Evohé | Laura Corraducci: “rinascerò anch’io sotto forma di vela”

“Evohé” è il giubilo delle baccanti che ha ispirato il titolo di un’opera poetica di Cristina Peri Rossi. “Evohé” rappresenta il richiamo e l’esclamazione di giubilo, in questo caso, per la poesia. Una rubrica creata per esplorare poeti di diverse latitudini e generazioni, l’obiettivo è quello di fungere da punto d’incontro per le diverse poetiche che illuminano la marginalità, consapevoli della tradizione che precede e influisce sulla sua costruzione e sul suo rinnovamento.

a cura di Tania Pleitez Vela e Rocío Bolaños

Laura Corraducci è nata a Pesaro nel 1974 dove vive e lavora come insegnante di inglese. Dal 2012 in collaborazione con l’assessorato alla Cultura di Pesaro organizza ogni anno la rassegna poetica “Vaghe stelle dell’Orsa”. Ha esordito nel 2007 con Lux Renova (Edizione del Leone), a cui ha fatto seguito, nel 2015, Il Canto di Cecilia e altre poesie (Raffaelli) e nel 2020 Il passo dell’obbedienza (Moretti &Vitali).

La poesia di Laura Corraducci affonda le radici in una visione della vita sentita e indagata nella sua totalità perché, sembra paradossale, ma non lo è e lo vedremo, è percorsa da una spiritualità che si nutre della carne dell’esistenza umana. E l’interesse verso l’esistenza umana è il nucleo fondante della sua poesia. Un nucleo che si concretizza in una scrittura tesa a dare compiutezza a vite spezzate, a storie ingoiate dalla Storia e di cui altrimenti si sarebbe persa la traccia perché i poeti questo fanno, cercano e ricalcano con la parola poetica le tracce della vita, sia essa un moto interiore, sia un paesaggio, sia la storia concreta di un essere umano. E a partire da Cecilia, passando per Marlene Dietrich fino alle storie de “Il rovescio della luce”, una delle sezioni del libro “Il passo dell’obbedienza”, Laura Corraducci fa della poesia una voce intensa e potente, un’antenna che riesce a captare la luce delle stelle morte per consegnarla ad un’altra vita, per amplificare il portato umano che ogni vita porta con sé.

Parlando del testo scritto per Marlene Dietrich la poetessa dice che è nato dal desiderio che aveva di raccontare la vita di una donna nascosta dentro la maschera della diva. Ecco mi sembra che la poesia faccia proprio questo: raccontare dell’essenza e della ricchezza della realtà dietro il velo dell’apparenza. Laura Corraducci attraverso la sua scrittura poetica traduce il sentire vero e profondo dell’esistenza, il suo mistero e ce lo dona attraverso un linguaggio teso a dare nitore all’esperienza umana pur affrontandone le luci e le ombre.

Lucianna Argentino


Poesie tratte da “Il passo dell’obbedienza” (Moretti e Vitali, 2020)

lucidarle una alla volta le parole

con un panno e la mano che trema

mentre le tengo chiuse fra le dita

così finisce sempre che qualcuna

scivola per terra e si frantuma

per quanto provi a ricomporla

so bene che non tornerà mai una

non farò che arrivare anche stasera

davanti alla porta con un canto rotto

a cercarti nella linea della fronte

la bellezza antica di una profezia

*

rinascerò anch’io sotto forma di vela

accesa e fertile nei giorni di vento

in attesa di mani nelle sere d’inverno

piatta arrotolata alle corde di un legno

paziente e sottratta al culto d’amore

una coperta di aria e di pioggia

la tela bucata che fascia e riscalda

l’albero maestro di ogni libertà

 

*

Poesie per la Venere senza braccia

alla danzatrice Simona Atzori nata senza gli arti superiori

 

terra di marmo è caduta dall’alto

così al vento si sono arresi i capelli

la linea bianca del collo si piega

e le mani tendono l’arco delle spalle

il silenzio ora è parola con la carne

la bellezza è nata intera nello scarto

nella curva tonda dell’imperfezione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sentita come un dono ora leggero e luminoso  ora pesante e oscuro, ora le due cose insieme.

 

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