Edizioni Arcoiris è una casa editrice indipendente dalla vocazione latino-americana. Nata nel 2009, nel corso degli anni Arcoiris ha teso l’arco verso i meridiani dell’America Latina per estrarre scritture, parole, iridescenze – farsi riconoscere come un punto di riferimento per appassionati di cultura e letteratura latino-americana. I libri Arcoiris sono spesso inediti, possono diventare vie di accesso a fuoricampo e notazioni. I lettori italiani si ritrovano fra le mani minute perle, scoprono sentieri inediti per avventurarsi oltre frontiera, si arrampicano per le riflessioni sulla lingua di Alejo Carpentier, e le parole del poeta cileno Vicente Huidobro (– colui che semplificò il mondo in una frase, i quattro punti cardinali sono tre: il Sud e il Nord).
Per immergerci nella realtà di Edizioni Arcoiris abbiamo fatto una chiacchierata con Barbara Flak Stizzoli, fondatrice-editrice che sta dietro le quinte di un altro Sur come Victoria Ocampo. Di recente ha anche tradotto una delle ultime pubblicazioni di casa Arcoiris, i racconti Infami di Luis Reynaldo Pérez, narratore di Santo Domingo, che seguendo la scia delle storie di infami di Borges, ha tirato fuori una personale rassegna di figure scarnificate. Abbiamo parlato con Barbara Flak Stizzoli dell’avventura di una casa editrice indipendente che da Salerno ha costruito un’immaginaria autostrada sull’oceano, ponti di carta parole e ruggine bianca.
Raccontaci gli inizi della storia di Arcoiris.
Edizioni Arcoiris nasce nel dicembre 2009 ma il primo titolo vede la luce esattamente un anno dopo, nel dicembre 2010, con la pubblicazione de L’altra America, libro che raccoglie i contributi di due blogger italiani che vivevano rispettivamente in Venezuela e Messico. L’idea iniziale era quella di aprire una finestra sulla realtà latinoamericana contemporanea, ma presto ci siamo resi conto della necessità di ampliare lo sguardo anche verso una particolare tipologia di letteratura, e così presto sono nate nuove collane editoriali concepite con l’ambizione, che persiste ancora oggi, di portare in Italia autori e opere che altrimenti avrebbero difficilmente trovato spazio nel panorama editoriale italiano.
E come mai la scelta dell’area latino-americana?
Ho sempre nutrito una profonda affinità per tutto ciò che riguarda l’America Latina, e dopo aver concluso i miei studi universitari, ho deciso di partire alla volta della Repubblica Dominicana, dove ho vissuto per diversi anni. Il ritorno in Italia, però, ha lasciato in me un costante senso di nostalgia per una terra e una cultura che ormai sentivo parte di me. Da qui è nata l’esigenza di condividere con i lettori italiani la vera essenza di quella parte del mondo, che va al di là delle spiagge tropicali, dei racconti sul narcotraffico o sulla corruzione politica dilagante.
![](https://i2.wp.com/www.lindiependente.it/wp-content/uploads/2025/01/493177e1-03eb-448e-be2a-dd619d89d506.jpg?resize=1170%2C1560&ssl=1)
Negli anni avete pubblicato scrittori come Roberto Arlt o Cesar Vallejo, saggi su Borges o Bolaño. Come si è andato formando il catalogo Arcoiris?
Gli scrittori menzionati nella tua domanda sono presenti nel nostro catalogo sia come autori che come oggetto di studio. Molti di loro sono stati introdotti grazie a Loris Tassi, Direttore editoriale della collana Gli eccentrici, mentre altri titoli sono entrati a far parte del catalogo grazie alle proposte di traduttori o degli stessi autori.
A proposito de Gli Eccentrici, nel corso degli anni la collana ha pubblicato diversi titoli, da Felipe Polleri a Macedonio Fernández. Com’è nata questa collana?
La collana Gli eccentrici è nata nel 2011, in seguito all’incontro con Loris Tassi avvenuto grazie a un amico comune. Loris possiede una preparazione straordinaria nel campo della letteratura ispanoamericana, unita a un grande intuito. Sono passati poco meno di quindici anni e oggi come allora accolgo sempre le sue proposte.
C’è qualcosa che ti piacerebbe assolutamente pubblicare in futuro? Un grande sogno…
Più che un sogno, direi una chimera: Los Sorias di Alberto Laiseca, un’opera di oltre 1300 pagine.
Esiste una linea immaginaria che connette Salerno – con il Sudamerica? E su che strada del sud diresti che si forma questa linea.
Esiste una linea immaginaria che collega Salerno all’America Latina, e chi ha vissuto in questi due luoghi può facilmente riconoscerla. Senza voler generalizzare, l’America Latina è un mondo di contrasti: regnano il disordine, il caos, il vociare incessante della gente, a volte la mancanza di rispetto per le regole, ma anche una gioiosa vitalità, la socievolezza e il calore delle persone. E in qualche modo, tutto questo lo ritroviamo anche qui, a Salerno, la città in cui ha sede la nostra casa editrice.
Su quale strada si forma questa linea? Consentimi di concludere in maniera smielata: questa linea si forma nel mio cuore, perché l’ho lasciato in America Latina quando sono andata via.