Credo che i festival siano come un luogo sicuro per esprimersi, qualunque cosa accada al loro interno.
Qualche giorno fa siamo stati al Dour Festival, uno dei più importanti in Belgio e nel nord Europa. Quest’anno contava una line-up di 220 artisti che hanno fatto vibrare 8 palchi tra le praterie di Dour, un paesino della Vallonia. Si pronuncia “DOUREUUUH!” e ha raggiunto ormai la sua XXL edizione; abbiamo ballato, sudato, dormito lerci in tenda ma soprattutto ci siamo ritrovati un unico corpo con 223 mila anime. Tornare ai festival è un privilegio che fino a tre anni fa non sapevamo saremmo riusciti a riavere. Ne abbiamo parlato con Joe dei Metronomy, prima del loro show esplosivo.
A: Sono Alessia e sono qui con Joe dei Metronomy!
J: Ciao dal bus.
A: Sono una vostra grande fan! Allora dal bus delle interviste prima domanda, la più facile: Come stai? Come ti senti prima del vostro concerto a Dour?
J: Sì, sto molto bene! Prima delle interviste, ho fatto un riposino sul nostro bus quindi mi sento un po’ confuso…ma sto bene.
A: Confuso ma bene.
J: Molto emozionato per stasera, penso sarà molto divertente e l’aria sarà anche più fresca, qui fa più freddo la sera quindi penso che ci divertiremo.
A: Sì vero; suonate alle undici…?
J: Sì esatto.
A: Quindi farà freschetto!
J: Suoneremo nel tendone (La Petite Maison Dans La Prairie, ndr) quindi penso farà caldo. Dovrebbe andare bene. “Venite a riscaldarvi nel tendone!” Questo consiglierei alle persone di fare.
A: Com’è andata l’ultima volta in cui avete suonato qui?
J: Fantastico! L’ultima volta abbiamo suonato sul palco grande (The Last Arena, ndr) e c’era un pubblico meraviglioso. Ci divertiamo sempre molto a questi festival. Molti di questi li stiamo vivendo per la prima volta in tre anni, sono festival con una forte identità come Dour, Glastonbury… Le persone sono davvero felici di tornarci con i loro amici finalmente ed è figo.
A: E lo dite anche nel vostro ultimo disco: “It feels so good to be back”.
J: Esattamente.
A: Ho visto che vi siete divertiti un sacco a Glastonbury! Eravate gli ospiti più attesi, ormai ci suonate ogni anno, siete delle star lì…
J: La cosa bella di Glastonbury è che se sei una band inglese e ti viene chiesto di suonare lì significa che le persone vogliono ancora vederti. E poi suoni lì e ogni anno il pubblico diventa sempre più grande e questo è rincuorante. Quest’anno abbiamo avuto il più grande pubblico a Glastonbury ed è sembrato semplicemente naturale, davvero figo, un momento fantastico.
A: Un po’ di tempo fa leggevo sul Guardian i tuoi consigli su come sopravvivere al meglio ai festival, posso chiederti ora quali sono i tuoi consigli per la migliore esperienza possibile ai festival?
J: A Glastonbury scherzavo sempre sul fatto che i festival servono a vedere le tue band preferite e andare in bagno! È tutto ciò su cui la gente si concentra: cercare di trovare dei bagni puliti e vedere bei gruppi musicali! Quindi i miei consigli sono: dimenticate il mondo reale, dimenticate quello che fate di solito per qualche giorno, purché vi sentite a vostro agio con il fatto che non farete una doccia – se fate la doccia allora è un bonus! – Credo che i festival siano come un luogo sicuro per esprimersi, qualunque cosa accada al loro interno.
A: Per sfuggire alla realtà, cosa difficile in questo momento.
J: Sì, esattamente.
A: E ho portato delle salviette umidificate che aiutano molto!
J: Voglio dire, i miei vecchi suggerimenti erano: portare un cappello, la crema solare, un marsupio per i soldi…
A: Qual è la cosa più divertente accaduta finora durante il tour?
J: Finora è stato molto poco divertente! Ho iniziato a guardare tutti i film di Aliens e sono diventato un po’ ossessionato dagli alieni, quindi credo che la cosa più divertente sia che tutti gli altri membri della band si siano appassionati agli Aliens. Non è particolarmente divertente, ma è una bella serie di film.
A: Non li ho mai visti.
J: È bello, dovresti iniziare dall’inizio… È un po’ distopico, futuristico, alieni che uccidono tutto… DIVERTENTE. (Ironico)
A: Ok, la mia prossima domanda sulla vita ai festival è: come trovi i momenti per rilassarti e calmarti durante il tour?
J: Per me la cosa che fa più differenza è suonare in un festival che è vicino all’acqua, se possiamo fare una nuotata credo che sia il miglior tipo di esperienza che si possa fare. Perché gli ultimi anni sono stati così, sai, senza festival, senza lavoro, quest’anno è un po’ folle, quindi non abbiamo molto tempo per calmarci.
A: Riesci a incontrare anche la tua famiglia in tour?
J: Il più possibile; la mia famiglia è venuta a Glastonbury, sono venuti ad alcuni degli altri concerti, e sì, si cerca di tornare a casa il più possibile, ma credo che, dato che quest’anno è il primo dopo il periodo di follia, questo è pieno di impegni, è un po’ insolito, non stiamo vedendo le nostre famiglie così spesso come faremmo di solito. Il che è un po’ un peccato.
A: Ma dopo due anni di isolamento, immagino che siano…
J: Sono stufi di noi, esattamente, vogliono che ce ne andiamo.
A: Com’è stato l’isolamento per voi, per i Metronomy? Immagino che steste lavorando al nuovo disco…
J: Per molto tempo non ho lavorato… Sai, negli ultimi 15 anni sono stato in tournée e sono rimasto bloccato in questo ciclo, quindi quando ho capito che “Oh ok, sarai costretto a stare a casa per mesi!” ho pensato “Wow, dovrei fare in modo di godermi questo momento!”.
Onestamente, ho due figli, ho passato più tempo possibile con loro mentre crescevano, ma mi sono detto “Wow, starò qui e me la godrò”, quindi non ho pensato alla musica per otto mesi e ne ho approfittato al massimo. Ma io mi trovo in una situazione molto diversa, vivo in campagna dove ho spazio, quindi è facile goderselo. Mi sono reso conto che alcuni amici che vivono a Parigi sono rimasti bloccati; io sono stato insolitamente fortunato con quello che ho potuto fare.
A: Quanti anni hanno i tuoi figli?
J: Hanno 7 e 9 anni, ma ovviamente all’inizio erano molto più piccoli.
A: In realtà per loro è stato più impattante per la scuola e la socializzazione con gli altri bambini…
J: Penso che fossero abbastanza piccoli per cavarsela, ma credo che se fossero stati adolescenti… Mi dispiace per loro perché hanno perso una buona parte del loro tempo. Ma poi penso che in Inghilterra andassero ancora alle feste, infrangessero le regole…
A: So che di solito non parli di politica, ma cosa pensi di quello che sta succedendo con Boris Johnson, qual è la situazione ora?
J: Penso che la cosa migliore che gli sarebbe potuta capitare sarebbe stata quella di essere cacciato perché ha infranto la legge, come ha fatto, ma il fatto che alla fine sia stato pugnalato da tutto il suo partito, penso che sia una cosa geniale e penso che lui e il suo governo facciano schifo.
A: La vostra vita di musicisti è cambiata dopo la Brexit? È più difficile o com’è?
J: Folle! Ci sono molti esempi di cose che non vanno, il problema più grande è che ora se viaggi dall’Inghilterra all’Europa devi dichiarare tutte le merci che esporti e quelle che importi, cosa che facciamo normalmente quando andiamo in America o in qualsiasi altro posto, ma farlo ogni volta che veniamo in Europa è un incubo. Per esempio, soprattutto ora, sempre a causa del Covid, tutte le compagnie aeree sono così incasinate che se porti un bagaglio e a metà del tuo bagaglio non c’è, devi dichiararlo, è una burocrazia davvero noiosa.
A: Sì e anche la situazione dei voli, gli scioperi, le cancellazioni…
J: La Brexit è la cosa peggiore che ci possa capitare e credo che la gente se ne stia rendendo conto. È esilarante, scendi da un volo e ti viene da pensare – Eravamo in Spagna, credo, e sai che ci sono le due file per i passaporti – europeo e di altri Paesi – e tutti gli inglesi dicevano “Uff, queste file”, quando probabilmente avevano votato a favore!
A: Un’ultima domanda: quando finirà il tour e cosa farete dopo? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
J: Beh, saremo in tour fino alla fine dell’anno, fino a Natale e credo che il Sud America sia l’ultima tappa che faremo a dicembre; sto lavorando a un altro EP, con alcuni ospiti e altro, e poi…
A: Posso chiedere con chi?
J: Beh, non ci sono ancora molte persone che lo sanno! Al momento sembra che ci sarà una cantante francese di nome MIKI, credo che farà qualcosa, e poi c’è un ragazzo inglese di nome LYNKS, credo che dovrebbe esserci anche lui, ma è ancora in fase di realizzazione e poi alla fine credo che farò un altro disco, ma non ho intenzione di affrettare il prossimo disco, lo farò… perfetto!