Un anno fa scattava il primo lockdown nazionale, l’Italia chiudeva per arginare la diffusione del Covid-19. Sappiamo che da allora – fatto salvo Jeff Bezos e altri pochi suoi pari –, ogni tipo di attività produttiva, settore economico, organizzazione sociale, culturale, sportiva a livello globale affronta una pesante crisi. I dati variano in fretta come il colore delle zone, una ruota della (s)fortuna che invalida costantemente i rari “bonus”, dpcm fortuiti e speranze sempre in corsa con il virus, mentre i vaccini sono praticamente fermi ai blocchi di partenza.
Tra i settori più toccati dalla crisi, quello dei lavoratori dello spettacolo. L’ultimo dpcm, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile prevede la riapertura dei teatri per il 27 marzo, almeno nelle regioni in fascia gialla e applicando stringenti misure igienico sanitarie. Tuttavia l’aumentare dei contagi e la curva epidemiologica che non accenna ad abbassarsi potrebbero costringere il governo Draghi a rivedere le disposizioni contenute nell’ultimo dpcm. Si ipotizza addirittura un nuovo lockdown generale o zone rosse per il fine settimana. L’attenzione finora concessa al settore della Cultura fa sospettare che se qualcosa ci sarà da sacrificare per il comitato tecnico-scientifico, quella sarà, ancora una volta, il cibo per l’anima: arte e spettacoli.
A evocare un ritorno alle tavole del palcoscenico lanciando un segnale di fiducia ci ha pensato Alessandra Sorrentino, danzatrice, regista e performer di videoarte, mettendo in scena un video-viaggio onirico all’interno del maestoso Teatro Bellini di Napoli grazie a Daniele e Gabriele Russo. «Nasce così INTERNAL FREEZE, una danza a porte chiuse che conduce lo “spettatore” nel mondo dell’inconscio, trasportandolo in un flusso misterioso che scorre appena al di sotto del lockdown che stiamo vivendo e che è al tempo stesso sintesi oscura e luminosa di sorprendenti metamorfosi» spiega la produzione.
Collaborano al video due giganti della musica elettronica, i “Retina.it”: Lino Monaco e Nicola Buono. Corpo e musica raccontano un desiderio, un’agonia: tra camerini, corridoi, assi, argani e riflettori, velluto e palchetti il teatro chiede nuovamente spazio, danza e palcoscenico si cercano. La tecnologia, enorme risorsa in questo periodo di isolamento, si trasforma in un moltiplicatore di solitudine, un azzeratore di pensiero critico.
«La Video-danza racconta e “abita” lo stato d’animo di tutti gli amanti del teatro costretti a vivere il profondo gelo avvertito senza stagioni teatrali sperando che il sipario di tutti i teatri possa presto riaprirsi».