Fuori dall’Hype è il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari

“L’Hype non si spiega, non ha regole: capita, o non capita. Chi è fuori dall’Hype vive dove il vento non porta farfalle.”

Si presentano così i Pinguini Tattici Nucleari, alla vigilia dell’uscita del loro nuovo disco, Fuori dall’Hype, quarto album in studio per la band della provincia bergamasca, questa volta con un salto di qualità: la firma dell’etichetta major Sony.

E proprio la canzone che apre l’album e gli dà il nome, in rotazione già dal 15 marzo, presenta una nuova faccia dei Pinguini: una ballata malinconica che ricorda un po’ un lento degli anni ’80 con quel sapore triste di qualcosa che è appena finito o mai iniziato. Non è decisamente il tono a cui i Pinguini ci hanno abituati, loro che di solito sono scoppiettanti, irriverenti, ironici fino all’inverosimile con testi anche complessi rigorosamente accompagnati da musichette orecchiabili.

Te lo dico sottovoce
Non so amarti con il sole
Mi dispiace ma davvero
Ti amo solo quando piove musica

Il disco continua sul filone canzone romantica-ballata con il secondo brano, Antartide e qualcosa inizia a cambiare. Il sound diventa più intenso venendo a creare sempre più spesso un’atmosfera elettronica. Da qui in poi l’album è un alternarsi di cori a cappella, chitarre elettriche e batteria che danno il ritmo, tamburelli e trombe che rendono quasi epica la scena, come nella successiva Lake Washington Blvd. Incluso qualche riferimento più o meno esplicito alla cultura pop e rock con richiami a Jovanotti e i The Rasmus.

Ogni canzone dei Pinguini è una storia, e la narrazione è talmente efficace che a volte chiudendo gli occhi sembra quasi di vederli per davvero i protagonisti. E il merito al di là della scrittura, è dovuto anche agli strumenti che accompagnano le parole inquadrandole in una cornice perfetta, ma anche spiazzante a volte: il sitar, echi di strumenti orientali, assolo di chitarra elettrica che dà respiro alla voce ma sembra un suo prolungamento, il graffiare della puntina su un disco in vinile, ritmi che mettono voglia di ballare in spiaggia come in NO NO NO.

Showcase Pinguini Tattici Nucleari a Milano – Foto di Alise Blandini

Se c’è una cosa in cui i Pinguini eccellono rispetto a tanti altri narratori della “musica d’oggi”, è la capacità di comunicare concetti più o meno importanti alludendo quasi sempre alla realtà quotidiana. I riferimenti ai ricordi dell’infanzia o alle abitudini dell’età più adulta, sono alla portata di tutti tanto che è quasi impossibile resistere al sorriso durante l’ascolto. Tra un libro di Piccoli brividi e una citazione di Lucio Dalla, una moka usata e riusata, Netflix e John Belushi, ogni tassello sembra incasellarsi al posto giusto e ognuno può essere almeno un po’ protagonista di ogni traccia.

Sono sopra il mio letto
Con le tue ossa che hai dimenticato qui
Faccio uno scacciapensieri
E sulla porta lo metterò

Showcase Pinguini Tattici Nucleari a Milano – Foto di Alise Blandini

Nello scorrere del tempo di questi 10 brani il fulcro centrale è il racconto di situazioni familiari fatto in modo semplice, immediato e soprattutto riconoscibile. Non è facile raccontarsi e raccontare una attualità come quella che viviamo, già etichettata in ogni modo possibile o incastrata in definizioni che abbiamo accettato o ci siamo fatti scivolare addosso. I Pinguini regalano invece un quadro completo, un quadro sincero.

Il loro disco precedente, pubblicato nel 2017, dal nome “Gioventù Brucata”, era un miscuglio caleidoscopico di generi e tematiche che aveva subito convinto pubblico e critica. Questo nuovo lavoro merita lo stesso riscontro positivo, nonostante i temi siano un po’ cambiati, così come forse sono cambiati Riccardo, Nicola, Elio, Lorenzo, Simone e Matteo. Senza dubbio sarà una bella e divertentissima avventura continuare seguire questi ragazzi spettinati e molto irriverenti nella loro crescita, e lo sarà anche crescere un po’ con loro.

Foto Alise Blandini

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