canta, Spirito, Canta pubblicato da NNE e seguito del discusso e amatissimo Salvare le Ossa.
Sabato 11 è la volta dell’incontro su J. D. Salinger in occasione del centenario dell’autore. Parleranno dell’autore americano, padre de Il giovane Holden il figlio Matt con Loredana Lipperini in Sala Azzurra alle 12. Per gli amanti della musica non mancheranno gli spunti approfondimento. Per chi è cresciuto con il mito dei Nirvana e di Kurt Cobain non si può non ascoltare il racconto di Danny Goldberg, lo storico manager della band di Seattle, emblema del fenomeno grunge (Sala Blu alle 18.30) o presiedere all’incontro Woodstock. I tre giorni che hanno cambiato il mondo, uno spettacolo fatto di racconti, suoni e visioni per ricordare, 50 anni dopo, il festival rock più celebre della storia (Sala Bronzo alle 19.30). Mentre lunedì 13 Frankie hi-nrg mc e Achille Lauro parleranno insieme a Francesco Pacifico e Francesca Serafini dell’evoluzione della lingua nella musica (Arena Bookstock alle 12)
Quest’anno si festeggiano anche compleanni importanti come i 50 anni di Sellerio, i 10 di BAO e i 25 di Minimum Fax che, come da tradizione, animerà la notte torinese venerdì. Con spirito indiependente, vi auguriamo buon Salone.