A mio parere non potrebbe esserci premio più emblematico nell’era della tecnologia sfrenata, delle invenzioni a getto continuo e, restando strettamente in ambito cinematografico, del tridimensionale a tutti i costi, che l’Oscar come miglior film ad una pellicola muta e in bianco e nero. Già, perché lo scorso anno una delle opere più sorprendenti viste in sala è stata The Artist di Michel Hazanavicius, un film francese dall’affascinante sapore classico del cinema degli anni ’20- ’30, incentrato sulla parabola discendente di un “mito del muto” alle prese con l’arrivo del sonoro nella Settima Arte, invenzione che lo emargina professionalmente gettandolo nello sconforto e nella povertà, fino a che non sarà l’amore a salvarlo; amore per una donna e per il Cinema. E di atto d’amore per il Cinema si deve parlare per la vera e propria sfida di The Artist, sfida stravinta a prescindere dalla quantità di Oscar che riuscirà a vincere; le candidature sono 10 e non è escluso che se le statuette conquistate dovessero essere al massimo due o tre risultino tra le categorie più importanti, come film, regista e attore protagonista.
Il piccolo capolavoro muto dovrà vedersela per la vittoria degli Oscar soprattutto con un altro atto d’amore verso il Cinema delle origini, Hugo Cabret di Martin Scorsese. Se il 3D è risultato più un vezzo che una necessità per quest’opera, di certo va elogiato lo straordinario lavoro di Scorsese che dalla messinscena alla regia alla narrazione della commovente favola-elogio della “magia” di George Melies meriterebbe di trionfare nella maggior parte delle 11 categorie in cui è stato nominato dall’Academy; per la scenografia potrei metterci la mano sul fuoco ma non si sa mai, quindi diciamo che anche per questioni di campanilismo tifo per Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo e penso che chiunque abbia visto la bravura con cui hanno ricostruito la stazione e la città di Parigi sarà d’accordo con me.
A proposito di Parigi, un altro film che potrebbe a sorpresa portarsi via qualche riconoscimento nella notte degli Oscar è Midnight in Paris di Woody Allen, che a malincuore devo escludere tra i probabili vincitori per la migliore pellicola e quasi sicuramente per la regia, anche se detto tra noi Allen meriterebbe il premio per la direzione almeno ogni paio d’anni; mentre ha buone possibilità per la sceneggiatura originale se non dovesse primeggiare The Artist. Per la sceneggiatura non originale invece la lotta è piuttosto dura e oltre al favorito Hugo Cabret concorrono le meritevoli e interessanti trasposizioni di Le Idi di Marzo, La Talpa e Paradiso Amaro. Proprio Paradiso Amaro è l’outsider per eccellenza per tutti i riconoscimenti maggiori per gli Oscar 2012: il bel film di Alexander Payne ha già vinto ai Golden Globe ed è uno dei lavori più apprezzati anche perché fa parte di quella nuova cinematografia “minimalista”, semplice, dei sentimenti ma non scontata e noiosa a cavallo tra dramma e commedia; e non è escluso che i membri dell’Academy abbiano rivolto molte delle loro preferenze a questo tipo di lavoro, chissà forse anche per l’interpretazione atipica di George Clooney che potrebbe essere preferito al bravissimo francese Jean Dujardin per molti già sicuro del riconoscimento.
Gli Oscar alle interpretazioni sono incerte come le altre anche se salvo grosse sorprese tra le donne per la protagonista la partita dovrebbe essere tra l’Iron Lady Meryl Streep e l’Albert Nobbs Glenn Close, ma occhio a Michelle Williams per My Week with Marilyn; per la non protagonista lo scenario è meno delineato ma opterei per una delle due attrici del film The Help. Tra gli interpreti maschili se per il protagonista oltre ai due già citati vanno menzionati un mastodontico Gary Oldman per la spy story La Talpa e un bravo Brad Pitt stranamente candidato per L’arte di Vincere e non per The Tree of Life, per il non protagonista le candidature riguardano dei mostri sacri come Max Von Sydow (Molto forte, incredibilmente vicino) , Christopher Plummer (Beginners), Nick Nolte (Warrior) e Kenneth Branagh (My week with Marilyn) con quest’ultimo lievemente favorito anche se la sorpresa del giovane Jonah Hill (L’Arte di Vincere) non è da sottovalutare.
Per concludere, prima di stilare una rischiosa e quantomai azzardata lista di probabili vincitori, voglio segnalare gli eventuali sconfitti della notte degli Oscar, in questo caso da citare per la grandezza dei nomi ma non perché si aspettino riconoscimenti che risulterebbero davvero sorprendenti se dovessero arrivare: Terence Malick e il suo The Tree of Life (a mio avviso opera cinematograficamente eccezionale), Steven Spielberg e War Horse, David Fincher e Uomini che odiano le donne.
PREVISIONI (PREFERENZE) PER GLI OSCAR 2012
di Paco De Renzis
film
THE ARTIST
regista
MARTIN SCORSESE (quasi mai questo premio va ad un regista diverso da quello che ha diretto il film vincitore dell’Oscar…ma stavolta…)
Attrice protagonista
GLENN CLOSE
Attore protagonista
JEAN DUJARDIN (anche se Gary Oldman…)
Attrice non protagonista
BERENICE BEJO (ma tanto la spunta una tra Spencer e Chastain)
Attore non protagonista
MAX VON SYDOW
Sceneggiatura originale
MIDNIGHT IN PARIS
Sceneggiatura non originale
PARADISO AMARO
Film d’animazione
RANGO
scenografia
HUGO CABRET
fotografia
THE TREE OF LIFE
costumi
THE ARTIST
Film straniero
UNA SEPARAZIONE
trucco
ALBERT NOBBS
Colonna sonora originale
THE ARTIST
canzone
REAL IN RIO
Effetti speciali
HUGO CABRET
documentario
PINA
montaggio
HUGO CABRET
Sonoro
HUGO CABRET
Montaggio sonoro
DRIVE (una vergogna abbia solo una nomination…quindi almeno glielo diano sto premio)