Ammettiamolo, abbiamo un enorme problema oggi nelle nostre società iper-sviluppate. Come se non bastassero le disuguaglianze sociali, o il surriscaldamento globale, uno dei temi su cui dovremmo davvero provare a riflettere è il Music Blogging. Per quanto ogni giorno proviate a non pensarci, il music blogging è lì – tutti i giorni, ossessivamente, e non potete scappare. L’uomo per sua natura prova a distrarsi dalle derive della nostra società, ma esiste un momento nella vita in cui certe cose vanno affrontate.
E Father John Misty ci ha provato. Ha provato a ricordare con uno stato questo problema, a ridestare l’attenzione sul Music Blogging. Immaginiamo che in una bella mattinata di autunno non vogliate sentir parlare di brutte faccende, ma è tempo di riflettere, di tornare a noi e di affrontare i problemi che rimandiamo.
Though I am in no way affiliated with this group and have made numerous attempts to distance myself from its rhetoric and agenda I still feel the need to roundly denounce it, so with the help of my legal team and much prayer, here goes: music blogging is and always has been entirely unacceptable in a civic society—as is anyone who claims to be a music blogger or associates with music blogging.
Quelle di FJM sono parole forti, di denuncia. Lui non ci sta, e continua così:
Music blogging’s very foundation is inequality—pathologically bent on sustaining the supremacy of one class of music over another based solely on its immutable traits. It is unwelcome here. Thank you all very much.
Prequel:
Ovviamente FJM sta scherzando. Il tutto parte dalla causa che Taylor Swift ha intentato contro un music blogger che l’ha definita Hitler contemporanea per la sua musica. La controversia sui sottotesti che evocano il suprematismo bianco delle canzoni della Swift è interessante, ne parleremmo volentieri. Ma non dimentichiamo che il vero problema del nostro folle mondo è il Music Blogging, con tutto quel che ne consegue. E allora grazie FJM di aver denunciato la cosa. Grazie Swift.
Ps Lo stato di FJM è stato successivamente cancellato.