Dopo l’apparizione dello scorso giugno al festival All Points East, Ezra Furman torna in concerto a Londra nella cornice del Kentish Town Forum. Rispetto alla dispersiva dimensione festivaliera, l’intimità della venue è il setting ideale per lasciarsi trascinare dalla carica adrenalinica dei suoi brani. A dare inizio a questa serata rock & roll sono i Pom Poko, un quartetto norvegese sotto contratto con la stessa etichetta di Furman, Bella Union. Il loro è un live incandescente che riscalda l’atmosfera del forum.
Quando le luci si spengono, Ezra appare sul palco, saluta la platea e attacca con il rock evocativo di Suck The Blood From My Wound, che apre il viaggio on the road dell’album Transangelic Exodus. L’energia è tanta e non c’è tempo per una pausa: Suck the Blood From My Wound si trasforma nel punk di Calm Down aka I Should Not Be Alone. “Happiness was never guaranteed, I wanted nothing more than to open up and bleed” canta Ezra, con rabbia.
È su questo tema che è costruito l’ultimo LP di Furman 12 Nudes, registrato nel 2018, quando – per dirla con le parole del musicista – “the world was on fire”. Perché proprio il punk? chiede Ezra nelle note che accompagnano il disco. Perché il punk è nato come reazione al sistema ed è un tipo di musica che nell’accettare il caos, si apre a nuove possibilità. Nonostante gli argomenti affrontati, quelle di Furman non sono canzoni malinconiche e dal vivo rivestono una funzione catartica che trasuda forte positività. Il pubblico si lascia conquistare dalla frenesia di Rated R Crusaders, Trauma e My Teeth Hurt – sono pezzi in cui, andando oltre il testo, intravediamo una forma di speranza.
Il punk di 12 Nudes e il rock & roll dei precedenti album Transangelic Exodus, Perpetual Motion People e Day of the Dog si amalgamano perfettamente: Body Was Made suona come un omaggio all’eterno Lou Reed, indicato da Furman come sua più grande ispirazione. Lo spettro dell’ex Velvet Underground torna nella potente Transition From Nowhere To Nowhere, mentre My Zero ricorda in qualche modo il sound newyorkese degli Strokes. Il pubblico la accoglie con clamore.
È impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’energia sprigionata dalla band di Furman e scrutando la platea è chiaro come il gruppo riesca a raggiungere tutti i presenti, anche i più distanti dal palco. Seguono Ezra in ogni riff, lo acclamano e si lasciano invadere dal suo entusiasmo. Il cantante è visibilmente stupito dal calore e ringrazia: “There’s no other place you should be! You belong here!”. Poi attacca Love You So Bad e la platea canta con lui.
Quando un musicista si esibisce dal vivo offre un frammento di sé; spetta ai presenti decidere come utilizzarlo. In questa serata, la musica di Furman diventa un antidoto alla realtà che ci attende fuori dalle porte del forum. “Abbiamo lasciato un paese a pezzi per venire a suonare in un altro paese a pezzi” commenta Ezra nell’introdurre In America. Con le sue canzoni riesce a cancellare, almeno per la durata del live, i disastri ambientali e politici che dominano le nostre giornate.
Dopo l’esecuzione di Thermometer, la band saluta per un breve momento il pubblico, riconquistando il palco con un grande encore. Ezra regala l’hidden track di 12 Nudes, On Your Own, poi annuncia: “Vorremmo fare una cover di una punk band inglese!” e si lancia nella leggendaria Police on my Back. “I love you Joe Strummer!” urla il cantante tra una parola e l’altra. Come non dargli ragione?
Mentre usciamo dal forum, l’idea di un mondo così lontano dall’atmosfera percepita durante lo show di Ezra Furman, sembra impossibile. Eppure, esiste e ne siamo consapevoli; ma per quanto il presente possa sembrare negativo – ci assicura Ezra nell’ultimo brano suonato – avremo sempre il rock & roll per andare avanti.
Tutte le foto sono di Martina Ciani