Seguire l’etichetta di Erol Alkan ci regala sempre soddisfazioni (tra gli artisti della Phantasy Sound ricordiamo per esempio Daniel Avery e Babe, Terror). Ghost Culture è il progetto di un ragazzo ventiquattenne di base a Londra scoperto da Alkan. Alcuni singoli ci avevano già colpito diritti allo sterno via soundcloud. Mouth, Giudecca, e l’intensissima Arms, per citare il terzetto che apre questo self-titled album che è un po’ una raccolta dei lavori dell’ultimo anno insieme alle nuove release di James Greenwood. I synth che aprono Arms ci riportano a vecchie atmosfere dark elettrificate: un pezzo che si apre e si richiude su stesso, con una coda scomposta. E a questa scomposizione di suoni ci si abitua anche dentro How, che si scopre essere contemporaneamente melodica grazie al cantato di Greenwood, che accompagna il sound quasi andando in direzione opposta alla musica: anche se poi, come per magia, tutto è perfettamente integrato, il ritmo è esatto e stiamo già cantando con lui.
È come se il disco fosse spezzato a metà tra le atmosfere elettro-’80 di pezzi come Giudecca, e la vena soft da cantore tenebroso di Glaciers. Che pure resta magnificamente sospesa, con una voce fendente come quella di uno Stephin Merritt. Dai New Order fino all’attacco in salsa Beatles-kraut della chiusura dell’album con The Fog, il disco sembra parlare a casaccio una magnifica lingua che si ricompone e diventa viva. Una lingua che balla.
Dicono sia il Caribou di questa seconda parte del decennio, e su pezzi come Lucky per poco non lo pensiamo. Ma c’è qualcosa di diverso nel suono di Greenwood: quell’immaturità che sta ancora crescendo. Si sente questo crescendo, come nel refrain di Lucky che si ripete fino all’ossessione; si sente il talento fin dal primo frammento di sound; si sente che Alkan non si è sbagliato insomma. Se anche il disco desse l’aria di esser stato messo insieme come un Frankenstein per accelerare il battesimo di Ghost Culture nel mondo degli Lp, è riuscito lo stesso. Fare play su un pezzo come Answer per crederci, e godersi questo debutto a tutto volume.