Esce un nuovo libro di Domenico Starnone e io corro a comprarlo; possono anche solo essere 20 pagine mi ci fiondo di corsa comunque. “Il vecchio al mare” è uscito il 19 marzo per Einaudi, giocando un po’ con il titolo di Hemingway.
Il protagonista è Nicola Gamurra uno scrittore di 82 anni (qui l’elemento autobiografico) che decide di passare il mese di ottobre in una non meglio definita località di mare. C’è ancora caldo e i turisti sono finalmente andati via.
Nicola si reca religiosamente in spiaggia ogni giorno, si siede ad osservare il mare, si interroga sulla vita, sulle relazioni passate con le donne e le figlie e sul corpo che sta invecchiando.
Guardare il mare e guardarsi dentro diventa parte della sua volontà.
Questo continuo osservare viene intervallato da alcuni personaggi che si manifestano sulla spiaggia di giorno in giorno: la proprietaria del negozio di vestiti Evelina infelice del suo matrimonio, il disonesto Silvestro, la commessa Lu con la passione per la canoa, il metal detector di Maurizio insegnante deluso dal sistema.
Attraverso uno sguardo o una parola tutte queste persone lo traghettano all’interno della comunità, facendo emergere le loro solitudini, i tradimenti e i piccoli intrighi nascosti sotto la superficie.
Nicola, tra l’altro, non si presenta ad Evelina raccontando del suo vero lavoro ma alimentando la fantasia di lei di essere un magistrato in pensione già visto in tv, creando, così, un ulteriore immaginario non scritto di sé, proprio come i personaggi dei suoi libri.
D’altronde, scrivere bene è “trovare le parole giuste per dare un senso a ciò che mentre vivi viene giù a vanvera”.
Ma ogni giorno su quella spiaggia c’è qualcosa che gli toglie il respiro, qualcosa che sfugge. C’è qualcosa, o qualcuno, che sta andando via per sempre?
L’epifania di Nicola avviene nella boutique di Evelina, quando insieme alle sue amiche, donne di una certa età affrante e annoiate dalla vita, rivede Rosa, sua madre.
Una donna mai abbandonata, mai dimenticata, che ha cercato di proteggere dalla gelosia corrosiva del padre. Rosa è la donna che gli ha fatto amare le donne.
“È probabile, dunque, che sia stata l’immaginazione a cancellare la mia vera madre, a costringermi ancora oggi a inventare di tutto pur di ritrovare almeno un frammento veramente suo tra le troppe fantasie preoccupate”.
Il tempo passa, prende forma una consapevolezza e una arrendevolezza alla malinconia del passato e della vita, ma con un costante senso di voler provare a tirare fuori le ultime energie, gli ultimi granelli di affetto da donare.
Sveliamo insieme a Nicola Gamurra la piccolezza degli esseri umani, che si affannano a rincorrere un tempo inafferrabile. Poi all’improvviso scopri che il futuro non ti preoccupa più.
“Calma, dunque, non devo eccedere, vediamo cosa accadrà domani. E se domani non dovesse accadere niente, ho ancora un po’ di tempo, riproverò”.
Starnone, insieme a Veronica Raimo, è candidato nella longlist dell’International Booker Prize con Via Gemito. Cosa aggiungere su questo autore che già non è stato detto? Possiamo solo scoprirlo dalle sue parole.